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L'invenzione della Padania...

Il presidente della Camera Gianfranco Fini avverte: "Con le sortite della Lega a rischio coesione nazionale"

22 giugno 2010

Certe sortite della Lega legate al 'Va' pensiero' alla 'Stella delle Alpi' o alla Padania "non mettono a rischio l'Italia dal punto di vista dell'unità nazionale, bensì, se la cultura politica nazionale non le contrasta, mettono a rischio la coesione nazionale".
E' stata chiara l'affermazione del presidente della Camera, Gianfranco Fini, durante il dibattito organizzato dalle fondazioni Farefuturo e Spadolini Nuova Antologia su 'Patriottismo repubblicano e unità nazionale', svoltosi ieri a Palazzo Marini.
Fini ha rimarcato che "la Padania è una invenzione propagandistico-lessicale della Lega: compito di una cultura politica, che sia cosciente della storia d'Italia, è contrastare in modo molto netto queste invenzioni".

Nel suo intervento la terza carica dello Stato ha parlato anche di riforme, sottolineando che l'attuale Titolo V della Costituzione appare "raffazzonato" e "meritevole di essere rapidamente modificato".
Già in un'intervista al quotidiano israeliano Yediot Aharonot pubblicata ieri, alla vigilia della sua visita in Israele, Fini aveva messo in chiaro che in Italia non è immaginabile un separatismo di tipo belga. Nell'intervista, alla domanda se il mancato tifo di alcuni leghisti per la nazionale italiana ai mondiali sia un segnale di una possibile deriva belga, Fini replica: "No, no. In Belgio le differenze sono a sfondo etnico e linguistico. Qui, Nord o Sud, siamo tutti italiani. La Lega Nord si diverte a fare provocazioni. Non è concepibile proporre in Italia una separazione analoga a quella che viene richiesta in Belgio". Eppure, argomenta l'intervistatore, il peso della Lega aumenta nella coalizione. "Va aumentando - risponde Fini - ma non per queste stupidaggini, bensì per la loro capacità di comprendere le necessità del cittadino. Su cento loro elettori, nemmeno uno li vota per motivi di separatismo, bandiere o inni. E' importante che la politica italiana esorti a cessare queste provocazioni. Bisogna protestare, ma non dar loro troppo significato e importanza".

Ritornando all'intervento di ieri a Palazzo Marini, Fini ha detto che "il rischio per il senso di italianità è forse quando non si contrastano le goliardate, ma è anche più forte se si finisce con il derubricare l'italianità in una sorta di operazione museale volta a relegarla ad una specie di storia del passato". E allora, secondo Fini, "non basta contrastare la sortita propagandistica, ma occorre anche essere capaci oggi di far capire che essere italiani significa riconoscersi in alcuni valori non trattabili che sono alla base di un'identità di un popolo". E' per questo che, per Fini, "bisogna stare attenti a non derubricare le affermazioni della Lega come sortite goliardiche fini a sé stesse".
La migliore risposta alle affermazioni della Lega, ha concluso Fini, è una "azione culturale e pedagogica tesa a riaffermare cosa si intenda per nazione". Il presidente della Camera ha poi sottolineato come i mondiali insegnino una cosa. E cioè che "in Germania è in corso un dibattito perché nella Nazionale giocano molti di nazionalità tedesca ma di genitori nati altrove. E' la riprova del fatto che una società che deve affrontare il futuro ha l'obbligo di porsi il problema dell'integrazione dello straniero soprattutto se questi riconosce pienamente alcuni valori, giurando fedeltà a quella Costituzione e, divenendo figlio di quella comunità, arriva magari perfino alla maglia della Nazionale".

Le affermazioni di Fini sono state accolte con ironia dalla Lega. Il ministro per la Semplificazione Normativa e Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord, Roberto Calderoli ha replicato: "La Lega Nord, come ha ribadito ieri Umberto Bossi dal palco di Pontida, ha preso la strada del Federalismo. Tutto il resto è privo di fondamento. Ed è proprio per questo che tre ministri, Bossi, Tremonti e Calderoli, stanno lavorando a mille per poter portare entro giugno la relazione tecnica sul Federalismo e quattro decreti legislativi, relativi all'autonomia impositiva di Comuni e Province e ai costi e ai fabbisogni standard. C'è chi lavora per realizzare il federalismo, e conseguentemente la coesione, e chi, invece, si dedica alla filosofia...".
Luca Zaia, nuovo governatore del Veneto, rivolto a Fini ha detto: "Se la Padania è un'invenzione allora lo sono anche il Sud e la questione meridionale". "La Padania intesa come area socio-culturale, economica e politica - aggiunge - è una realtà censita a livello nazionale e internazionale dai più autorevoli osservatori". "Dire che non esiste una macro-area come la Padania - prosegue - significa non conoscere lo stato dell'arte della situazione. Significa negare l'evidenza, ovvero l'Italia a due velocità ormai riconosciuta in tutto il mondo". "Sono convinto che non metta a rischio il governo - dice l'esponente del Carroccio, sempre riferendosi alle parole di Fini - perché la Lega c'era anche prima delle elezioni, è servita a vincerle e per mandare al governo questa coalizione e serve per continuare a governare e fare le riforme. La Lega si conferma un alleato fedele nel rispetto degli impegni presi con il popolo".

La replica dei finiani è affidata a un corsivo di Filippo Rossi, che su FareFuturo Web Magazine scrive: "Avevamo promesso di non polemizzare con la Lega per almeno un mese. Promessa infranta. Chiediamo umilmente scusa, ma non ne possiamo fare a meno". E ancora: "Loro urlano per non far sentire la verità. Fanno fumo per nascondere l'assenza dell'arrosto". Per Rossi, le argomentazioni usate da Zaia (che ha parlato di area socio-economica) non fanno altro che confermare la bontà delle posizioni di Fini. "La Padania che non esiste è quella di cui parla l'articolo primo dello Statuto della Lega Nord: la Padania come Repubblica Federale indipendente e sovrana".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it, Corriere.it]

- La replica di Umberto Bossi nell'intervista di Alberto D'Argenio (Repubblica.it)

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22 giugno 2010
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