L'Italia? Un paese ricco, gioioso e benestante!
Parola di Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio italiano
Eppure sono molti gli Italiani che come l'Italia raffigurata nella copertina dell'Economist si sentono tanto indeboliti dalla crisi economica da avere bisogno di stampelle per reggersi in piedi, e invece il rappresentate dell'Italia nel mondo, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi fa notare che l'Economist sbaglia a raffigurare così il Belpaese, e di conseguenza sbagliano tutti quegli italiani che credono di avere bisogno di stampelle.
Sì perché la recente copertina del settimanale economico britannico ''The Economist'', per dare il senso del declino italiano ha raffigurato lo ''Stivale'' sorretto dalle grucce ma, secondo Silvio Berlusconi, questa raffigurazione non solo "non corrisponde al vero", ma è esattamente ''il contrario'' della realtà che è fatta di ''benessere e gioia'' per essere nati nel paese ''più bello e tra i più ricchi del mondo''.
''L'Economist sbaglia a raffigurare l'Italia con le stampelle. L'Italia è un paese ricco e benestante. Lo dimostrano i dati sulle case di proprietà, sulle automobili, sui telefonini e su alcune regioni che sono fra le più ricche di Europa''.
Berlusconi ha affermato questo nella conferenza stampa con il premier britannico Tony Blair subito dopo il loro colloquio in vista del prossimo G8 in programma in Scozia.
L'Italia, quindi, un paese ricco e benestante dove si vive nel benessere e nella gioia.
Forse noi Italiani non ce ne accorgiamo, perché standoci dentro a tutta questa ricchezza non abbiamo il giusto distacco che potrebbe farci valutare oggettivamente il nostro grado di benessere.
Eh già, Nietzsche lo aveva detto che la migliore conoscenza di dio c'è l'ha il diavolo, perché guardandolo da lontano riesce a cogliere la sua totalità...
Insomma, noi Italiani ''benestando'' gioiosamente perdiamo di vista il benessere e crediamo di stare male...
Convince poco questo ragionamento...
''Il nostro paese - ha proseguito il capo del governo - non solo è bello per i suoi beni artistici, culturali e ambientali, ma ha anche le regioni più ricche d'Europa. La ricchezza delle famiglie supera di otto volte il Pil annuo, abbiamo una percentuale altissima di telefonini, siamo dei grandi playboy, quindi tutti i nostri ragazzi mandano almeno dieci messaggi al giorno alle loro tante ragazze, abbiamo auto e di case di proprietà''.
Quale miglior termometro per misurare effettivamente il grado di benessere degli Italiani, sciuponi e sciupafemmine, sempre immersi nella ''Dolce vita''!
Certo è che seppure qualcuno sostiene che l'economia italiana fatica a tenere il passo del resto d'Europa, l'impero di Arcore (malgrado il prestito del suo reggente alla politica) continua a non conoscere crisi.
Negli undici anni dedicati a Forza Italia e al governo, infatti, Silvio Berlusconi è riuscito a moltiplicare per tre il suo valore.
A inizio '94 il suo patrimonio era di 3,1 miliardi. Oggi i beni di famiglia sono lievitati a 9,6 miliardi. Pari alla somma dei soldi custoditi nelle holding di controllo (980 milioni contro i 162 del '94) e delle quote in Mediaset, Mediolanum e Mondadori, cresciute in valore da 3 a 8,5 miliardi, compresi i 2 miliardi di liquidità appena incassati vendendo in Borsa il 16,6% delle tv.
Le fortune del premier, senz'altro motivo di gioia e benessere, sono passate indenni attraverso la frenata congiunturale, un quinquennio di interregno dell'Ulivo e lo sboom della bolla internet. Trainate da Mediaset che dal '94 - grazie anche al salvataggio di Rete 4 e alla resistenza "relativa" offerta dalla Rai - ha macinato record di audience, di utili e di raccolta pubblicitaria.
Il decollo del valore di Mediaset è un'anomalia nel panorama dei media europei (l'indice che registra il valore in Borsa del settore è sceso da allora del 4%) e anche rispetto ai risultati di altre blasonate dinastie imprenditoriali italiane: nello stesso periodo la Fiat ha ridotto del 76% la sua capitalizzazione e il titolo Benetton ha perso il 24%. Il valore della quota Mediaset in tasca al premier è salito in undici anni da 2 a 6 miliardi, con Mondadori che nello stesso arco di tempo ha raddoppiato il suo valore e Mediolanum che lo ha addirittura triplicato.
Insomma, la holding di via Paleocapa ha versato nelle casseforti personali di casa Berlusconi (in via di riorganizzazione per "sistemare" tutti e cinque i figli del premier) quasi 700 milioni dal '94 a oggi. Pari a uno "stipendio" medio mensile di 5,2 milioni di euro per il presidente del Consiglio.
Con tutto ciò, volete che il primo cittadino d'Italia si lamenti di come vanno le cose nel proprio Paese? Non è italiano lui e la sua famiglia? Ognuno poi può parlare per quello che ha, e da italiano Silvio Berlusconi non ha assolutamente niente da ridire. Gioia, benessere, ricchezza e serenità. Silvio Berlusconi ce le ha tutti questi elementi e lamentarsi quando non esiste il motivo è immorale e diseducativo!
Il Governo ha lavorato bene per il premier, i punti segnati nel contratto con gli italiani sono stati tutti mantenuti - dice Berlusconi - e i due telefonini procapite agli italiani sicuramente non glieli toglierà nessuno.