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L'innocenza dei polli

E con i primi casi di aviaria in Sicilia è scoppiato un ingiustificato e immotivato sterminio di volatili

15 febbraio 2006

L'intervento tempestivo dell'assessorato siciliano alla Sanità e quello del Ministero della Salute, di concerto con le Asl competenti  e le forze dell'ordine, è stata veramente un'operazione encomiabile. La paura principale era quella di farsi trovare impreparati davanti al concreto riscio dell'influenza aviaria, ma ciò non è accaduto e al contrario tutte le azioni di messa in sicurezza sono state definite ''esempio da seguire'' qualora il rischio si dovesse estendere ad altre regioni, oltre alla Sicilia, alla Calabria e alla Puglia, le tre regioni nelle quali è stato rilevato in alcuni uccelli migratori il virus H5N1.
In Sicilia il lavoro dei veterinari prosegue a ritmo serrato. Continuano, infatti, i sopralluoghi e i campionamenti straordinari nei parchi cittadini e nei centri di recupero della fauna selvatica (in particolare in quello di Ficuzza (PA) ed Enna e nelle riserve delle province Catanesi, Siracusane e Messinesi).
''Tutti questi ultimi esami - ha riferito il governatore Totò Cuffaro - hanno dato esito negativo. Anche i siti di interesse migratorio sono costantemente monitorati dal personale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale (IZS). E' tutto sotto controllo''.

Nonostante ciò, ha continuato Cuffaro, lanciando un appello a tutti i siciliani, continua ad esserci una vera e propria ''strage di animali innocenti. Animali che mai e poi mai avrebbero potuto contrarre il virus dell'aviaria, grazie al cordone sanitario tempestivamente posto ad argine da parte dei nostri servizi veterinari. E' il momento di mettere da parte le paure ingiustificate e tornare ad affrontare con calma e serenità tutti i problemi legati all'influenza aviaria. I comportamenti quotidiani non possono essere dettati da forme di fobia che si basano sul nulla. Soprattutto, chiedo che finisca l'ingiustificabile sterminio di volatili che stiamo registrando in queste ore''.
''L'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia ha trasmesso ieri mattina - ha spiegato il presidente - una nota nella quale venivano riepilogati i dati delle carcasse di volatili recuperati in tutta la Sicilia e trasmessi alle autorità sanitarie per gli accertamenti diagnostici. In nessun caso sono state rilevate tracce di contagio. Al contrario, le analisi hanno evidenziato numerose lesioni traumatiche''.

E per potenziare ulteriormente la rete di sicurezza nei territori dell'Isola, la Regione Siciliana chiederà al Ministero il trasferimento - dagli accantonamenti effettuati in finanziaria per fronteggiare l'emergenza aviaria - dei fondi necessari per attivare provvedimenti straordinari. La Giunta ha autorizzato l'assessore alla Sanità all'impiego di ulteriori 6 veterinari e 18 tecnici a contratto per 6 mesi e comunque per tutta la durata dell'emergenza presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia. Deliberata l'autorizzazione agli incentivi ed agli straordinari per il personale dello stesso IZS che dovrà garantire la vigilanza 24 ore su 24 fino ad emergenza superata, l'acquisto di nuove attrezzature fra cui ulteriori centraline di sterilizzazione, protezioni per gli operatori che effettuano i recuperi e le analisi e materiali monouso, e l'attivazione di due nuove sezioni di controllo veterinario IZS ad Agrigento e Trapani con l'impiego di ulteriori 18 unità di personale. L'Assessorato sta, adesso, procedendo alla ricognizione di eventuali altre esigenze da parte dei servizi veterinari provinciali, da inserire nell'elenco da ammettere a finanziamento proprio con i fondi per l'emergenza aviaria

Nel frattempo continua anche il monitoraggio dei servizi veterinari dell'Asl 3 di Catania sull'intero territorio della provincia. ''La situazione - sottolinea il direttore generale, Antonio Scavone - è sotto controllo non vi è alcun rischio per l'uomo e per la sicurezza delle carni avicole e delle uova''. Dalla Asl 3 precisano anche le indicazioni da seguire per il pollo rurale:
1) deve essere allevato, per quanto possibile, nei locali di allevamento, evitando l'esposizione all'aperto e dotando le aperture di doppie reti antipassero; qualora questo non sia realizzabile, proteggere le aree aperte mediante l'applicazione di doppie reti antipassero;
2) deve essere alimentato e abbeverato al chiuso, o sotto una copertura che scoraggi in modo sufficiente la sosta di volatili selvatici ed eviti il contatto dei volatili selvatici col mangime e l'acqua destinati al pollame;
3) non deve essere abbeverato con acqua proveniente da serbatoi di superficie cui abbiano accesso i volatili selvatici, a meno che l' acqua non sia stata trattata in modo da garantire l'inattivazione di eventuali virus. Qualora l'allevatore non ritenesse opportuno eseguire gli interventi strutturali previsti dall'ordinanza, gli animali possono essere abbattuti per l'autoconsumo.

Più controlli e precauzioni
80mila polli, settemila uova e centri di imballaggio sequestrati in un raggio di 10 chilometri dai luoghi dove sono stati rinvenuti uccelli migratori, provenienti dai paesi dell'Est, e risultati positivi al virus H5N1. È il risultato di una serie di controlli a tappeto effettuati dai carabinieri del Nas di Napoli in Calabria e in Sicilia.
Da Gela ad Agrigento, da Cirò Marina a Siracusa il quadro che si è presentato alle forze del Nas è stato quasi sempre lo stesso: assenza di reti di protezione, al fine di evitare contatti tra i capi presenti e i volatili selvatici, allevamenti, realizzati in alcuni casi perfino sul terrazzo di un'abitazione privata, in assenza delle prescritte autorizzazioni, centri di imballaggio con gravi carenze igienico-sanitarie.
I controlli sono stati, in particolare, effettuati nelle ''zone di protezione e di sorveglianza'', come espressamente individuato dalla recente ordinanza del Ministero della Salute dello scorso 11 febbraio. Zone, quelle di protezione, comprese in un raggio di almeno tre chilometri dai luoghi di rinvenimento dei volatili, e di almeno 10 chilometri, inclusa la zona di protezione, per ciò che riguarda le aree di sorveglianza.

Ventimila galline ovaiole, per un valore di circa 100.000 euro, il risultato del sequestro effettuato, in via cautelativa, a Siracusa dopo che i militari hanno accertato che le aree esterne di un allevamento avicolo non erano munite di reti di protezione al fine di evitare contatti tra i capi presenti e volatili selvatici (reti antipassero previste dalle misure di bio-sicurezza di cui all'art. 2 dell'ordinanza del ministero della Salute datata 22 ottobre 2005). Un allevamento non denunciato alla competente autorità veterinaria, privo delle reti di protezione e posizionato sul terrazzo di un'abitazione privata è stato, invece, sequestrato, insieme a 70 galline ovaiole, a Rosolino (Siracusa). Assenza delle dovute autorizzazioni, infine, anche per altri due allevamenti scoperti a Gela (conteneva 50 galline ovaiole) e ad Agrigento dove i carabinieri del Nas di Palermo hanno sequestrato 500 galline ed un capannone.
In Calabria, a Cirò Marina (Crotone), il sindaco ha disposto la chiusura di un allevamento avicolo costituito da 14 capannoni con 60.000 galline ovaiole, poiché nel contesto di precedente ispezione effettuata dal Nas di Cosenza è risultato privo di certificato di agibilità, di autorizzazioni sanitaria e per gli scarichi reflui e mantenuto in pessime condizioni. A Cetraro, in provincia di Cosenza, i militari hanno sequestrato un centro di imballaggio uova per carenze igienico-sanitarie e strutturali e 7mila uova. Il titolare è stato inoltre segnalato all'autorità giudiziaria per aver detenuto per la successiva commercializzazione confezioni di uova recanti false indicazioni circa l'allevamento di provenienza.

Intanto ieri, ancora in Sicilia, quattro cigni reali sono stati ritrovati all'interno del perimetro dell'aeroporto Fontanarossa di Catania. Lo hanno reso noto i servizi veterinari dell'Ausl 3. Le carcasse sono state consegnate all'Istituto zooprofilattico della stessa Ausl 3 per i primi esami. Nella provincia di Catania sono stati rinvenuti, nei giorni scorsi, altri cigni reali poi risultati affetti dal virus H5N1, il ceppo più aggressivo dell'influenza aviaria.
E sempre nella giornata di ieri, sono risultati positivi al virus H5N1 i due cigni trovati morti a Rodi Garganica, in provincia di Foggia, e nell'oasi delle Cesine di Vernole, in provincia di Lecce.
Salgono così complessivamente a otto i casi di influenza aviaria da virus H5N1 rilevati in Italia su cigni selvatici morti.

''Non alimentiamo la psicosi''
''Siamo tutti allertati ma bisogna stare sereni, non siamo in una situazione critica''. Lo ha detto il capo della protezione civile Guido Bertolaso in merito all'emergenza aviaria a margine della firma di un accordo con l'associazione nazionale bonifiche contro il rischio idrogeologico.
''Non è una questione drammatica per la salute pubblica ma solo per l'economia del nostro paese. Non voglio minimizzare - ha aggiunto Bertolaso - ma il problema è di carattere veterinario e tale rimarrà se si farà prevenzione e non disinformazione''. ''Non è la prima volta che si trovano cigni morti. C'è eccessiva enfasi. Noi - ha sottolineato Bertolaso - siamo pronti a fare la nostra parte ma non è questo il compito principale di cui si deve occupare la Protezione Civile''. Nel 2004, ha riferito quindi Bertolaso, ci sono stati 317 casi di meningite ''metà dei quali hanno colpito i nostri bambini e non ho trovato notizie in tal senso invece - ha concluso Bertolaso - si parla di influenza aviaria che non ha casi nella popolazione italiana''.

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15 febbraio 2006
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