L'Italia si qualifica per i Mondiali tedeschi del 2006. Gli Azzurri non emozionano, ma l'importante è avercela fatta
L'Italia di Marcello Lippi come l'Italia di Enzo Bearzot del 1982
ITALIA - SLOVENIA 1-0
Italia (4-3-2-1): Peruzzi, Zambrotta, Cannavaro, Nesta, Grosso, Camoranesi, Pirlo (38' st De Rossi), Gattuso, Totti, Toni (43' st Vieri), Gilardino (14' st Zaccardo).
In panchina: De Sanctis, Materazzi, Barone, Del Piero).
Allenatore: Marcello Lippi.
Slovenia (4-4-1-1): B. Mavric, M. Mavric, Cesar, Knavs, Filekovic, Pokorn (1' st Cimirotic), Koren, Zlogar, Komac, Acimovic, Rodic (38' st Siljak).
In panchina: Handanovic, Pecnik, Ilic, Seslar, Brecko, Siljak.
Allenatore: Brane Oblak.
Arbitro: Poulat (Fra).
Reti: 33' st Zaccardo.
Note: recupero 2' e 2'; angoli: 7 a 2 per l'Italia; ammoniti Totti, Gattuso e Cesar per gioco falloso, Zaccardo per comportamento non regolamentare; spettatori: 25 mila.
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Senza entusiasmare, ma anche senza rischiare, l'Italia del calcio si guadagna in una serata dalle strane suggestioni la partecipazione alla fase finale del mondiale.
A portarcela è una partita in controluce: con il centravanti azzurro fischiatissimo (la curva del tifo palermitano rimprovera aspramente a Toni il trasferimento alla Fiorentina) ed il finora criticatissimo Zaccardo che realizza con il gol decisivo del successo sulla Slovenia (complice una deviazione) la parte di Cenerentolo alla corte del calcio. Dopo le reti subite per sua colpa negli ultimi tempi, infatti, arriva a sorpresa per tutti, forse anche per lui, il guizzo vincente di testa del difensore palermitano.
Fatto sta che la nazionale italiana approda per la sedicesima volta al festival del mondiale: solo una volta lo mancò, nel '58, e fu una specie di tragedia nazionale. Sottilizzare sul passo in indietro mostrato dal gioco degli Azzurri rispetto alla gara in Bielorussia è più che ingeneroso, inutile: contava andare al Mondiale, e la missione è compiuta, ed anche in anticipo sulla conclusione del girone eliminatorio che ha in calendario l'epilogo mercoledì a Lecce con la Moldova. Ora ne comincia una ben più difficile: rivalutare a Germania 2006, dove certo non basterà un'estemporanea sortita di Zaccardo, l'immagine deteriorata del calcio italiano.
Le premesse ci sono, e la migliore di queste la offre il simbolo del fallimento azzurro all'europeo, Totti: come nelle ultime gare, anche sabato sera il romanista è stato il migliore degli Azzurri ed ha mostrato buona disposizione sul piano caratteriale, oltre che su quello delle giocate. Da Totti insomma, quasi fosse una delle sue geniali verticalizzazioni, si può ripartire per un recupero di credito importante quanto improrogabile.
Al di là del paradosso Toni, era cominciata bene la serata degli azzurri le cui difficoltà erano evidentemente accresciute dalla voglia di pareggio degli sloveni (che infatti si sono fatti notare più per gli incidenti provocati dai loro tifosi recidivi in tribuna che per quanto mostrato in campo). Con Totti subito in partita, nei primi dieci minuti il 4-3-1-2 azzurro sembrava poter sbrigare la pratica senza difficoltà eccessive. Al 1' infatti Totti serviva Camoranesi che di testa da buona posizione mandava alto. Tre minuti dopo il romanista verticalizzava al volo per Gilardino, spalancandogli un corridoio verso la porta avversaria: la punta azzurra però si faceva raggiungere e sbilanciare da Cesar e davanti a Mavric calciava fiacco consentendogli la parata.
Al 7', poi, era Gattuso a tirare da fuori e costringere il portiere avversario alla parata in due tempi. Ma l'onda azzurra per una decina di minuti si esauriva, mentre saliva il grande magma voluto dagli sloveni, ai quali il pareggio appariva un vero e proprio miraggio. La gara subiva un nuovo sussulto al 18', quando su cross dalla sinistra Toni faceva sponda per Gilardino: tiro immediato e deviazione da un passo proprio del fiorentino, con Mavric che si ritrovava la palla tra le braccia senza meriti.
Due minuti dopo Totti accelerava e tirava da lontano: fuori di pochissimo. Il romanista si ripeteva al 32' con una botta su punizione deviata in angolo, ed al 36' una 'ciabattata' di Toni fischiata dalla curva faceva scattare la reazione del resto dello stadio: finalmente applausi per il fiorentino, grande protagonista della qualificazione azzurra. Arrivava subito una sua buona giocata (assist di testa per Gilardino, bravo a mettere in rete) vanificata dall'arbitro che giudicava fuori il cross iniziale di Grosso.
Nella ripresa al 5' una punizione guadagnata di forza da Toni dava l'opportunità a Pirlo di calciare a giro dalla destra (parata facile), ed al 7' su lancio di Camoranesi il fiorentino ingaggiava un testa a testa con Cesar prima di tirare senza forza da 5 metri. Qualche minuto dopo Toni scivolava al momento di calciare di sinistro da buona posizione e recuperava con l'altro piede ma senza efficacia. All'8' ci provava Totti da lontano, ma il tiro era centrale. Al 10' un brivido per i trentamila del Barbera, con Rodic che trasformava in rete di testa un cross dalla destra: Poulat però annullava per fuorigioco.
Ancora qualche intuizione di Totti sprecata dai suoi compagni (si segnalavano in negativo Toni, Pirlo e Gattuso) e Lippi sembrava dare l'impressione di accontentarsi del pari: toglieva infatti un attaccante, Gilardino, sostituendolo con un difensore, Zaccardo, e derubricando lo schieramento azzurro a 4-4-2. Un modulo certo più 'rassicurante'. Al 23' comunque Toni svettava su una punizione di Pirlo (bella parata di Mavric). Ed al 33' si configurava la sorpresa: palla gestita da Camoranesi sulla sinistra, tocco per Grosso e cross di sinistro, sul palo opposto in tuffo Zaccardo realizzava grazie anche a una deviazione di Komac.
Era una scossa benefica anche alla gara, oltre che alla classifica azzurra. E il gioco fluiva certo meglio: fino ad arrivare a due occasioni (la seconda clamorosa) fallite da Vieri in chiusura. I fischi veri, a ben pensarci, spetterebbero a lui.
- Fifa World Cup 2006