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L'Opel non è della Fiat

Il gruppo austro-canadese Magna si è assicurato il controllo di Opel da General Motors

30 maggio 2009

"E' la decisione migliore". Non c'è altro da dire secondo la Germania: il gruppo austro-canadese Magna si è assicurato il controllo di Opel da General Motors.
A dare l'annuncio ufficiale è stato in nottata dal ministro delle Finanze tedesco, Peer Steinbrueck (Spd), poco dopo le 2 di notte, al termine di una lunga tornata di incontri. Per il governo tedesco è stata scelta la strada migliore per salvaguardare migliaia di posti di lavoro senza pesare sulle finanze pubbliche.
Sconfitta dunque la Fiat, a cui i tedeschi hanno preferito il consorzio del produttore di componenti d'auto Magna, alleata alla russa Sberbank. Il gruppo austro-canadese si trasforma in un nuovo consorzio con cinque milioni di vetture all'anno e vede aprirsi anche i mercati della Russia e dell'ex Unione sovietica.
L'accordo comprende un prestito ponte di 1,5 miliardi di euro da parte del governo tedesco per evitare che la Opel venga coinvolta nella bancarotta di Gm. Magna si è impegnata anche a mantenere aperte le quattro fabbriche della Opel in Germania, che impiegano 26mila persone.

MARCHIONNE: "E' UNA SOAP OPERA"
di Paolo Griseri (Repubblica Affari&Finanza, 29 maggio 2009)

Accordo fatto. La cordata austro-russo-canadese della Magna ha vinto la battaglia nella Cancelleria di Berlino sconfiggendo la proposta Fiat.
Alle 9,30 del mattino a Montreal, il primo pomeriggio in Italia, Sergio Marchionne può finalmente dichiarare quel che pensava da alcuni giorni: "La trattativa su Opel - dice l'ad - somiglia a una soap opera brasiliana". L'ultima puntata della telenovela la stanno scrivendo i ministri socialdemocratici che hanno messo in un angolo Angela Merkel (con l'appoggio dell'ex primo ministro Schroeder, consulente dei russi) imponendo l'intesa con Frank Stronach. In serata arriva la conferma: il governo tedesco ha deciso di esaminare l'intesa raggiunta tra Magna e Gm. La partita, dunque, sembra proprio chiusa.

Entro la serata il governo di Berlino dovrebbe firmare un "memorandum d'intesa" con la Magna per ottenere dai vincitori della battaglia i soldi necessari al prestito-ponte che dovrebbe salvare la Opel dalla bancarotta.
Ma per la Fiat c'è ancora speranza: ne è convinto il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, che a Bruxelles ha appena finito l'incontro tra la commissione Ue e i ministri dell'industria europei per discutere del caso delle filiali europee di Gm. Scajola ha assicurato di "aver colto negli interventi dei suoi partner una grande preferenza per il progetto Fiat, industrialmente più solido". "Credo che il progetto Fiat - ha aggiunto - sia migliore per tanti altri aspetti che interessano General Motors anche in altri mercati". Scajola ritiene che, il prossimo futuro darà ragione al Lingotto. Ma, forse, il ministro stava già pensando ad altri scenari (Peugeot, l'accordo con Gm per il Sudamerica).

La vittoria degli austro-russi era nell'aria da questa mattina quando Marchionne, con un lungo comunicato, aveva annunciato che l'offerta della Fiat non era ulteriormente modificabile e che il governo tedesco "non può chiedere di più". Dunque, diceva il Lingotto, anche se la Fiat "mantiene un forte interesse per l'operazione con Opel", non avrebbe partecipato all'ennesimo incontro con il governo di Berlino nel pomeriggio. "La vita va avanti" ha detto anche Marchionne e ha fatto sapere che la Fiat non è interessata ad alcuna forma di collaborazione con la Magna mentre sembra ancora in piedi l'interesse per Saab.

Mentre in Cancelleria prepara il memorandum che chiude la partita, a Bruxelles i ministri dell'Ue si riuniscono per discutere del caso Opel. "Anche se ormai è tardi - commenta Marchionne - è necessario che l'Ue si occupi della vicenda". In ogni caso, dice l'ad del Lingotto, "la vita va avanti anche la Magna prende Opel". Sulla scorta delle prime indiscrezioni della sconfitta, il titolo di Torino ha perso oltre il 4 per cento in Borsa.

Le reazioni in Italia - E, sulle prime avvisaglie della sconfitta nella campagna tedesca, partono le polemiche in Italia. "E' incredibile l'assenza di iniziativa del governo italiano in questa vicenda" dice il portavoce del Pd, Andrea Orlando. "Nelle scorse settimane - ricorda Orlando - Fiat è stata chiamata a dar conto delle proprie intenzioni oltre che dal governo persino dalle autorità locali tedesche. Il governo italiano è stato, sostanzialmente, tagliato fuori dagli sviluppi della trattativa". E Gianni Pagliarini (Pdci) chiede a Scajola di riferire su quanto sta accadendo e di rispondere a una serie di domande sulla vicenda.

 

 

 

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30 maggio 2009
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