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L'Italia e il Patto internazionale sui diritti civili e politici. L'Onu vuole più chiarezza sul Cpt di Lampedusa

L'Onu ha presentato all'Italia una lista di ''preoccupazioni e raccomandazioni''

04 novembre 2005

Al termine dell'esame del quinto rapporto periodico presentato a Ginevra dall'Italia sull'applicazione del Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966, i 18 esperti del Comitato dell'Onu sui diritti umani hanno presentato una dettagliata lista di ''preoccupazioni e raccomandazioni finali''.
Particolare attenzione è stata prestata alla ''libertà d'espressione'' e sulle ''misure per combattere l'istigazione all'odio razziale''.
Le Nazioni Unite hanno chiesto all'Italia di fornire informazioni sulla situazione e sui presunti casi di maltrattamenti al Cpt di Lampedusa; hanno chiesto di ''porre fine agli abusi commessi'' dalle forze dell'ordine nei confronti di ''Rom, stranieri e italiani di origine straniera'' e di garantire che la diffamazione non sia più un reato punibile con la reclusione.

Il Comitato si è soffermato in particolare sulla situzione di Lampedusa. Pur riconoscendo la difficoltà provocate dall'alto numero di immigranti che giungono sull'isola e ''pur prendendo nota delle smentite da parte dello Stato'', gli esperti si dicono preoccupati ''dalle numerose affermazioni secondo cui gli stranieri ospitati presso il Centro di assistenza e di permanenza temporanea di Lampedusa'' non sono correttamente informati dei loro diritti, né hanno accesso ad un avvocato e sono esposti ad espulsioni collettive.
Sempre su Lampedusa, il Comitato è preoccupato anche per quanto concerne l'accesso alle procedure d'asilo, le condizioni di igiene e per le informazioni secondo cui ''alcuni migranti hanno subito maltrattamenti''. Il Comitato - ribadendo il diritto di ogni individuo a non essere espulso verso un paese dove rischia la tortura o maltrattamenti - ha inoltre chiesto all'Italia di fornire informazioni sul trattato di riammissione concluso con la Libia.
Gli esperti hanno espresso preoccupazione anche per la situazione dei Rom e le ''informazioni su irruzioni abusive della polizia'' nei campi dove vivono e ha chiesto all'Italia di rivedere la politica nei loro confronti.

Tra gli altri temi menzionati nelle osservazioni finali - spesso solo per chiedere maggiori informazioni -, figurano la violenza domestica, la discriminazione di genere, la durata del fermo di polizia e della detenzione preventiva, il sovrappopolamento delle prigioni, l'indipendenza dei giudici.
Ma anche la libertà d'espressione. Per i membri del Comitato infatti le leggi sulla televisione (la 112 o 'Gasparri') e la legge 215 sul conflitto di interessi ''potrebbero risultare insufficienti ad affrontare la questione dell'influenza politica sui canali tv pubblici, il conflitto di interessi e l'alto livello di concentrazione nel mercato audiovisivo. Questa situazione - scrive il Comitato - potrebbe favorire un indebolimento della libertà d'espressione''.
Il Comitato desidera inoltre continuare ad essere informato sulle indagini e processi relativi ai fatti di Genova e Napoli (2001).
Tuttavia l'Onu ha risevato per l'Italia anche dei punti positivi nelle ''osservazioni finaliì''. L'Italia è stata lodata per la decisione di applicare le disposizioni del Patto del 1966 anche agli atti dei militari italiani all'estero, per le modifiche dell'art. 51 della Costituzione volte a favorire la partità di diritti tra uomini e donne e per la modifica sulle sentenze in contumacia.

L'Italia - come ogni Paese firmatario del Patto 1966 - deve presentare un rapporto periodico sulla sua applicazione davanti al Comitato. Nei due giorni dedicati all'Italia, le risposte della nostra Nazione, oltre a quelle già fornite nel corso del dibattito orale, sono pubblicate sul sito Internet del Comitato dell'Onu. L'Italia dovrà presentare il prossimo rapporto entro il 31 ottobre 2009.

- www.onuitalia.it

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04 novembre 2005
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