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L'Italia della Scuola e della Ricerca scende in piazza affinché il futuro sia di effettiva speranza

17 novembre 2006

Una manifestazione che parte da Piazza della Bocca della Verità è già significativa. Il fatto poi, che sia il mondo della ricerca e dell'università a scendere in piazza, per sottolineare l'insoddisfazione nei confronti degli ultimi sforzi del governo per far fronte alle richieste del settore per la modifica sostanziale della Finanziaria sulla conoscenza, e che oggi, per la terza volta, si celebra la Giornata mondiale degli studenti, lancia un invito alla riflessione che nessuno dovrebbe far cadere nel vuoto.
''Non ci sono atti concreti del governo - affermano Cgil e Cisl e Uil - che diano il segno di una sostanziale inversione di tendenza né sull'Università, né per gli Enti Pubblici di Ricerca. I tagli ai finanziamenti sono rimasti tali, rischiando la messa in discussione dei rinnovi dei contratti di lavoro e della stessa attività ordinaria degli Enti e degli Atenei; così come sono del tutto insufficienti e inadeguate le risorse per affrontare in modo adeguato il problema del precariato''.

''Per la ricerca è stato fatto quel che si poteva fare'', si è difeso il ministro delle Riforme e innovazione nella pubblica amministrazione, Luigi Nicolais. ''Credo che il contributo di questa Finanziaria per la ricerca, visto il contesto molto difficile, sia già elevato'', gli ha fatto eco il responsabile delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni.
Uno sforzo, però, che i sindacati confederali hanno giudicato insufficiente. ''Bisognava assumere il tema degli investimenti in ricerca e formazione come punto fondamentale della Finanziaria - ha replicato il leader della Cgil, Guglielmo Epifani - questo non è. Non riesco a darmi una spiegazione e quindi noi facciamo lo sciopero generale''. Sulla stessa lunghezza d'onda il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: ''Questa Finanziaria segna una rotta contraria e rischia di portare alla marginalità e alla dequalificazione gli atenei e i centri di ricerca considerandoli non priorità da finanziare, ma solo voci di costo da comprimere e tagliare. Ridurre i fondi per la ricerca è una prospettiva inaccettabile''. E la Uil: ''Il sindacato confederale è costretto a manifestare la drammaticità della situazione finanziaria degli atenei e, in particolare, degli enti pubblici di ricerca con lo sciopero generale del personale dell'università e della ricerca pubblica in programma''.
Tra gli alleati dei sindacati un ex ministro del centrosinistra, Umberto Veronesi: ''La ricerca va sostenuta maggiormente. Ci deve essere uno sforzo ulteriore da parte dello Stato per aumentare i fondi'', ha chiesto il direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia.

La Giornata di mobilitazione studentesca mondiale
In concomitanza con lo sciopero e la manifestazione del settore Università e Ricerca e con la protesta indetta dalle confederazioni di base contro la Finanziaria, oggi si celebra anche la Giornata di mobilitazione studentesca mondiale indetta al Social Forum di Atene. ''Scendiamo in piazza - affermano le varie associazioni - per difendere il diritto inalienabile delle persone all'istruzione attaccato dai continui processi di mercificazione dei saperi che si stanno dispiegando a livello nazionale e internazionale''. UdU (Unione degli Universitari) e UdS (Unione degli Studenti) hanno promosso iniziative in oltre 100 città italiane (tra queste Roma, Milano, Bari, Napoli, Torino, Firenze, Palermo, Catania, Messina, Enna, Siracusa e Agrigento) chiedendo, tra l'altro, ''a fronte di una finanziaria che non soddisfa, una legge quadro nazionale sul diritto allo studio, più fondi per la scuola pubblica, in particolare per l'edilizia scolastica e l'autonomia scolastica''. Le associazioni studentesche reclamano anche una riforma degli organi collegiali e l'innalzamento dell'obbligo scolastico a 18 anni entro la fine della legislatura oltreché, assieme ai loro colleghi europei, una Carta dei diritti dello studente.

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17 novembre 2006
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