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L'integrazione possibile. E stata varata la ''Carta dei valori della cittadinanza e dell'integrazione''

24 aprile 2007

Diritti e doveri, lavoro e salute, scuola e istruzione, ma soprattutto laicità e libertà religiosa, in uno strumento programmatico che orienti la convivenza tra culture diverse nel nostro paese.
Sono questi i principio da cui nasce la ''Carta dei valori della cittadinanza e dell'integrazione'', voluta dal ministro dell'Interno Giuliano Amato e presentata e firmata ieri al Viminale dal un Comitato scientifico appositamente costituito e presieduto dal professor Carlo Cardia.
Un documento preparato in sei mesi di lavoro, in cui il Comitato scientifico ha incontrato decine di comunità straniere, religiose, associazioni di rappresentanza delle donne immigrate in Italia. L'obiettivo: definire diritti e doveri uguali per tutti per ''fare società'' ha detto l'onorevole Fouad Allam, uno dei componenti del Comitato scientifico.

La Carta, che non un testo giuridico, ha come bussola la Costituzione italiana del 1947 e diversi trattati internazionali in materia di diritti dell'individuo. Si propone come una sorta di ''patto di convivenza'' per intervenire contro la demonizzazione dello straniero, fare quadrato intorno a ''ciò che ci unisce, invece di ciò che ci divide'' e provare a promuovere un modello d'integrazione nuovo e originale in un'epoca in cui il multiculturalismo inglese e l'assimilazionismo francese hanno evidenziato chiaramente i loro limiti.
Una carta che - ha sottolineato il prof. Cardia - si propone di ribadire il principio che ogni cittadino immigrato debba godere di tutti i diritti previsti dal nostro sistema ma debba anche avere gli stessi doveri ''senza coni d'ombra e zone franche''.
Principi fondamentali: la centralità della persona umana e la sua dignità alla base dell'idea dell'integrazione, l'uguaglianza fra uomo e donna in qualunque momento della vita sociale e il diritto alla libertà religiosa.

La Carta, costituita da 1 preambolo, 7 capitoli e 31 principi, pone al centro la ''sua'' questione fondamentale: i diritti della persona, qualsiasi essa sia. Riafferma il principio della ''laicità dello Stato e del pieno riconoscimento della libertà religiosa individuale e collettiva''.
Laicità e pluralismo religioso, diritto per ciascuno all'insegnamento nelle scuole della propria religione, ma anche dignità della persona, con un riferimento specifico alla condizione della donna e ai minori. Diritti e doveri, per il cittadino immigrato ''ma anche per quello italiano''.
''L'uomo e la donna hanno pari dignità e fruiscono degli stessi diritti dentro e fuori la famiglia...'' e ancora... ''La famiglia è monogamica... L'Italia proibisce la poligamia come contraria ai diritti della donna'', ''Alle donne, agli uomini, ai giovani immigrati l'Italia offre un cammino d'integrazione rispettoso delle identità di ciascuno...''.
Accoglienza e positività sono gli attributi della laicità: ''Accogliente perché si intende valorizzare il patrimonio culturale di ciascuno, e positiva perché l'Italia rispetta le diversità. Proprio per tutto ciò una laicità ferma e rigorosa. Un contesto necessario per garantire una effettiva libertà religiosa, da cui però deve essere esclusa in modo netto ogni forma di violenza o di istigazione alla violenza in nome della religione''.
Ampio spazio è dedicato inoltre alla scuola, nelle parole di Cardia ''un luogo fondamentale per l'incontro e l'integrazione delle culture ma anche per la formazione della persona, l'educazione alla legalità, la promozione dei diritti ed il rispetto delle differenze culturali e religiose''. Valori fondamentali sono inoltre la condanna dell'antisemitismo, del terrorismo e della xenofobia, oltre all'impegno dell'Italia per l'abrogazione della pena di morte.

Ora la ''Carta dei valori della cittadinanza e dell'integrazione'' ora verrà sottoposta alle comunità immigrate residenti nel nostro Paese. La sua riuscita o sconfitta sarà determinata dalla reazione che le comunità straniere e religiose avranno dopo aver esaminato il testo. Il Comitato scientifico avrà il compito ''di diffondere la Carta, raccogliere le adesioni e approfondirla con i contributi di chiunque voglia rendersi partecipe di questo processo'', ha spiegato il ministro Amato non escludendo, infine, che alcune parti del testo potrebbero essere spunto di future modifiche normative. Il riferimento è alla legge di riforma sulla cittadinanza, al momento all'attenzione del Parlamento e che vede divise ancora le forze della coalizione di maggioranza sulle modalità per la verifica dell'integrazione.

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24 aprile 2007
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