L'Isola degli avvocati
In Sicilia, nel solo capoluogo ci sono 5 mila legali, ai quali vanno aggiunti 3 mila laureati abilitati
Avvocati "senza portafoglio". Il problema della categoria a Palermo sta tutto in un numero: 5 mila. Sono tanti i legali, e a questi vanno aggiunti 3 mila laureati abilitati. Se si fanno quattro conti avremo un avvocato ogni 80 abitanti. E i giovani, che sono il 60% degli iscritti all'Ordine, sono quelli che soffrono di più: 75 ogni cento under 40 guadagnano meno di mille euro al mese, e molti di loro sono costretti a "tagliare" persino sulla luce o sul telefono dello studio.
Numeri inimmaginabili se a renderli noti non fosse il presidente dell'Ordine cittadino, Francesco Greco. La situazione è preoccupante e Greco lancia l'allarme: "Gli avvocati non lavorano più, e a questo stato di cose si aggiungono i danni che ha causato la mediazione", che "ha messo in ginocchio" la professione. "Tanti giovani - dice Greco nel corso di un forum nella redazione dell'Italpress - vengono da me a dirmi che sono stati costretti a disdire il contratto telefonico della linea fissa dello studio, cancellandola anche dalla carta intestata, dove adesso c'è solo il numero di una scheda mobile ricaricabile. E le cose non potranno che peggiorare".
Il timore di Francesco Greco è che la professione sia destinata ad una svalutazione e che la "fame" che si sta diffondendo vada anche a discapito della correttezza deontologica. "L'Ordine - spiega - sta vigilando, due sedute al mese su quattro del Consiglio sono dedicate esclusivamente all'attività disciplinare. E' un segnale".
La deontologia anzitutto, ma per far risollevare l'avvocatura Greco propone una ricetta che però non è di breve periodo. Si basa due punti: la riforma dell'Università e l'obbligatorietà delle scuole professionali post lauream. "Non chiediamo il numero chiuso, ma - precisa - una facoltà di Giurisprudenza che serva per l'accesso alle professioni legali e una di Scienze Politiche che abbracci anche le discipline giuridiche e che possa quindi servire per eventuali concorsi pubblici". Una sorta di divisione delle carriere già a livello universitario. A questa va aggiunta la volontà da parte dell'Ordine di rendere obbligatoria la scuola professionale: "Chi vuole diventare avvocato, magistrato o notaio deve frequentare le scuole statali, totalmente finanziate dall'Ordine, dopo la laurea. Sui contenuti siamo disponibili a discutere, è una sorta di percorso formativo. Soltanto in Italia non funziona così. Non a caso in Francia ci sono 40.000 avvocati, in Germania 70.000, mentre in Italia sono 250.000". E le liberalizzazioni previste dal governo Monti "non potranno che peggiorare la situazione".
"Nel 1985 in Italia gli avvocati erano 45.000, in 20 anni l'incremento è stato del 500% e i giovani sono in grandissima sofferenza", sottolinea ancora Greco. Poi ancora sulle liberalizzazioni: "pensiamo a nuove iniziative di protesta. Se esaminiamo i provvedimenti del governo Monti scopriamo che di tecnico non hanno nulla. Sono tutte a favore dei poteri forti, delle banche e delle assicurazioni soprattutto". [Fonte: Italpress - Corriere del Mezzogiorno]