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L'Iran rifiuta le sanzioni dell'Onu contro il programma nucleare e l'America annuncia il rinnovo delle armi atomiche

10 gennaio 2007

Il presidente della Repubblica islamica dell'Iran, Mahmoud Ahmadinejad, non è disposto ad alcun passo indietro sul programma nucleare di Teheran ed è pronto anzi a ''mollare un sonoro ceffone'' alle ''prepotenti potenze'' straniere. Ahmadinejad la scorsa settimana ha chiaramente detto di rifiutare le sanzioni e intende continuare nei suoi esperimenti nucleari.
Il presidente iraniano ha ribadito il proprio punto di vista secondo il quale, le sanzioni decise dalle Nazioni Unite (il consiglio di sicurezza dell'Onu, lo scorso 23 dicembre, ha votato all'unanimità la risoluzione che impone sanzioni all'Iran se continuerà nei test nucleari e nell'arricchimento dell'uranio) non hanno validità.

''La nazione iraniana sa quello che fa, resta impegnata a portare avanti il programma nucleare ed è pronta a difenderlo in tutto e per tutto'' ha detto Ahmadinejad durante une manifestazione ad Ahvaz, nel sud del Paese, ''la risoluzione Onu non ha alcuna validità per noi''.
Il Parlamento iraniano ha inoltre chiesto al governo di rivedere la sua cooperazione con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea).

Anche la massima autorità dell'Iran, il leader supremo Ayatollah Ali Khamenei, ha fatto sapere, tramite la radio di stato, che Teheran non cederà mai alle pressioni internazionali che la vogliono privare del suo diritto alla tecnologia nucleare.
''La nazione iraniana non rinuncerà al suo diritto e i funzionari iraniani non possono privare la nazione di quello che è un suo diritto'', ha detto Khamenei in occasione della festa sciita di Eid al-Gadir, secondo quanto riferito dalla radio.
Khamenei ha l'ultima parola su tutte le questione di Stato nella repubblica islamica, compreso lo stallo sul nucleare tra l'Iran e l'Occidente.

E dall'altra parte del globo, proprio il Paese che con maggior forza si è sempre detto contrario al programma nucleare iraniano, gli Stati Uniti, annunceranno la prossima settimana un piano per dotare il Paese di una nuova testata nucleare, a distanza di vent'anni dalla costruzione delle precedenti armi atomiche in dotazione del Paese.
Secondo il New York Times, la settimana prossima il Consiglio per gli armamenti nucleari annuncerà un piano per adottare un nuovo tipo di testata che sia più affidabile, meno suscettibile di esplosione accidentale e più sicura da furti di terroristi.
Il piano, sempre che ottenga il via libera del presidente George W. Bush e soprattutto del Congresso, ora a maggioranza democratica, potrebbe costare 100 miliardi di dollari. Ma a parte la cifra esorbitante, c'è un altro aspetto che rischia di compromettere l'operazione.

L'amministrazione Usa sta pensando a una testata che combini i progetti di due laboratori concorrenti, ribattezzata 'Reliable Replacement Warhead', da montare inizialmente sui missili dei sottomarini. L'ibrido però ha suscitato un certo allarme tra gli esperti, che lo giudicano azzardato e rischioso. Gli stessi scienziati potrebbero suggerire la necessità di provare la nuova arma, ma questo obbligherebbe la Casa Bianca a sospendere la moratoria ai test nucleari sotterranei decretata da tempo da Washington.
Il Congresso ha autorizzato ricerche su nuove armi nucleari già tre anni fa, con i relativi finanzianziamenti, che però finora non sono stati molto impegnativi. Se si decidesse di porre in atto un vero e proprio programma nucleare, il presidente Bush si troverebbe a discutere non solo con la nuova maggioranza democratica congressuale, ma anche con avversari e alleati in tutto il mondo.

Al momento, coloro che sostengono la necessità di nuove armi nucleari dicono che quelle vecchie col tempo potrebbero deteriorarsi, e che bisogna inoltre ridurre le possibilità che le armi possano esplodere nel caso in cui dovessero cadere nelle mani sbagliate.
Chi critica quest'iniziativa sostiene che quello attuale è un momento sbagliato per Washington per produrre una nuova arma nucleare di qualunque tipo. Farlo mentre si combatte l'intento analogo della Corea del Nord e si cerca di convincere il mondo ad applicare dure sanzioni all'Iran suonerebbe ipocrita, fanno notare gli oppositori del programma nucleare.

- L'Iran e il nucleare. Le nostre ragioni (la Repubblica)

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10 gennaio 2007
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