L'opposizione non dà tregua ad Ahmadinejad
Mentre continuano le proteste contro il voto di venerdì scorso, Salemi dedica una via agli studenti di Teneran
Ieri in Iran l'opposizione è tornata in piazza. Migliaia di sostenitori di Mir-Hossein Moussavi si sono riuniti a Teheran nella centrale piazza "7 Tir" (28 giugno) per una quinta giornata di protesta contro i risultati ufficiali delle elezioni presidenziali. Lo slogan scelto dai manifestanti è 'Dio è con noi, o volete fermare anche Lui?'.
Alcuni giocatori della nazionale di calcio iraniana, impegnati oggi a Seul in una partita con la Corea del Sud per la qualificazioni ai prossimi campionati mondiali, sono scesi in campo con fasce verdi al polso o al braccio. Per molti tifosi, si è trattato di un chiaro segno di sostegno per il riformista Moussavi e per la battaglia politica che sta conducendo in questi giorni contro la rielezione di Mahmoud Ahmadinejad alla presidenza della Repubblica Islamica. Il verde è infatti il colore usato da Moussavi nella sua campagna elettorale e caratterizza le manifestazioni pro-Moussavi di questi giorni a Teheran.
E sono continuati gli arresti di figure dell'opposizione. Secondo quanto riferito dai media iraniani, le autorità hanno arrestato il direttore del giornale 'Sarmayeh', Saeed Laylaz, noto commentatore economico e politico critico nei confronti del presidente Mahmoud Ahmadinejad, spesso intervistato dalla stampa straniera, e Hamid Reza Jalaipour, attivista del campo riformista.
Il leader di opposizione Moussavi e l'ex presidente riformista Mohammad Khatami hanno rivolto un appello al capo dell'Autorità giudiziaria iraniana chiedendo il rilascio di tutti coloro che sono stati arrestati ed imprigionati nel corso delle recenti proteste e manifestazioni nel paese. In una lettera indirizzata a Mahmoud Hashemi-Shahroudi, e pubblicata sul website di Moussavi, i due condannano il violento "confronto" con "persone che stavano protestando pacificamente contro la violazione dei loro diritti". "Un tale violento approccio non è in alcun modo compatibile con le norme della Repubblica islamica e non può che portare ad un maggiore pessimismo all'interno della società", si legge nella lettera. "Quegli arresti non risolveranno nulla e non potranno che causare nuovi disordini", prosegue l'appello nel quale Moussavi e Khatami chiedono al capo dell'Autorità giudiziaria di assolvere ai suoi obblighi legali e religiosi e, oltre ad ordinare il rilascio di tutti i prigionieri politici, mettere fine immediatamente alla violenza ed agli arresti.
Le proteste però non scuotono minimamente Ahmadinejad. Per il presidente, citato dall'agenzia di stampa 'Irna', il voto "conferma la fiducia del popolo". "Il risultato delle elezioni - ha sottolineato - conferma il lavoro del nono governo, un governo basato sull'onesta' e al servizio del popolo. Venticinque milioni di persone hanno confermato che questo è il modo di gestire il Paese".
E dopo aver imbavagliato i media stranieri, ai quali è stata vietata la copertura delle manifestazioni, le autorità iraniane ora prendono di mira il web. I Pasdaran (la Guardia rivoluzionaria), nella sua prima dichiarazione pubblica dalle proteste, ha avvertito i siti Internet e i blog di rimuovere tutto il materiale che possa "creare tensione", altrimenti dovranno affrontare un'azione legale. Nei giorni scorsi, i network sociali come Facebook e ancora di più Twitter sono stati strumenti fondamentali per far conoscere al mondo la protesta degli iraniani che contestano l'esito del voto di venerdì scorso.
Da parte sua la Casa Bianca respinge le accuse di interferenza negli affari interni iraniani, dopo che il ministero degli Esteri iraniano ha convocato l'ambasciatore svizzero, che cura gli interessi americani in Iran, esprimendo "protesta e contrarietà" per le dichiarazioni "interventiste" di Washington. Il portavoce Robert Gibbs ha fatto notare che il presidente Obama ha parlato di principi universali quali il diritto a manifestare pacificamente, sottolineando la necessità che vengano rispettati. "Il presidente continuerà ad esprimere queste preoccupazioni", assicurandosi di non interferire, ha concluso il portavoce. [Adnkronos/Ing]
Salemi dedica una via della città agli studenti iraniani - Parte dal sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi, e dall'Assessorato alla Creatività di Oliviero Toscani, su iniziativa dell'UGEI (Unione Giovani Ebrei Italiani), la proposta di dedicare una via della città agli studenti iraniani.
Alla luce delle recenti vicende di cronaca di Teheran, Salemi non rimane indifferente e lancia un appello di adesione per l'iniziativa a tutti i sindaci italiani.
"Come sindaco di Salemi rispondo per primo all'appello dell'amico Daniele Nahum. Non solo sorgerà qui 'Via studenti di Teheran', ma invito a Salemi il candidato Moussavi" ha affermato il sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi.
Daniele Nahum, presidente dell'Unione Giovani Ebrei Italiani, ha infatti lanciato questo appello: "Chiediamo a tutti i Sindaci d'Italia che dedichino una via agli studenti iraniani. Estenderemo il nostro appello fatto al Sindaco di Roma Gianni Alemanno, ancora non raccolto, di dedicare una via della Capitale al 9 luglio 1999 data che ricorda la più grande manifestazione degli studenti iraniani contro il regime, a tutti i Sindaci d'Italia".
"Sappiamo che oltre un anno fa Gianni Alemanno aveva promesso di dedicare una via agli studenti iraniani; ovviamente queste parole sono cadute nel vuoto,come tante altre parole già dette dal primo cittadino di Roma. - dice il portavoce dell'Assessorato Nicolas Ballario - Salemi è stata capitale d'Italia prima di Roma, e prima di Roma dedicherà una via della città agli studenti di Teheran, oggi più che mai perseguitati dal dittatore Ahmadinejad". [Assessorato alla Creatività del Comune di Salemi]