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L'inusuale convocazione

La trattativa Stato-mafia e il "testimone" Giorgio Napolitano

18 ottobre 2013

Il Presidente della Repubblica deporrà come testimone al processo per la trattativa tra Stato e mafia. Lo hanno deciso i giudici della Corte d'assise di Palermo, presieduta da Alfredo Montalto, che hanno così accolto, seppure in parte, la richiesta avanzata nelle scorse udienze dal pm Nino Di Matteo.
Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano era stato citato dai pm per riferire in aula sulle "preoccupazioni espresse dal suo consigliere giuridico Loris D'Ambrosio nella lettera del 18 giugno 2012 - si legge nella richiesta della Procura di Palermo - concernenti il timore di D'Ambrosio 'di essere stato considerato solo un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi', e cioè nel periodo tra il 1989 e il 1993".

"Il Presidente Napolitano non sarà ascoltato sul contenuto dei colloqui precedenti alla lettera inviata dal consigliere giuridico Loris D'Ambrosio il 18 giugno 2012 al Capo dello Stato", ha sottolineato il Procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi, dopo la decisione dei giudici della Corte d'assise di ascoltare come testimone il Capo dello Stato. Facendo riferimento alla sentenza della Corte costituzionale dello scorso dicembre, oggi i giudici hanno deciso che è ammissibile la testimonianza di Napolitano, "ma con i limiti della sentenza della Corte costituzionale - ha aggiunto Teresi - secondo cui il Presidente gode di una speciale prerogativa che è la particolare riservatezza delle sue conversazioni. Quindi la testimoniana non potrà mai vertere sulle conversazioni che ha avuto eventalmente con D'Ambrosio precedenti alla lettera del giugno 2012".

I giudici hanno anche ammesso un'altra richiesta della Procura: la trascrizione delle conversazioni telefoniche fra Loris D'Ambrosio e l'ex ministro degli Interni Nicola Mancino, che era intercettato dalla Procura di Palermo nell'ambito dell'indagine sulla trattativa Stato-mafia.
In merito alla decisione della Corte di Assise di Palermo sulla deposizione del Capo dello Stato, l'ufficio stampa della Presidenza della Repubblica ha informato che "si è in attesa di conoscere il testo integrale dell'ordinanza di ammissione della testimonianza adottata dalla Corte di Assise di Palermo per valutarla nel massimo rispetto istituzionale".

Il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri ha commentato così la vicenda: "Non ho letto la motivazione, prima vorrei documentarmi. Certo mi lascia un po’ perplessa" e la convocazione "mi sembra un po’ inusuale".
Ecco il testo dell'ordinanza della Corte d'assise nel capitolo su Giorgio Napolitano: "La testimonianza del Presidente della Repubblica è espressamente prevista dal Codice di procedura penale che disciplina infatti le modalità della sua assunzione, tuttavia deve tenersi conto dei limiti contenutistici che si ricavano dalla sentenza della Corte costituzionale del 4 dicembre 2012 e pertanto la testimonianza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano richiesta dal pubblico ministero può essere ammessa nei soli limiti delle conoscenze del detto teste che potrebbero esulare dalle funzioni presidenziali, pur comprendendo in esse le attività informali".

I pm hanno ottenuto anche la citazione di Pietro Grasso, oggi presidente del Senato. Così spiegano i magistrati nella lista testi depositata in cancelleria: "Il dottor Grasso dovrà riferire in ordine alle richieste provenienti dall'odierno imputato Nicola Mancino aventi ad oggetto l'andamento delle indagini sulla trattativa, l'eventuale  avocazione delle stesse e/o il coordinamento investigativo delle Procure interessate".

La prossima udienza è stata fissata per il 24 ottobre. Si inizia con i testi del pubblico ministero. Verranno ascoltati Susanna Lima, la figlia dell'eurodeputato Dc ucciso nel marzo 1992, e Rino Germanà, ex capo della squadra mobile di Trapani. Il pm Nino Di Matteo ha annunciato di voler citare per le prossime udienze i pentiti Giovanni Brusca, Leonardo Messina e Nino Giuffrè. Brusca è stato il primo collaboratore di giustizia a parlare di una trattativa mafia-Stato, nel 1997.

- La lettera di Loris D'Ambrosio a Giorgio Napolitano

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica/Palermo.it]

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18 ottobre 2013
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