L'Italtel di Carini a rischio chiusura
I sindacati hanno proclamato otto ore di sciopero contro i 450 esuberi annunciati dall'azienda tra Palermo e Roma
Il coordinamento nazionale di Fim Fiom e Uilm ha proclamato un pacchetto di otto ore di sciopero nel gruppo Italtel, dopo che l'azienda ha annunciato 450 esuberi e la chiusura di uno stabilimento tra Roma (220 dipendenti) e Carini (Palermo, 230 addetti). Le prime due ore di sciopero saranno effettuate giovedì prossimo.
Gli esuberi alla Italtel, secondo quanto riferiscono i sindacati, sarebbero conseguenza del calo del fatturato di circa 50 milioni di euro nel 2009 e di altrettanti previsti per il 2010, per via dei tagli negli investimenti da parte di Telecom Italia, committente e socio al 19% della società di telecomunicazioni, controllata per il 48% dai fondi americani Clayton e Dubilier & Rice (48,77%) e per il 18% dal gruppo Cisco Systems (altri fondi detengono il resto del capitale). A fronte della riduzione del volume d'affari, Italtel ha debiti che nel 2008 erano pari a 235 milioni.
La crisi di Italtel avrà un impatto anche sulle sedi estere in Russia, Belgio e Spagna, "alcune - dice Rosario Tomaselli della Fiom - saranno chiuse, altre ridimensionate". Già lo scorso marzo l'azienda aveva comunicato altri 450 esuberi, poi ridotti a 250 con un accordo sindacale, metà dei quali trasformati in mobilità e la restante metà gestiti con i contratti di solidarietà che coinvolgono 1.400 dipendenti (un giorno di lavoro in meno al mese e salario ridotto in media di circa 200 euro mensili) sui 2.300 del gruppo.
Oggi, nella fabbrica di Carini, dove si fa ricerca e sviluppo di software per le tlc, è in programma un'assemblea dei lavoratori che deciderà altre iniziative di lotta. [La Siciliaweb.it]