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L'ipotesi di una pandemia non è inevitabile...

Il virus dell'influenza suina ha fatto la sua prima vittima negli Stati Uniti d'America

29 aprile 2009

Il virus dell'influenza suina ha fatto la sua prima vittima negli Stati Uniti: un bambino di 23 mesi morto in Texas, ma che di recente era stato in viaggio in Messico.
"La situazione è grave, è necessaria la massima precauzione", ha detto il presidente Barack Obama, che ha ventilato la possibilità di chiudere le scuole dove si sono verificati contagi. Attualmente sono 65 i casi accertati negli Usa, la California ha proclamato lo stato d'emergenza e il presidente Obama ha chiesto al Congresso un miliardo e mezzo di dollari per fronteggiare la situazione. Finora i farmaci antivirali - Tamiflu e Relenza - si erano mostrati molto efficaci nel trattamento dell'influenza.
In Messico il numero di sospette morti per febbre suina è salito a 152, ma sta calando il ritmo di diffusione dell'epidemia. Lo ha reso noto il ministro messicano della Sanità, Jose angel Cordova, aggiungendo che per la prima volta vi sono segnali che l'epidemia sia entrata nella fase di rallentamento. Il numero dei morti è infatti calato, dai sei registrati sabato, ai cinque di domenica e i tre di lunedì. In calo anche i nuovi casi d'infezione scesi da 145 a 110 nelle ultime 24 ore. Di tutte le morti, al momento soltanto 26 sono stati confermati come vittime delle febbre suina. Per gli altri si è in attesa dei risultati degli esami. Per evitare il propagarsi del contagio tutte le scuole e università del Messico rimarranno chiuse sino al 6 maggio.

IL PRIMO CASO ACCERTATO DI FEBBRE SUINA IN MESSICO - E' un bambino di quattro anni, guarito, il primo caso accertato di febbre suina in Messico. Lo hanno confermato le autorità sanitarie messicane, precisando che il piccolo si è ammalato il 2 aprile a Perote, nello stato di Veracruz sulla costa del Golfo del Messico. Il bambino di quattro anni vive vicino a un grande allevamento di maiali gestito dalla compagnia americano-messicana Granjas Carroll. Il ministro messicano della Sanità ha spiegato che il piccolo faceva parte di un gruppo di abitanti di Perote che si sono ammalati di quella che allora sembrava una forma particolarmente grave d'influenza.
Di tutti i prelievi analizzati erano stati conservati solo quelli del bambino, che sono stati nuovamente analizzati quando si è cominciato a parlare di febbre suina. Si ignora quindi quante delle centinaia di persone che si erano ammalate a Perote avessero contratto la febbre suina.
Fin dalla metà di marzo, scrive il 'Los Angeles Times', gli abitanti di La Gloria, una frazione di Perote, avevano accusato il locale allevamento di suini di aver contaminato l'acqua e di provocare infezioni respiratorie fra gli abitanti. Ai primi di aprile vi era stata una manifestazione di protesta con i residenti che mostravano cartelli con disegni di maiali cancellati da una X e la scritta: "Pericolo". Gli abitanti hanno raccontato ai giornalisti che oltre la metà dei tremila residenti si era ammalata e che tre bambini sotto i due anni erano morti. La Granjas Carroll, che possiede un milione di maiali e si definisce il primo allevatore di suini del Messico, ha intanto emesso un comunicato rendendo noto che nessuno dei suoi impiegati ha mostrato segni della malattia e che nessuno degli ammalati di Perote è entrato in diretto contatto con i suoi maiali.
Il 13 aprile, si verificava la prima morte accertata per febbre suina: Adela Maria Gutierrez Cruz, 39 anni, deceduta nello stato di Oaxaca, a Sud di Città del Messico. La donna, si è poi appreso, era un'impiegata del censimento che raccoglieva dati porta a porta, entrando in contatto con moltissime persone.

OMS: ALLERTA A LIVELLO 5 SOLO SE SICURI DI PANDEMIA - Il livello d'allerta deciso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, rimane per ora a 4. Elevare l'allerta al livello 5 rappresenta una decisione molto importante, che l'Oms prenderà solo quando avrà certezza di trovarsi di fronte a una pandemia. E' quanto ha detto il portavoce dell'Oms, Gregory Hartl, ieri in una conferenza stampa a Ginevra. "L'importanza di una decisione del genere - ha spiegato il protavoce dell'Oms - è motivata anche dal fatto che ciò significa sospendere la produzione dei vaccini per l'influenza stagionale per concentrarsi solo su quello pandemico". Hartl ha inoltre confermato che al momento sono quattro le aziende farmaceutiche che stanno lavorando alla produzione di un vaccino, ribadendo però che ciò richiede diversi mesi.
Nella stessa conferenza stampa Keiji Fukuda, vicedirettore generale ad interim per la Sicurezza sanitaria e l'ambiente dell'Oms, ha affermato: "Non guardiamo con positività il modo in cui la situazione si sta evolvendo. L'ipotesi di una pandemia non è inevitabile, ma dobbiamo prepararci a questa evenienza".

Intanto, la Commissione europea ha precisato di non aver alcun motivo di raccomandare agli Stati membri Ue di vietare le importazioni dei prodotti a base di carne di maiale provenienti dai Paesi colpiti dalla febbre suina, perché non si tratta di una malattia trasmessa dagli alimenti.
"Il virus non è trasmesso dagli alimenti. Non c'è ragione di bloccare le importazioni di maiale, perché non si tratta di una malattia animale. Non sarebbe giustificato", ha spiegato a Bruxelles Nina Papadoulaki, portavoce del commissario europeo alla Salute, Androulla Vassiliou.
Secondo l'Organizzazione mondiale della salute animale (Oie), gli allevamenti di maiali non sono responsabili di questa nuova epidemia influenzale.

QUALCHE CONSIGLIO PER I VIAGGIATORI - Evitare la visita di mercati o di fattorie in cui si può venire a contatto con suini, che potrebbero essere infetti; consumare cibi a base di carne suina solo dopo accurata cottura; evitare di portare le mani a contatto con occhi, naso e bocca; lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con detergenti a base di alcool.
Sono questi i consigli che Confindustria Assotravel rivolge ai viaggiatori diretti in aree interessate da focolai di influenza suina e contenuti nell'opuscolo, predisposto sulla base delle indicazioni del ministero del Lavoro e della Salute, che le agenzie di viaggio potranno distribuire ai propri clienti. La vaccinazione con i tradizionali vaccini influenzali (vaccini stagionali), si legge nel testo dell'opuscolo, pur sollecitando le difese immunitarie probabilmente non è efficace nei confronti di questa specifica infezione. E, nel caso in cui si ritenga di essere stati esposti, durante il viaggio, a contatto con suini o con persone affette da influenza suina, si dovrà tenere sotto controllo il proprio stato di salute durante il periodo di permanenza nel Paese.
Se durante questo periodo si dovesse accusare febbre e sintomatologia simil-influenzale (come faringite, tosse secca, mal di testa, dolori muscolari) si raccomanda di consultare un medico in loco, anche telefonicamente, o di contattare i numeri telefonici che verranno indicati, segnalando l'eventuale contatto con suini o persone affette da influenza.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing]

 

 

 

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29 aprile 2009
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