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L'Italia punta sul solare termodinamico e lo fa partendo dalla Sicilia

Entro il 2015 la prima centrale operativa al mondo con tecnologia italiana a sali fusi

20 settembre 2012

L'Italia punta sul solare termodinamico e lo fa partendo dalla Sicilia con la "Carta del Sole", un patto tra territorio e impresa per sviluppare questa fonte di energie pulita. La firma è stata posta ieri in occasione del convegno "Sicilia, l'isola del Solare termodinamico" organizzato da Anest (Associazione nazionale energia solare termodinamica) e Fred Sicilia (Forum regionale per l'energia distribuita), in partnership con Confindustria Sicilia e Fondazione Sicilia nell'ambito dell'iniziativa su "Il modello energetico siciliano, occasione per l'Europa e il Mediterraneo".

II solare termodinamico è una fonte rinnovabile continua, che fornisce energia anche di notte, che si può fare in Italia (soprattutto nel Sud) e nel Mediterraneo con rese immensamente maggiori al resto d'Europa, che dà lavoro a una grande quantità di persone in fase di costruzione e di funzionamento. Inoltre, si tratta di una tecnologia tutta italiana su cui il nostro Paese ha attualmente un vantaggio competitivo.
Una tecnologia che i recenti decreti governativi sulle rinnovabili hanno scelto di sostenere e che può dare un contributo decisivo al mix nazionale di fonti rinnovabili compatibili con il paesaggio e la sensibilità sociale. Il solare termodinamico, commenta il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, "è uno degli assi nella manica del sistema Italia, e ha la sua area di eccellenza nel sud. Brevetti e tecnologia, oltre a un altissimo indice di insolazione, ci forniscono incredibili condizioni di partenza per diventare il paese europeo a più alto sviluppo di questa tecnologia rinnovabile innovativa".

Per Gianluigi Angelantoni, presidente di Anest, "il potenziale del solare termodinamico è altissimo. L'obiettivo del piano energetico nazionale presentato nel 2011 è di 600 megawatt: il suo raggiungimento darebbe occupazione a 18.000 persone in fase di costruzione e a 600 in fase di gestione. E il solare termodinamico può arrivare a competere entro il 2020 con il costo del kilowattora prodotto dal petrolio, soprattutto se le aziende italiane potranno continuare a fare quello che hanno fatto finora in questo campo: innovare e brevettare nuovi sistemi più efficienti".
''La tecnologia del solare a concentrazione, sviluppata dall'Enea negli ultimi dieci anni, costituisce un caso di eccellenza tutto italiano che ha portato alla realizzazione della prima centrale termodinamica al mondo che utilizza sali fusi con funzione sia di trasporto del calore che di accumulo termico, con significativi vantaggi in termini di efficienza, funzionalità e compatibilità ambientale dell'impianto" spiega Giovanni Lelli, Commissario dell'Enea.
Il progetto, aggiunge Lelli, "ha visto il coinvolgimento dell'industria nazionale sin dalla fase iniziale e l'impianto realizzato a Priolo Gargallo in Sicilia, che integra una centrale alimentata a gas, è un esempio di come il sistema della ricerca pubblica, l'Enea e quello industriale, in questo caso l'Enel, possano incontrarsi e collaborare per sviluppare innovazione tecnologica".

Ed entro il 2015 sarà operativa in Sicilia la prima centrale al mondo con tecnologia italiana a sali fusi. Si avvera così il sogno di Carlo Rubbia, il premio Nobel per la fisica che, quando ricoprì la carica di presidente dell’Enea, lanciò l’energia solare termodinamica come una delle soluzioni energetiche del futuro.
La centrale a solare termodinamico e integrata a biomasse che realizzata da Enel Green Power fornirà elettricità sufficiente agli usi domestici di circa 40 mila famiglie.
L’impianto in provincia di Catania - con un investimento di 200 milioni di euro - avrà una potenza di 30 megawatt (MW) ed è già in fase di autorizzazione; produrrà il 60% di una centrale di pari potenza a fonti fossili (una quantità di energia doppia rispetto a quella prodotta dal solare fotovoltaico).

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Corriere del Mezzogiorno]

 

 

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20 settembre 2012
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