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L'Italia uscirà dalla crisi, quando però non è dato saperlo

Giulio Tremonti e Arrigo Sadun a Taormina per il X congresso dell'associazione classi dirigenti della P.a.

07 novembre 2011

"Oggi il tempo è brutto, ma vi assicuro che è più brutto essere a Cannes e più bello essere a Taormina". Ha usato una metafora meteorologica il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, per esprimere il suo stato d'animo all'indomani del G20 di Francia. Lo ha fatto davanti la platea dell'hotel San Domenico di Taormina all'inaugurazione, saabato scorso, del congresso nazionale dell'Associazione giovani classi dirigenti delle pubbliche amministrazioni. È a loro che, dopo essere tornato a lanciare l'allarme sulla globalizzazione, e la vittoria della finanza sulla politica, torna a esprimere il rammarico di dovere andare via: "sarei rimasto volentieri a Taormina...", ha confessato, come se il suo pensiero andasse all'incontro a Bruxelles di questa sera con l'eurogruppo e domani con Eurofin.
E' pronto il maxiemendamento per quella data? Tremonti ha avvisato i giornalisti in sala: "Non parlerò nè di politica nè di temi finanziari", ha minacciato, scherzando, "vi annoierò parlando di filosofia". "Non voglio però vedere, come a volte succede - ha aggiunto il ministro - estrapolare una mia frase dal contesto di un discorso per fare un titolo ad effetto. Non è il momento...".

E il ministro, infatti, ad eccezione del riferimento a Cannes e Taormina, non ha affrontato l'attualità ma soltanto temi riguardanti la globalizzazione e i 'Trattati'. "La globalizzazione è una cascata di fenomeni banali, ma la cifra è rivoluzionaria - ha spiegato Tremonti - perchè mette in gioco i poteri dello Stato, la democrazia e la struttura politica". "C'è stata una rotazione tra lo Stato e il mercato e dentro il mercato finanziario - ha aggiunto - lo Stato è andato sotto, la ricchezza sopra. Prevale il mercato finanziario sulla politica".
Il discorso del ministro sembra far trapelare un ripianto verso i tempi di una volta, quando "i politici avevano il potere di determinare il futuro dei loro popoli, adesso con la globalizzazione la curva delle categorie politiche è scesa progressivamente. Il fenomeno è stato accettato fino a quando tutto andava bene: fino alla crisi". La soluzione è "andare avanti, ragionare sull'esistente e guardare al futuro, cercando di restare giovani".

Ha affrontato di malavoglia l'argomento della crisi italiana anche Arrigo Sadun, direttore esecutivo per l'Italia del Fondo monetario internazionale (Fmi), anch'egli al congresso di Taormina. "Se mi chiedete se l'Italia uscirà dalla crisi io dico di sì, anche se non so dire quando", ma c'è un dato certo il nostro Paese, "dove la situazione fiscale paese appare migliore di quella di tante altri Paesi, non è la Grecia".
Gli ispettori "arriveranno come già sapete", conferma suo malgrado Sadun che preferirebbe non parlare con i giornalisti, e chiedendo di non riportare le sue affermazioni dirette nell'intervento al congresso nazionale dell'Associazione giovani classi dirigenti delle P.a.. "Io qui non ci sono...", è arrivato a schermirsi il componente del board del Fmi. Ma le sue valutazioni, anche se espresse a titolo personale, sono importati due giorni dopo un G20 del quale si dice "deluso" perchè "è stata accolta la richiesta del governo italiano per fare qualcosa di importante drastico e necessario, ma non sono stati fatti passi in avanti a livello globale".
La crisi, "penosa e lenta" è diversa, avverte, forte di una studio realizzato negli anni scorsi dal Fmi su 40 Paesi: "non è quella tradizionale ma finanziaria", colpisce "la linfa dell'economia", e quindi "ci vorranno anni, decenni", per la ripresa, e alla fine "nessuno degli indicatori economici tornerà ai livelli precedenti". "È come un vasca da bagno Vittoriana - ha sottolineato - ha due sponde asimmetrica, e così sarà l'uscita dalla crisi, con valori economici più bassi".

La crisi è globale, ha rimarcato Sadun, ma le soluzioni non possono essere soltanto internazionali, ma anche nazionali, locali. Sul mercato immobiliare americano, che ha riflessi internazionali, possono intervenire soltanto gli Usa. Invita a non sposare la metafora di Platone per cui "in una notte senza stelle tutte le mucche sono nere". "Non è proprio vero - contesta Sadun - appaiono nere, ma in realtà sono del colore che sono". "L'Italia non è la Grecia - ha rimarcato - la situazione fiscale nel nostro paese appare migliore di quella di tante altre nazioni".
Secondo il dirigente del Fmi "l'Italia si trova in questa situazione perchè sconta da decenni due peccati originali: il debito pubblico elevato e la scarsa capacità di crescita rispetto agli altri Paesi". Sull'Italia Sadun usa una seconda personale metafora tratta da un'affermazione di Winston Churchill sull'allora Unione sovietica: "è un rebus avvolto in un mistero dentro un enigma, ma c'è una chiave di svolta". "In Italia - ha detto - si sta vivendo un'emergenza finanziaria mista a una crisi di debito pubblico in un contesto di crisi economica, e soffre di questi tre problemi che interagiscono tra di loro". E ha anche un problema "caratteriale", l'Italia, che "ama l'adrenalina che procura arrivare sull'orlo del precipizio, ma poi si tira indietro perchè non è suicida". "Certo - chiosa - non è un modo sereno di vivere...".

[Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it, ANSA]

 

 

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07 novembre 2011
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