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L'Italia dei Valori e i dubbi di Gioacchino Genchi

Mentre Di Pietro si dice pronto a governare con l'Idv, Genchi avanza dei dubbi sull'agressione a Berlusconi

08 febbraio 2010

Antonio Di Pietro è stato eletto dal primo congresso del partito presidente dell'Italia dei Valori. Francesco Barbato, anch'egli in corsa per la leadership, alla fine ha ritirato la candidatura riconoscendosi nel programma dell'ex pm di Mani pulite.
"Resistere ma anche costruire e oggi dalla resistenza passiamo alla ricostruzione", ha sottolineato Di Pietro, chiudendo i lavori del primo congresso del partito e ribadendo la linea che ha animato la tre giorni di assise: "oggi è successa la svolta. Siamo nati come punto di riferimento di un'onda di emozioni e di sentimenti che dopo Mani pulite aveva cavalcato un po' tutta la cittadinanza italiana. Abbiamo fatto resistenza, resistenza, resistenza, perché di resistenza a questo regime piduista e fascista c'è bisogno". Ora "siamo pronti, abbiamo una classe dirigente, un programma, un codice etico, possiamo costruire un altro governo per il Paese. Abbiamo tracciato le basi di quello che deve essere il processo di svolta. Siamo in grado di costruire l'alternativa".
Di Pietro ha poi ribadito di essere pronto a passare la mano fra qualche anno, ma che in questa fase c'è ancora bisogno della sua leadership: "sento il dovere di continuare a tenere il timone di questa nave finché non arriva in un porto sicuro. Aiutatemi a portare questa barca alla riva e dopo di che io non vedo l'ora di tornare un po' alla mia masseria".
Il porto, la riva, sono naturalmente il governo del Paese, senza comunque fare sconti "a questo governo" nell'attuale ruolo di "ferma opposizione che faremo nelle Istituzioni e nelle piazze". Il leader dell'Idv, perciò, rifiuta la posizione di chi afferma che "non bisogna dire al Paese quello che sta combinando Berlusconi perché altrimenti fai troppa opposizione e lo rafforzi. Credo che non c'è niente di peggio che girarsi dall'altra parte". In ogni caso "è finito il tempo della sterile protesta, comincia il tempo della responsabilità di governo", ma "da soli non possiamo farcela, quindi dobbiamo stringere alleanze", nell'ambito del centrosinistra, "ma anche nell'area laica, moderata, cattolica, del non voto, non più per una coalizione ideologica, ma basata sui riferimenti costituzionali".
Critico il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini per il quale Di Pietro "è una zavorra, un ostacolo per la costruzione di una alternativa seria a Berlusconi". "Noi sediamo a fianco all'Idv in Parlamento. Ogni giorno - ha sottolineato - vediamo il livello di demagogia che hanno raggiunto e posso assicurarvi che quel partito è un macigno su qualsiasi alternativa credibile a Berlusconi".

Il discusso intervento di Gioacchino Genchi al primo congresso dell'Idv - E' bufera su Gioacchino Genchi dopo le dichiarazioni riguardo all'aggressione subita a dicembre scorso dal presidente del Consiglio. "Nel lancio della statuetta del duomo di Milano a Berlusconi non c'è nulla di vero", ha detto sabato il consulente informatico, dal palchetto del congresso dell'Idv. Salvo poi fare dietrofront e puntualizzare: "E' evidente che il mio intervento è stato totalmente frainteso. Le mie parole, infatti, non facevano alcun riferimento alla dinamica dell'attentato e non intendevano affatto metterne in dubbio la veridicità". "Mi riferivo, in realtà, a quanto accaduto immediamente dopo, ovvero, al fatto che la scorta del presidente del Consiglio - ha concluso il consulente informatico nel suo comunicato - non abbia provveduto con tempestività e immediatezza ad allontanare il premier da quella situazione di grave pericolo".
A rilanciare le dichiarazioni di Genchi è stato però l'europarlamentare dell'Idv Luigi De Magistris per il quale "la magistratura deve fare approfondimenti seri". "Come dissi subito - ha ricordato De Magistris - ci sono aspetti che non mi convincono, ma non credo sia utile aprire una polemica politica". "Vero è - ha aggiunto - che dopo quell'episodio non si è più parlato delle vicende di Berlusconi e questa è la cosa grave".
Sconcerto nella maggioranza per le parole di Genchi. "E' inaudito che si sollevino ombre su un attentato che avrebbe potuto uccidere Silvio Berlusconi. Sorge il dubbio che qualcuno desideri un altro caso Tartaglia", ha commentato il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone. Mentre il ministro per l'Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi ha attaccato l'Idv per aver prestato "la tribuna per esporre una tesi così grottesca e offensiva dell'intelligenza degli italiani".
Infine, il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, ha annunciato un'interrogazione urgente per sapere se il capo della Polizia Antonio Manganelli si avvale ancora della collaborazione di un personaggio del genere nel dipartimento della Pubblica Sicurezza. "Se così fosse - ha detto Gasparri - la cosa sarebbe sconcertante e non priva di conseguenze".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing]

 

 

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08 febbraio 2010
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