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L'Italia è il Paese dove i bambini stanno meglio in assoluto. A dirlo una ricerca di Save the Children

10 maggio 2007

Dopo tante classifiche che vedono l'Italia agli ultimi o ai primi posti, ma sempre in negativo, l'ottavo Rapporto sullo Stato delle Madri nel mondo redatto e diffuso da ''Save The Children'' finalmente rileva un aspetto positivo della nostra Nazione. Tra l'altro un aspetto veramente importante, ossia quello riguardante il benessere dei bambini.
Infatti, stando ai dati della ricerca che evidenzia la stretta correlazione tra il benessere materno e quello infantile, l'Italia è il paese dove i bambini vivono meglio.
Considerando tre dei parametri che servono a valutare il solo benessere infantile (tasso di mortalità sotto i 5 anni; tasso di iscrizione alla scuola materna; tasso di iscrizione alla scuola superiore) nell'indice della Madri, l'Italia si posiziona al primo posto, seguita da Islanda, Germania, Svezia. In particolare, nel nostro paese, nel 2005, la mortalità infantile sotto i 5 anni registrava uno dei valori più bassi - 4 morti su 1000 neonati - mentre il tasso di iscrizione alla materna e alla scuola superiore si attestavano, rispettivamente, al 103% e al 99%. ''Si tratta di percentuali elevate che indicano come la pressoché totalità delle bambine e dei bambini nel nostro paese goda di buona salute e di un'adeguata istruzione - ha spiegato Carlotta Sami, direttore dei Programmi di Save the Children Italia -. Situazione ben diversa, ad esempio, da quella dei bambini afgani, il 40% dei quali è malnutrito e solo un terzo degli iscritti a scuola è costituito da bambine''.

E se nei paesi ricchi si concentra l'1% della mortalità dei bambini , il 94% del totale delle morti infantili avviene nei paesi in via di sviluppo, dove oltre alle malattie neonatali si muore a causa di polmonite, diarrea e malaria. Il rapporto segnala che in alcuni paesi il tasso di mortalità infantile ha registrato un'impennata - come in Iraq (+150%), ma anche che in altre zone ci sono stati progressi significativi, come in Egitto dove la mortalità infantile è diminuita del 68% dal 1990 a oggi e quella materna del 52% soprattutto grazie a interventi per garantire servizi sanitari di base a madri e figli. Lo stesso vale per Malawi, Bangladesh e Nepal. ''Assicurando alle madri educazione, benessere economico e accesso ai servizi e alle cure sanitarie, sia quelle madri che i loro figli avranno maggiori possibilità di sopravvivere e crescere sani'', ha affermato Maurizia Iachino, presidente di ''Save the Children Italia''.

Ritornando in Italia, secondo il rapporto le cose vanno meno bene per le madri, in base ai parametri dell'indice relativi alla salute e benessere delle mamme, alla parità di genere e alla tutela della maternità: emergono differenze e distanza fra l'Italia e i paesi che hanno guadagnato la testa della classifica. In particolare, confrontando la condizione delle mamme e donne italiane, con quella delle mamme e donne svedesi, le distanze maggiori si registrano rispetto alla salute, al ricorso alla contraccezione, alla partecipazione al governo nazionale, alle differenze di reddito con l'uomo.
In Italia (nel 2005) è il 39% delle donne che fa uso di contraccettivi a fronte del 72% delle donne svedesi. Nel 2007 la partecipazione delle donne italiane al governo del paese è del 17% (questa la percentuale di posti occupati da donne) contro il 47% in Svezia. Le donne italiane (dato del 2004) percepiscono uno stipendio mediamente inferiore della metà rispetto a quello dell’uomo mentre le svedesi hanno un salario quasi identico (pari allo 0,81) a quello maschile. Per quanto riguarda i benefici per la maternità, una donna italiana in maternità prende l’80% del suo stipendio ordinario. Una donna svedese percepisce invece lo stipendio pieno.

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10 maggio 2007
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