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L'influenza è arrivata ''pacifica'' e già a costretto al letto circa 400mila italiani. Ma il peggio addavenì

03 gennaio 2008

Già da qualche settimana pronto soccorso e ambulatori pediatrici d'Italia sono stati presi d'assalto da genitori preoccupati per l'alta e improvvisa febbre che ha colpito i propri pargoli. L'immotivato allarme menigite degli ultimi tempi, non ha certamente aiutato la tranquillita delle persone, prime su tutte i genitori, categoria naturalmente soggetta al panico. Per questo motivo bisogna sottolineare che negli ultimissimi giorni sono già migliaia i bambini, e non solo loro, costretti a letto dalla ''Pacifica'', l'influenza stagionale di quest'anno.

La Pacifica, che arriva direttamente dalle Isole Salomone, sperdute nell'Oceano Pacifico, è approdata in Italia in quest'ultimo freddo periodo natalizio, e fino ad ora ha messo a letto 3-400mila italiani, di cui circa 150 mila bambini. Le cifre sono stata riferite all'agenzia all'Adnkronos-Salute da Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università di Milano. Che invita però alla calma. Per gli adulti “riposo e automedicazione responsabile con antinfiammatori e anti-dolorifici dovrebbero bastare. Per i bimbi è bene contattare il pediatra, mentre per i soggetti fragili oggi sono a disposizione, su prescrizione medica, anche gli antivirali. Il malessere dura circa 3-4 giorni, e poi può lasciare particolarmente spossati”, aggiunge. “Ma il picco, per grandi e piccoli - ha ricordato Pregliasco - è atteso tra due o tre settimane”. Dunque il peggio addavenì.

Comunue, distinguere la Pacifica dal raffreddore è facile anche se in sintomi sono simili. L'influenza si presenta in maniera brusca con febbre alta, brividi e sudorazione. Nel raffreddore invece la comparsa dei sintomi è graduale ed è raro che la temperatura corporea salga subito. Affaticamento, spossatezza e malessere generale fanno la differenza: in caso di influenza permangono per due o tre settimane, nelle forme parainfluenzali sono soltanto accennati e durano qualche giorno. Naso chiuso, starnuti e mal di gola invece sono tipici del raffreddore mentre sono rari nell'influenza. Un'ulteriore distinzione deriva dalle complicanze: se si parla di virus stagionale il rischio è la bronchite o la polmonite, il raffreddamento invece può degenerare in una tosse cronica o in un'otite.
Per difendersi sia dai malanni stagionali e che dall'influenza, il dottor Pregliasco consiglia di “evitare il freddo e gli sbalzi di temperatura. E' necessario poi lavarsi molto le mani, come dimostrano studi scientifici in materia, e vestirsi a cipolla”, ossia a strati. Ma il segreto per ridurre i rischi è comunque effettuare una vera e propria prevenzione, controllando innanzi tutto il proprio ritmo di vita, che dovrebbe essere il più regolare possibile per non affaticare l'organismo, e seguire un'alimentazione corretta. Meglio poi integrare la propria dieta con vitamine e sali minerali. In caso di contagio sono consigliabili i farmaci da automedicazione, ovvero quelli sintomatici che può consigliare il proprio medico o un farmacista. Per prevenire l'influenza è molto utile la profilassi, anche se va detto che siamo un po' fuori tempo massimo. "Il vaccino non è vietato - conclude il dott. Pregliasco - ma adesso è tardivo e bisogna considerare che per una copertura totale sono necessari almeno dieci giorni".

Tutti devono stare in allerta ma qualche attenzione in più deve essere prestata ad anziani, malati cronici e bambini. Per quanto rigurada questi ultimi Italo Farnetani, pediatra e docente dell'Universitá di Milano-Bicocca, informa che la Pacifica è “una malattia che può allarmare particolarmente i genitori, specie se il bimbo è molto piccolo”, e suggerisce come regolarsi in caso di febbre alta e dolori articolari. “Se la temperatura è superiore a 38 gradi centigradi e il bimbo lamenta dolori ai muscoli, alla testa o agli occhi - dice - si può somministrare paracetamolo ogni 4 ore. In questi casi il bambino va fatto visitare, ma il controllo non è urgente. Il paracetamolo si può dare anche ai piccoli con meno di 2 anni in caso di febbre, pianto e se il bimbo è 'noioso' e lamentoso”. "La visita è urgente se: la febbre alta (sopra 38) è associata a vomito per oltre sei volte in tre ore di fila; se il bambino non riesce a stare in piedi o se ha difficoltà a respirare”. Cioè se ha meno di un anno e fa più di 50 respiri al minuto, o 40 in caso abbia più di 12 mesi. Ma come capirlo? “Basta poggiare la mano sull'addome del bambino e contare le volte in cui si solleva, tenendo d'occhio l'orologio”, spiega ancora Farnetani. “Visita urgente anche in caso di crisi convulsive o di strani movimenti degli occhi associati a febbre. Negli altri casi - conclude il pediatra - il controllo non è urgente, ma deve essere fatto comunque”.

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03 gennaio 2008
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