Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

L'Iran atomico

La preoccupazione della comunità internazionale verso la continua avanzata nucleare di Ahmadinejad

28 settembre 2009

Ieri, domenica 27 settembre, a due giorni dalle rivelazioni dell'esistenza di un secondo impianto di arricchimento dell'uranio nei pressi della città santa di Qom, finora tenuto nascosto da Teheran, l'Iran ha effettuato il lancio di due nuovi missili a corto raggio del tipo Tondar 69 e Fateh 110, nella prima giornata di un programma di esercitazioni militari dei Pasdaran, i Guardiani della Rivoluzione. I test hanno riguardato anche un dispositivo di lancio multiplo. Oggi è stata la volta di un missile a lungo raggio Shahab-3. Il test ha avuto successo, hanno reso noto i portavoce dei Pasdaran parlando del lancio. Il missile ha una gittata di 2mila chilometri.  I test, che dovrebbero proseguire per i prossimi 10/11, giorni, hanno il nome in codice "Payghambar-e Azam 4" o "il grande messaggero 4".

I vertici militari iraniani hanno più volte affermato di essere pronti ad usare un missile Shahab 3 per colpire Israele in caso di un attacco israeliano contro i propri siti nucleari. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Hassan Ghashghavi, ha comunque affermato che i test missilistici in corso non hanno nulla a che vedere con la vicenda dell'impianto di Qom, ma sono parte di esercitazioni annuali realizzate per controllare e migliorare la capacità di deterrenza delle forze iraniane in caso di risposta ad un attacco. Il portavoce è tornato a poi confutare il fatto che l'impianto realizzato tra le montagne nei pressi della città di Qom fosse segreto, affermando che era stata informata l'Aiea e che la struttura è destinata solo a scopi civili. Ed ha poi attaccato l'agenzia atomica internazionale per aver reso nota l'esistenza dell'impianto violando un vincolo di riservatezza.

Ecco come l'intelligence ha scovato l'impianto nucleare di Qom - La scoperta di un nuovo impianto nucleare, quello di Qom, con annesso centro ricerche conferma quanto denunciato più volte nei giorni scorsi dai leader dell'opposizione iraniana all'estero, secondo i quali Teheran sarebbe ormai vicina ad avere l'arma atomica, scadenza che gli esperti arabi pongono da qui a sei mesi. E' stato proprio grazie al loro lavoro che l'intelligence americana e quella israeliana sono riuscite a risalire all'esistenza di questo impianto nucleare posto sul crinale di una montagna a poca distanza da quella che è considerata la capitale dello sciismo a livello mondiale.
A pochi passi dalla sede della cosiddetta 'Hawza Ilmiya' (scuola giuridica) di Qom, dove si trova il clero più importante e potente del paese e del mondo sciita, Mohsen Fakrizadeh, scienziato fedele a Mahmodu Ahmadinejad, sta sviluppando i "progetti 110" e "111" che hanno come obiettivo quello di arrivare ad avere la bomba atomica e rendere l'Iran una potenza regionale inattaccabile.
Secondo il giornale arabo 'al-Sharq al-Awsat', i servizi segreti occidentali sembra abbiano avuto l'imbeccata dai capi dei Mujahidin del Popolo presenti in Iraq. Questi ultimi hanno saputo da loro militanti presenti in territorio iraniano che poco al di là del confine era in attività un impianto industriale dove in realtà si lavorava allo sviluppo di detonatori per un ordigno atomico. Secondo gli oppositori si lavorava alla costruzione di bombe tanto potenti da essere piazzate sulle testate nucleari e che siano in grado quindi di farle esplodere.
Su questa scia hanno lavorato gli agenti americani, israeliani e probabilmente anche tedeschi, i quali hanno subito capito che, oltre al noto impianto di Natanz, già conosciuto dall'Agenzia per l'Energia atomica (Aiea), ce ne doveva essere per forza un altro, magari nascosto proprio nel cuore del mondo sciita laddove il regime si sente più al sicuro.

Con una lettera del maggio 2008, la Aiea ha inoltre chiesto a Teheran informazioni sulla rete di fornitori che farebbe perno a Dubai, rete su cui sono emerse tracce, non ultime quelle relative a due arresti, avvenuti in Canada e in Germania. Nel primo caso, le Giubbe Rosse hanno accusato un broker con doppia cittadinanza, iraniana e canadese, Mahmoud Yadegari, di aver acquistato due trasduttori a pressione, componenti chiave di macchine centrifughe utilizzate per l'arricchimento dell'uranio, tentando di spedirli per via aerea a Dubai.
Nel secondo caso a Dubai erano destinate anche le spedizioni del tedesco iraniano Mihsen Vanaki, che avrebbe usato "la sua società di import export per acquistare materiale dual use, cioè utilizzabile sia per programmi nucleari civili che per quelli militari, da rivendere a società di facciata iraniane di base negli Emirati".
Non sono mancati infine gli allarmi lanciati dagli analisti arabi, secondo i quali già entro i prossimi sei mesi Teheran avrà la sua bomba atomica. Secondo Muhammad Abdel Salam, presidente dell'unità di studi sul nucleare del centro egiziano al-Ahram, "siamo in una situazione di allarme e se l'occidente è così preoccupato è perché ormai siamo davanti a una scadenza a breve termine". Intervistato dalla Tv di Dubai, 'al-Arabiya', Muhammad Abdel Salam ha inoltre aggiunto: "Entro i prossimi 3 o 6 mesi gli iraniani potrebbero chiudere il capitolo nucleare. Dopo aver scoperto la centrale che contiene 8mila centrifughe e l'ingente quantità di uranio impoverito in loro possesso è evidente che ormai non hanno più nulla da nascondere in Iran. Se rivelano di avere le centrali e le tecnologie giuste è perché sanno che entro 6 mesi dovranno annunciare di avere l'atomica".
Per due giorni fa l'agenzia di stampa iraniana Fars ha annunciato che entro breve tempo l'impianto di Qom entrerà in servizio a pieno regime, e che per "per questo motivo, le autorità iraniane non escludono il ricorso alle armi per difendere questo impianto" da un intervento militare occidentale che a Teheran è considerato quasi inevitabile.

Barack Obama non esclude l'opzione militare contro Teheran - Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, assieme ai leader di Gran Bretagna e Francia, dal G20 a Pittsburgh ha espresso una dura condanna contro l'Iran per aver avviato la costruzione segreta di un secondo impianto per l'arricchimento dell'uranio.
"Ho sempre detto che non escludiamo nessuna opzione quando si tratta degli interessi della sicurezza americana" ha detto il capo della Casa Bianca nella conferenza stampa conclusiva del vertice del G20 a Pittsburgh, dopo aver denunciato l'esistenza di un secondo sito nucelare iraniano. "Vorrei anche sottolineare - ha aggiunto - che la mia linea di azione preferita è risolvere la questione in maniera diplomatica. Tocca agli iraniani rispondere". "Penso che l'Iran sia avvertito che, quando c'incontreremo il primo ottobre, devono diventare 'puliti' e devono fare una scelta" ha proseguito Obama, riferendosi al prossimo incontro a Ginevra fra l'Iran e il gruppo del 5+1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania). Il presidente ha poi evidenziato "la dimostrazione senza precedenti di unità" che si è registrata sull'Iran all'Assemblea generale dell'Onu e al G20. "Questo tipo di solidarietà - ha affermato - non è scontato. Chiunque abbia seguito la vicenda sarebbe stato stato dubbioso fino a pochi mesi fa sulla possibilità di una rapida risposta come questa".
Oltre a Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna "anche Cina e Russia hanno diffuso dichiarazioni chiedendo un'immediata indagine dell'Aiea", ha rimarcato Obama. Che infine ha voluto garantire la veridicità delle accuse contro l'Iran. "Questo è stato il prodotto di tre agenzie d'intelligence, non una", ha detto riferendosi anche ai servizi francesi e britannici. "Queste agenzie d'intelligence hanno controllato il loro lavoro in maniera accurata. Penso che la risposta che vedete oggi indichi fino a che punto queste prove siano solide e indichino fino a che punto l'Iran stia costruendo un impianto non dichiarato per l'arricchimento dell'uranio, contrariamente alle risoluzioni dell'Onu".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Adnkronos/Aki]

- "Ecco come Israele prepara l'attacco all'Iran" di A. Aquar (Repubblica.it)

 

 

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

28 settembre 2009
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia