Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

L'influenza dei polli come la ''Spagnola''

10 ottobre 2005

La codifica del genoma dell'H5N1 conferma i sospetti degli scienziati: anche nel 1918 l'epidemia partì allo stesso modo.
Influenza polli come la 'spagnola'. Stesso virus, rischi di pandemia

Il virus dell'influenza dei polli potrebbe trasformarsi ed essere in grado di trasmettersi da uomo a uomo senza aver bisogno di un passaggio intermedio. E in queste condizioni il rischio di una pandemia sarebbe altissimo. Sono le conclusioni alle quali sono giunti diversi gruppi di ricercatori americani che negli ultimi mesi hanno lavorato al sequenziamento del genoma e poi alla resurrezione del temibile virus della ''Spagnola''. Gli scienziati hanno scoperto che il virus che causò l'epidemia di spagnola nel 1918 era, molto probabilmente, un virus aviario che riuscì a adattarsi all'uomo senza passaggi intermedi. E quello dell'influenza aviaria attualmente in circolazione sta assumendo caratteristiche biologiche simili a quello della spagnola, la violenta pandemia influenzale che tra il 1918 e il 1919 fece circa 50 milioni di vittime in tutto il mondo.

La notizia è stata data con grande risalto dalle due principali riviste scientifiche mondiali, Nature e Science. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno prima ricostruito l'intero genoma del virus dell'influenza spagnola e, dopo averlo riassemblato in laboratorio, lo hanno confrontato con il virus H5N1, responsabile dell'epidemia di influenza aviaria nel Sud Est Asiatico. Il completamento del genoma del virus della spagnola (H1N1) è stato reso possibile grazie agli sforzi dei ricercatori dell'Armed forces Institute of Pathology di Rockville, nel Maryland, guidati da Jeffery Taubenberger, lo stesso scienziato che per primo è riuscito ad isolare il virus della spagnola nel 1997. Ma fino ad oggi i ricercatori erano riusciti a decifrare solo cinque degli otto geni che compongono il genoma del virus.

Nell'articolo pubblicato su Nature, Taubenberger ha descritto le sequenze genetiche degli ultimi tre geni che mancavano. Si tratta dei geni della polimerasi, quelli cioè che codificano le proteine necessarie al virus per replicarsi all'interno delle cellule dell'organismo ospite.
Ebbene, studiando queste specifiche sequenze geniche i ricercatori hanno scoperto che sono molto simili a quelle dei virus dell'influenza aviaria che negli anni scorsi hanno causato infezioni nell'uomo, compreso l'H5N1 attualmente in circolazione nel Sud est asiatico. Secondo i ricercatori questo elemento sarebbe un indizio tale da rendere il virus della spagnola un virus influenzale del tutto singolare. Sarebbe infatti il primo virus influenzale pandemico esclusivamente aviario che è riuscito ad adattarsi all'organismo umano. Gli altri virus che nel passato hanno scatenato delle pandemie influenzali, come per esempio nel 1957 quello dell'Asiatica e nel 1968 quello della Hong Kong, erano sensibilmente diversi da quello della spagnola. Si trattava infatti di virus ricombinati, o meglio erano virus "chimera". Si tratta di agenti patogeni nuovi nati dalla fusione del materiale genetico di un virus aviario con quello dell'influenza umana. Questa ricombinazione tra i due virus dava luogo ad un nuovo agente molto più pericoloso di quello fino ad allora in circolazione.

In genere la ricombinazione dei due virus avveniva in alcune specie di mammiferi, come per esempio i maiali che possono prendere l'influenza sia dai polli che dagli uomini. Secondo Taubenberg nel 1918, quando nel mondo si scatenò la terribile pandemia di influenza chiamata "spagnola", non avvenne questo processo di ricombinazione tra due virus diversi. Quello che accadde fu invece che un virus tipicamente aviario riuscì lentamente ad adattarsi all'uomo e a trasmettersi per contatto diretto da uomo a uomo.
Nel loro studio i ricercatori hanno anche individuato quali sono state le mutazioni e quindi le proteine che hanno permesso al virus aviario di adattarsi all'organismo umano. E hanno anche notato che alcune di queste mutazioni sono state già individuate in alcuni ceppi di H5N1 attualmente in circolazione. Questo, secondo il team di ricercatori dell'istituto militare Usa, potrebbe suggerire che il virus dell'influenza dei polli potrebbe acquisire direttamente la capacita di adattarsi all'uomo aumentando sensibilmente il rischio di una pandemia.

la Repubblica, 5 ottobre 2005

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

10 ottobre 2005
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia