L'Iran ha avviato l'arricchimento dell'uranio mentre...
... l'ayatollah Khamenei ha lanciato la sfida alle arroganti potenze occidentali
L'Iran ha iniziato il processo di arricchimento dell'uranio al 20% nell'impianto di Natanz. Lo ha reso noto la televisione di stato al Alam, aggiungendo che erano presenti ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea).
Sfidando l'occidente, che l'accusa di voler fabbricare bombe nucleari, Teheran aveva notificato ieri all'Aiea di voler dare inizio alle operazioni per l'arricchimento dell'uranio (LEGGI). L'Iran sostiene che il suo è un programma a scopi soltanto pacifici.
Fino all'altro ieri Teheran arricchiva l'uranio al 3,5%, malgrado l'Onu abbia chiesto la sospensione di queste operazioni e imposto sanzioni internazionali di fronte al rifiuto iraniano di ottemperare alla richiesta. L'uranio arricchito al 20% servirà a scopi di ricerca medica per un reattore in funzione a Teheran. Secondo esperti citati dalla Bbc, ci vorrà circa un anno perché le 2mila centrifughe di Natanz raggiungano l'obiettivo del 20%. Per una bomba nucleare serve uranio arricchito al 90%, ma per arrivare dal 20% al livello bellico bastano solo sei mesi e un numero di centrifughe comprese fra 500 e mille.
La sfida di Khamenei: "Daremo un pugno all'occidente" - In vista dell'anniversario della rivoluzione iraniana, il prossimo 11 febbraio, lo scontro tra l'Occidente e l'Iran riguarda non solo il nucleare ma anche anche i diritti umani. La guida spirituale, l'ayatollah Ali Khamenei, ha infatti annunciato che l'Iran darà un ''pugno'' alle ''arroganti'' potenze occidentali.
In un discorso rivolto all'aviazione militare iraniana il leader supremo ha dichiarato: "Il 22 di Bahman (11 febbraio nel calendario persiano, ndr) la Nazione iraniana, unita e con la grazia di Dio, sferrerà un cazzotto tale all'arroganza dell'Occidente, che lo lascerà stordito". Il governo ha messo in cantiere una serie di solenni cerimonie e, per evitare sorprese, ha avviato un giro di vite sulla dissidenza, ma non sembra aver scalfito il movimento Verde, impegnato a preparare le contromanifestazioni di giovedì prossimo.
"Se Dio vuole - ha detto l'ex presidente Mohammad Khatami - tutto il popolo, come titolare primo della rivoluzione, prenderà parte alle marce, difendendo allo stesso tempo la rivoluzione e i diritti umani". Negli ultimi giorni sono finiti in carcere dieci giornalisti, che si aggiungono ai 45 già detenuti. Altri sette dissidenti, per i quali Amnesty International ha lanciato un appello, rischiano condanne pesanti, due di loro potrebbero andare alla forca. Il vice ministro degli Esteri Mohsen Aminzadeh è stato condannato a sei anni di carcere.
Khamenei ha messo ieri il sigillo personale su questi provvedimenti, attribuendo la protesta dell'Onda verde a mandanti stranieri: "Il più importante obiettivo delle sedizioni post-elettorali era di creare una spaccatura nella nazione, ma non sono riusciti a farlo e l'unità del nostro popolo resta una spina conficcata nel loro occhi".
Le parole di Khamenei hanno spinto Stati Uniti e Ue a una nota congiunta in cui si esprime "preoccupazione" per la stretta sui diritti umani che potrebbe verificarsi nei prossimi giorni.
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it]