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L'Iran ad un passo dall'atomica

Israele risponde alla presunta minaccia: "Sempre più probabile un attacco contro l'Iran". Ma Teheran nega

08 novembre 2011

L'Iran sarebbe ormai a un passo dall'atomica. Secondo il rapporto che l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Iaea) dovrebbe divulgare oggi, Teheran è riuscita a superare tutti i maggiori problemi tecniche la separavano dallo sviluppo di armi nucleari.
Lo ha scritto il Washington Post e la notizia rilancia con forza l'ipotesi di un attacco israeliano contro le installazioni nucleari iraniane, ipotesi già alimentata nei giorni scorsi dalle indiscrezioni trapelate sul dibattito in seno al governo Netanyahu. La Russia con il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, ha avvertito che un attacco sarebbe "un errore molto grave".
Da Teheran, la leadership iraniana nega con forza di lavorare all'atomica. L'ayatollah Ahmad Khatami ha avvertito l'Aiea della gravità di pubblicare "documenti falsi" e ha esortato l'agenzia a non farsi strumento degli Usa.
Ad accusare l'Agenzia internazionale per il nucleare che il rapporto sul programma nucleare  è "contraffatto", anche il ministro degli Esteri della Repubblica islamica, Ali Akbar Salehi, citato da Al Arabiya. "Sono convinto che questi documenti manchino di autenticità. Ma se insistono dovrebbero andare avanti e pubblicarli. Meglio fronteggiare il pericolo una volta che essere sempre in pericolo", ha detto Salehi a Teheran. Per l'Aiea, ha proseguito, "la questione del nucleare iraniano non è tecnica o legale, ma interamente politica. Se l'Agenzia la affrontasse da un punto tecnico o legale, allora dovrebbe dire che tutto è trasparente".

L'Iran dunque, secondo l'Aiea, dispone adesso delle conoscenze necessarie per costruire armi nucleari: l'obiettivo è stato raggiunto grazie all'assistenza ricevuta da scienziati stranieri, che gli hanno fornito la tecnologia e il know-how necessari. Sul rapporto trimestrale sul processo di arricchimento dell'uranio da parte iraniana sono uscite diverse indiscrezioni: sabato era trapelato che gli ispettori dell'agenzia Onu avrebbero fornito le prove dell'esistenza a Parchin, una trentina di chilometri a sud-est di Teheran, di un impianto utilizzato per la sperimentazione di esplosivi ad alto potenziale, utilizzati quale innesco per testate atomiche.
Adesso - ha rivelato il Washington Post - emerge che un non meglio identificato esperto in armamenti sofisticati, originario dell'ex Unione Sovietica, avrebbe istruito i colleghi iraniani sul confezionamento di detonatori a elevata precisione, del tipo impiegato appunto per avviare il processo di reazione nucleare a catena. Il regime degli ayatollah si sarebbe avvalso anche della collaborazione di ricercatori pakistani e nord-coreani, riuscendo a raggiungere la soglia della vera e propria capacità nucleare. Una circostanza confermata dallo stesso presidente israeliano, Shimon Peres, quando ha affermato che Teheran potrebbe arrivare all'atomica entro sei mesi.

In attesa dell'ufficializzazione del rapporto, l'Iran continua a negare. Il presidente Mahmoud Ahmadinejad ha affermato che Israele e Usa "temono il ruolo e le capacità crescenti dell'Iran" e perciò "stanno cercando di ottenere il sostegno internazionale per un'operazione militare" contro Teheran.
Teheran, inoltre, avverte di essere pronta ad esportare all'estero la propria tecnologia nucleare. "Abbiamo compiuto incredibili progressi negli ultimi anni", ha detto il capo dell'Agenzia nazionale per l'energia atomica, Fereidun Abbasi. "L'Iran - ha concluso - può entrare sul mercato come Paese esportatore, in particolare delle tecnologia".

Ma Israele preme. Shimon Peres ha definito nei giorni scorsi "sempre più probabile un attacco contro l'Iran" da parte di Israele e altri paesi: "I servizi d'intelligence di vari paesi che lo sorvegliano, avvertono che l'Iran è pronto ad ottenere l'arma atomica. Dobbiamo rivolgerci a questi paesi, assumere degli impegni e fare ciò che va fatto: il che prevede una lunga lista di opzioni", ha detto il presidente alla tv israeliana. Già due giorni fa in una intervista a Channel 2 Peres aveva dichiarato che Israele era "più vicino a ricorrere all'opzione militare che a trovare una soluzione diplomatica contro la minaccia" del programma nucleare di Teheran, sottolineando che l'Iran era molto vicino alla produzione della bomba atomica.
Il ministro della Difesa Ehud Barak ha ribadito in un'intervista alla Bbc che un Iran nucleare rappresenterebbe "una grossa minaccia per il mondo" anche perchè una atomica iraniana "rischierebbe di aprire una corsa al nucleare in Medio Oriente".
All'avviso del presidente israeliano Peres, è arrivata la brusca risposta della Francia: un attacco militare contro le installazioni nucleari iraniane creerebbe una situazione "totalmente destabilizzante". Ne è convinto il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, che ha spiegato che Parigi punta piuttosto a inasprire le sanzioni contro Teheran.
La Francia è favorevole ad altre misure coercitive nel timore che l'opzione militare, che negli ultimi giorni ha ripreso corpo, possa causare un disastro. "Possiamo ancora inasprire le sanzioni per fare pressione sull'Iran, e stiamo insistendo su questa linea perché un intervento militare creerebbe una situazione totalmente destabilizzante nella regione", ha detto il ministro a radio Europe 1, aggiungendo: "dobbiamo fare tutto per evitare l'irreparabile".

Gli Stati Uniti si sono detti "assolutamente" preoccupati dell'eventualità di non essere avvertiti preventivamente, nel caso in cui Israele decidesse di attaccare l'Iran per neutralizzarne le capacità nucleari: è quanto ha scritto il quotidiano israeliano Haaretz, che cita fonti riservate del Pentagono, secondo cui la probabilità di un'offensiva da parte dello Stato ebraico è crescente. Nelle ultime settimane, si legge ancora sul quotidiano israeliano che cita fonti ministeriali riservate, è aumentata in misura esponenziale la vigilanza Usa sulle mosse d'Israele e dell'Iran, affidata tanto al Comando Centrale quanto a quello in Europa.

[Informazioni tratte da AGI, TMNews, Repubblica.it]

- Iran, uno scienziato russo ammette: "Hanno un programma atomico militare" di D. Mastrogiacomo (Repubblica.it)

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08 novembre 2011
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