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L'Italia è più povera e più abbandonata. Il triste e preoccupante scenario dipinto nel Rapporto Eurispes 2008

28 gennaio 2008

 




















"E' evidente che il solco tra società e classe politica diventa sempre più profondo e tende ad allargarsi di giorno in giorno. Più o meno cortesemente, come separati in casa, ci si saluta quando si entra o si esce, consapevoli di non avere ormai più niente in comune".

Ecco, la Politica e l'Italia: separati in casa. E' la metafora chiave utilizzata da Gian Maria Fara, presidente dell'Eurispes, per presentare il ''Rapporto Eurispes 2008''.
Una separazione, preoccupante e dolorosa, ma che purtroppo non è l'unica: ci sono infatti quelli tra generazioni (per via della situazione difficile vissuta da tutti coloro che hanno meno di 40 anni e che sopravvivono a fatica tra lavori più o meno precari); quella oramai classica tra Nord e Sud; quella tra gruppi sociali (tra chi si trincera nelle case bunker perché sente il proprio benessere minacciato dalla mancanza di sicurezza e da una sempre più evanescente legalità e tra chi considera il benessere un miraggio). Separazione resa sempre più drammatica anche dall'aumentano delle cosidette 'working poors', le famiglie che pur lavorando non riescono a garantirsi un reddito sufficiente, e dall'aumento del sommerso, generato dall'illegalità ma anche dalla necessità di troppi di garantirsi un reddito supplementare.

Alcuni punti del rapporto Eurispes -  L'Italia è più povera e tira avanti pagando a rate. Insomma, domina l'arte di arrangiarsi, visto che sono più di 5 milioni le famiglie indigenti o che rischiano di diventarlo. Un esercito di 20 milioni di lavoratori sottopagati e solo una famiglia su tre arriva tranquilla alla fine del mese.

Salari fermi -
La situazione economica è resa inoltre più difficile da salari fermi e le fiammate dell'inflazione. Risultato: i bilanci delle famiglie arrancano. In un solo anno la situazione economica delle famiglie è peggiorata quasi nel 50% dei casi e sono raddoppiati i prestiti, come sottolinea il boom del credito al conumo: insomma, gli italiani se la cavano solo pagando tutto a rate.

Esplode il sommerso -
Cresce l'economia sommersa e arriva al 35,5% del Pil ufficiale. Al nero si aggiunge l'economia criminale (a quota 11,3% rispetto al Pil) e insieme si arriva a 725 miliardi di euro, quasi la metà della ricchezza prodotta in un anno dal Paese.

Due famiglie su 3 non arrivano alla fine del mese -
Raddoppiano dal 5 al 10% le famiglie che ricorrono a prestiti personali e solo il 13,6% alla fine del mese riesce a risparmiare qualcosa. In un anno la situazione economica delle famiglie "è decisamente peggiorata". Quasi la metà degli italiani registra un peggioramento del proprio budget (per il 32,1% lievi segnali e per il 13,7% calo più marcato).

Tutto a rate - Dal frigorifero al dentista fino alle vacanze: tutto si paga ormai a rate. E' un vero e proprio boom per il credito al consumo. "Nessun dinamismo economico, solo necessità", commenta l'Eurispes. E infatti si comprano così non solo elettrodomestici o mobili ma anche viaggi e libri scolastici. Accettano pagamenti a rate ormai anche i medici.

Esercito di sottopagati -
Lavorano ma hanno un tenore di vita simile a quello dei disoccupato: sarebbero 20 milioni i lavoratori sottopagati. E così per arrivare a fine mese in 6 milioni fanno il doppio lavoro (in nero). Ogni famiglia deve integrare mediamente il proprio reddito con 1.330 euro di "lavoretti" non ufficiali. Tra i poveri e quelli a rischio di diventarlo in Italia si contano 5,1 milioni di nuclei familiari per 15 milioni di individui. "I salari italiani sono tra i più bassi d'Europa", rileva l'istituto spiegando che guadagnano il 10% in meno dei tedeschi, il 20% in meno degli inglesi e il 25% in meno dei francesi. "Diminuire la pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e agire sulla struttura temporale della contrattazione": queste le indicazioni che arrivano dall'istituto. 

La Politica ostaggio dei poteri forti -
La situazione, purtroppo, tende a peggiorare e diventa sempre più difficile trovare una via d'uscita. Il perché, osserva l'Eurispes, sta nel fatto che "l'Italia è un Paese in ostaggio". "Un Paese - ha dichiarato Fara - ormai prigioniero della propria classe politica che ha steso sulla società una rete a trame sempre più fitte impedendone ogni movimento, ogni possibilità di azione, ogni desiderio di cambiamento e di modernità, riducendo progressivamente gli spazi di democrazia e mortificando le vocazioni, i talenti, i meriti, le attese, le aspirazioni di milioni di cittadini". Ma la politica per l'Eurispes è a propria volta ostaggio "dei poteri forti, della finanza, delle banche, delle assicurazioni, delle grandi agenzie di rating, del sistema della comunicazione e dell'informazione, delle mille corporazioni che caratterizzano la storia ed i percorsi del nostro Paese". "La politica di oggi - conclude l'Eurispes - sta ai poteri forti e alla finanza come i bravi a Don Rodrigo e i campieri ai baroni siciliani".

 

 

 

 

 

 

 

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28 gennaio 2008
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