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L'Isola degli eco-mostri

Goletta Verde di Legambiente: alla Sicilia il primato negativo per abusivismo lungo le coste

21 luglio 2009

Troppo cemento lungo le coste siciliane. E' quello che emerge da "Mare Monstrum 2009", il dossier realizzato da Legambiente elaborando dati delle forze dell'ordine e delle capitanerie di porto. Con 723 infrazioni accertate, 864 persone denunciate e 287 sequestri effettuati, la Sicilia soffia il posto alla Calabria e conquista il secondo gradino del podio (prima è la Campania) confermandosi nel terzetto di punta della classifica delle regioni per abusivismo sul demanio marittimo.

 
"In Sicilia si trovano - dice Goletta verde di Legambiente - due degli ecomostri inseriti nella top five nazionale degli abusi in riva al mare da abbattere con urgenza stilata da Legambiente: le palazzine di Lido Rossello a Realmonte (Ag) e la collina del disonore a Pizzo Sella (Pa)".
Le palazzine sono due scheletroni di cemento piantati sulla sabbia in una spiaggia di grande suggestione, resa unica da uno scoglio chiamato "Do zitu e da zita" che si trova in mare a trecento metri dalla costa. Nel secondo caso, invece, sotto accusa ci sono le ville abusive costruite negli anni '70 a Pizzo Sella. Un milione di metri quadrati di cemento abusivo che tempesta di scheletri un'area scoscesa e rocciosa sottoposta a vincolo idrogeologico e paesaggistico alle spalle del mare di Mondello, che nonostante l'ordine di abbattimento resiste al passare degli anni e delle sentenze.
Proprio l'inerzia dimostrata negli abbattimenti degli abusi edilizi di Pizzo Sella, ha fatto conquistare al Comune di Palermo la Bandiera nera di parata del mare 2009, il poco ambito vessillo che Goletta verde assegna ogni anno a quanti deturpano e offendono il mare e le coste italiane. Più che immobile, per altro, il Comune sembra addirittura complice, dice Goletta verde. Negli ultimi anni, infatti, l'amministrazione ha tentato di sanare la situazione, promuovendo un piano per la riperimetrazione dell'area con conseguente condono ad hoc. Per ripristinare in tempi rapidi la legalità sulla collina del disonore, Legambiente ha inviato un appello al sindaco di Palermo.

In Sicilia si continua a costruire lungo tutta la costa, isole minori comprese. Il risultato è che, secondo un'indagine dell'Agenzia del territorio, quasi 1/10 degli edifici non accatastati in Italia si trova qui. Grazie al confronto tra mappe catastali e foto aeree sono stati trovati 141.913 particelle con fabbricati non denunciati. Batte tutti la provincia di Palermo, seguita da Catania, Agrigento, Caltanissetta e Siracusa.
Il record di abusivismo diffuso appartiene a Triscina, località balneare nel Trapanese, con più di 5 mila case fuorilegge. Dopo due ordinanze di demolizione, rimane tutto ancora perfettamente intatto. Per Legambiente "l'attacco alle coste non si limita solo dal cemento illegale, o legalizzato che sia, ma arriva anche da speculazioni legate alla realizzazione di ricettività turistica di lusso con corredo di campi da golf e porticcioli, piscine, centri congressi, campi da tennis e qualsiasi confort. E' il caso, ad esempio, del Verdura international golf resort di Rocco Forte a Sciacca (Ag), un progetto in via di realizzazione cofinanziato con fondi pubblici, che, se ultimato, farebbe crescere 112 mila metri cubi di edifici su un'area di 50 ettari".
I porti turistici sono il nuovo escamotage per urbanizzare la costa, derogando e aggirando i piani urbanistici, dice ancora Goletta verde. "Un business da milioni di euro che ruota intorno alla costruzione di una miriade di posti barca inutili e ingiustificati con relative strade, bar, negozi, parcheggi e centri commerciali, che passa attraverso la realizzazione di opere che innescano l'erosione costiera e distruggendo le spiagge. Progetti per cui le amministrazioni locali fanno a gara nell'intento di accaparrarsi risorse pubbliche, che in questo caso arrivano a pioggia". "Così - dice Goletta verde - nonostante la Sicilia sia la regione italiana con il più alto numero di porti, ben 51 su un totale nazionale di 287, è tutta un fiorire di progetti per nuove marine. Succede a Lipari, Cala Pisana (Lampedusa), Cefalù, Palermo, Favignana, Avola (Sr), San Giorgio di Gioiosa Marea (Me) e non solo".
Altra componente della depredazione sistematica dell'ecosistema marino è rappresentata dalla pesca di frodo. Anche in questo casa la Sicilia si piazza alle vette della classifica, precisamente in seconda posizione, con oltre 206 mila chili di pesce pescato illegalmente e sequestrato nel 2008. Tra abusivismo edilizio fronte-mare, pesca di frodo, scarichi illegali e illeciti legati alla navigazione, l'Isola conquista i secondo posto nella classifica del mare illegale delle regioni italiane. Merito dei 2.286 casi di infrazioni accertate. In media una ogni chilometro e mezzo di costa. [Informazioni tratte da Ansa.it, La Siciliaweb.it]
 
- Nessun rispetto per il Mare Nostrum (Guidasicilia.it, 04/07/09)

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21 luglio 2009
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