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L'Italia insieme a Francia e Spagna per liberare i coniugi Cicala

Il ministro Ignazio La Russa: ''Appena ritornati a casa per me non saranno eroi ma due imprudenti''

30 dicembre 2009

L'Italia opera ''in collaborazione stretta con Francia e Spagna che hanno interesse comune a liberare ostaggi'' sequestrati nella zona della Mauritania.
E' quanto affermato ieri dal ministro degli esteri Franco Frattini, intervistato dal Tg4, a proposito del sequestro di due italiani nel Paese africano.
Oltre ai nostri due connazionali, Sergio Cicala e la moglie Philomen Kabouree, originaria del Burkina Faso, sono infatti nelle mani degli stessi gruppi anche tre cooperanti spagnoli e un cittadino francese, rapito nel vicino Mali.
"Il comunicato di ieri (lunedì per chi legge, ndr) sembra attendibile - ha detto ancora Frattini facendo riferimento alla rivendicazione del rapimento da parte di Al Qaeda (LEGGI) - ma stiamo verificando ancora meglio, fino all'ultimo particolare. Quello che è assolutamente certo è che quella è una zona notoriamente occupata da organizzazioni che fanno capo ad Al Qaeda, che si servono del servizio di predoni per rapire in questo caso due viaggiatori, ma nel caso degli spagnoli cooperanti, e un francese". "Sono organizzazioni che si sono scontrate molto spesso di recente anche nel deserto con le forze dell'esercito algerino che le combatte molte fortemente", ha spiegato ancora il capo della diplomazia italiana. "E' chiaro che ogni notizia sui particolari dei contatti che abbiamo sarebbe estremamente controproducente per la incolumità dei nostri ostaggi, quello che è certo è che tutti i canali possibili sono attivati. Ma è assolutamente evidente che quando si parla di rivendicazioni con richiesta di liberazione di prigionieri di Al Qaeda o si chiede di cambiare la politica estera dell'Italia che poi è la politica estera dell'Europa e dell'Onu sull'Afghanistan questi non sono termini di una trattativa", ha osservato infine.

Anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha assicurato che il governo farà l'impossibile per riportare in Italia i coniugi Cicala ma, ha osservato, "una volta a casa non saranno eroi, ma due imprudenti - voglio usare una parola cauta - che mettono a repentaglio non solo la loro vita, ma finiscono col mettere in moto un insieme di attività costose, complicate e pericolose per altri uomini". "Credo solo di poter dire - ha aggiunto La Russa - che gli appelli che fa la Farnesina a non recarsi in luoghi in cui vi può essere pericolo, soprattutto così all'avventura, è un appello giusto. Noi - il governo, tutti - faremo il possibile e anche l'impossibile per riportare a casa i due rapiti, ma credo non sia giusto andare a cercare l'avventura in mezzo al deserto, da soli, e poi se succede qualcosa dire magari che il governo non è in grado di liberarli".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa.it]

 

 

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30 dicembre 2009
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