Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

L'Italia è gravemente malata di corruzione

“La Repubblica italiana vive un momento di diffuso malessere e incertezza”

06 febbraio 2008

Negli ultimi tempi è come si stessero ufficializzando tutte le magagne di cui l'Italia ha sempre sofferto e di cui tacitamente tutti erano a conoscenza. Negli ultimi tempi si è avuto un continuo sdoganamento di termini, azioni, modus operandi della politica, della magistratura, dell'economia che non vanno affatto bene, che sono da raggruppare tutti nella macro categoria del malcostume e che sono resistite alla prima, alla seconda e, continuando di questo passo, anche ad una terza e ad quarta Repubblica. I costi allucinanetemente esorbitanti della politica? Costume consueto, denunciato, deprecato e reiterato, come se nulla fosse. La lottizzazione delle reti televisive? Fatto risaputo e ufficializzato. Il potere partitocratico nella sanità, nella pubblica amministrazione, nei lavori pubblici? Fatto assodato... andiamo avanti. La monopolizzazione di interi settori ad opera di attori privati che sono un tutt'uno con gli ambiti pubblici? Normale amministrazione!
La vergogna è passata di moda. La legalità pure. Interi settori delle Istituzioni ammettono candidamente d'aver lucrato, favorito, ''magnato'' e la giustificazione (che non potrebbe esserci) è sempre la stessa: si è sempre fatto così! Tutti hanno sempre fatto così! Tutti sanno che funziona così!
E non c'è destra, sinistra o centro che si salvi. Altro che ''questione morale''.

Insomma, l'Italia è un Paese sempre più truffaldo, o meglio, come hanno detto ieri con chiarezza i giudici della Corte dei Conti, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2008: “In Italia la corruzione è una patologia diffusa”.
Insomma, in Italia l'allarme corruzione è ancora e sempre alto, lo sviluppo è frenato dai pochi investimenti, ed è un Paese le cui istituzioni soffrono terribilmente.
Il giudizio espresso nella relazione del presidente della Corte, Tullio Lazzaro, è certo disarmante, come la stessa Corte denuncia di essere, impossibilità ad effettuare un adeguato controllo sugli sperperi. "La Corte dei Conti - ha detto Lazzaro - deve poter disporre direttamente e con efficacia immediata il blocco delle risorse che si stanno sperperando''. E il riferimento è ai costi sempre più esorbitanti della politica, ai contratti pubblici e al frequente ricorso alle consulenze esterne.

“Profili di patologie emergono nel settore dei lavori pubblici e delle pubbliche forniture, nonchè nella materia sanitaria, fornendo un quadro di corruzione ampiamente diffuso”, ha sottolineato Furio Pasqualucci, procuratore generale della Corte. Il Pg ha aggiunto che “in particolare l'accertamento del pagamento di tangenti è correlato ad artifici ed irregolarità connesse a fattispecie della più diversa natura quali la dolosa alterazione di procedure contrattuali, i trattamenti preferenziali nel settore degli appalti d'opera, la collusione con le ditte fornitrici, la illecita aggiudicazione, la irregolare esecuzione o l'intenzionale alterazione della regolare esecuzione degli appalti di opere, forniture e servizi”. In particolare, risultano in aumento le condanne per danni materiali e per danni all'immagine della Pubblica Amministrazione pronunciate dalla Corte dei Conti in seguito al pagamento di tangenti (per concussione o corruzione) durante la stipula di contratti.
Tutti comportamenti illeciti (conosciuti da tutti e incrediblmente giustificati da tanti) di cui è conseguenza “il pagamento di prezzi di gran lunga superiori a quelli di mercato o addirittura il pagamento di corrispettivi per prestazioni mai rese”.

“L'organizzazione della Repubblica vive un momento di diffuso malessere in se stessa”, ha sottolienato il presidente Lazzaro. “Assistiamo per tanti aspetti - ha detto - al crescere confuso di strutture, modelli amministrativi, sovrapposizioni di competenze tra amministrazioni centrali ed enti locali, disarmonicità, conflitti irrisolti”. Secondo i giudici della Corte il vero problema del settore pubblico, sul fronte delle decisioni e dei controlli è il "non agire'', che ''protratto per anni - ha detto Lazzaro - può provocare danni (o li ha già provocati? ndr) di tale entità per i quali nessun giudice, probabilmente, riuscirà mai a pervenire a una quantificazione tanto meno ad ottenere il risarcimento".
Tra i gravi risultati di queste inefficienze una inadeguata politica dei redditi per gli statali "così come impostata fino ad oggi". "La dinamica delle retribuzioni supera sistematicamente gli obiettivi programmatici - ha denunciato Lazzaro - a causa di molteplici distorsioni", tra le quali i ritardi dei rinnovi contrattuali o la non connessione con la produttività.
Un altro esempio negativo è la formazione di "debito implicito e di altre gravi distorsioni gestionali legate alla creazione di società pubbliche spesso senza trasferire in tali società personale delle amministrazioni pubbliche che in origine gestivano il servizio". Lazzaro ha sottolineato il rischio che la Corte dei Conti ha ripetutamente sottolineato per le amministrazioni centrali e locali "di servirsi di consulenze esterne senza avere i mezzi interni per controllarne e istituirne il contributo, con il probabile risultato di perdere il controllo della gestione strategica delle operazioni".

La Corte dei Conti rimprovera alla Pubblica Amministrazione non solo gli sperperi, ma anche i pochi investimenti: "La flessione rilevante delle spese di investimento è certo una forma di risparmio per far quadrare i conti dell'anno. Ma - ha detto Lazzaro - alla lunga, erode le capacità di dare risposta alle esigenze di sviluppo del paese". Da segnalare anche il fatto che la pratica a cui spesso si ricorre di "tagliare in modo indiscriminato le spese per i consumi intermedi, ha fatto sì che esse siano giunte a un livello tale da intaccare l'operatività e la stessa dignità delle amministrazioni".
La Corte dovrebbe poter godere di autonomia finanziaria dal Governo e “poter disporre direttamente e con efficacia immediata il blocco delle risorse che si stanno sperperando”, rimettendo però poi naturalmente al ministro dell'Economia “ogni successiva decisione in ordine all'eventuale prosecuzione dell'attività sospesa, ovvero al re-impiego delle risorse bloccate su altri versanti della spesa pubblica”.

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

06 febbraio 2008
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia