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L'Osama privato stava messo male

I particolari della vita del "principe del terrore": frugale e poco rispettato dai collaboratori

27 agosto 2011

Un Osama parsimonioso e frugale. Che spendeva davvero poco per vivere ad Abbottabad, Pakistan. Un grande latitante che, a corto di denaro, doveva forse arrangiarsi vendendo monili. Fonti pachistane e americane, citate dai giornali della catena McClatchy, hanno fornito nuovi particolari su Bin Laden e, per certi aspetti, hanno anche rivisto il suo ruolo.

Osama non si preoccupava direttamente della gestione della casa, ma erano i due presunti corrieri a farlo. Molto meticolosi e precisi. E non è una sorpresa. Documenti sequestrati in Afghanistan hanno mostrato che i qaedisti sono stati sempre molto pignoli nel tenere in ordine la loro "cassa".
Ad Abbottabad, i commandos americani hanno trovato le bollette delle utenze. Gli abitanti dell’edificio – quasi 30 persone, tra cui 18 minori – spendevano appena 18 dollari al mese per il gas. Cifra davvero irrisoria. Un vicino, con una famiglia ben più piccola, arriva a una media di 54 dollari mensili. Altra bolletta, quella della luce: il "clan" Bin Laden pagava circa 80 dollari. Molto attenti anche nella spesa per il cibo. I corrieri si limitavano ad acquistare lenticchie e riso in un negozio poco distante. Aspetto curioso raccontato dal bottegaio: i due emissari di Bin Laden avevano conti rigorosamente separati. Così come erano separati i 4 allacciamenti della luce all’interno della palazzina.

Le indagini successive all’uccisione di Osama hanno accertato che i collaboratori del terrorista trafficavano in gioielli. Li acquistavano e li rivendevano. Ma stiamo parlando di cifre contenute: tra i 1500 e i 2000 dollari per set di anelli, collane, orecchini. La polizia ha trovato le ricevute delle transazioni in alcuni negozi della regione. L’ipotesi che alcuni fossero dei regali che Bin Laden doveva fare, ma non è escluso che i suoi complici cercassero la quadratura dei conti con qualche piccolo baratto.
Gli americani, fino ad oggi, non hanno fornito troppi particolari su come Osama abbia finanziato la sua lunga latitanza. Dopo il blitz è stato svelato che negli abiti del terrorista sono stati trovati cuciti 500 euro. Una sorta di kit di emergenza per la fuga. Infatti, oltre al denaro, c’erano due numeri di telefono.
Osama, si è detto, ha continuato a coordinare le operazioni di Al Qaeda. O meglio, questo è ciò che emerso dai documenti sequestrati ad Abbottabad. Ma questa valutazione è stata negli ultimi tempi rivista. Bin Laden scriveva, impartiva ordini attraverso un complesso sistema gestito dai corrieri, dettava strategie ma i qaedisti facevano poi di testa loro. Secondo la nuova interpretazione - peraltro parziale - il fondatore faticava a farsi rispettare. Forse aveva problemi a mantenere i contatti con i diversi gruppi ed è anche possibile che i suoi desideri - ad esempio, attacchi su larga scala - si siano scontrati con la realtà sul campo. E i qaedisti, divisi e sparpagliati, hanno lanciato azioni minori. [Guido Olimpio, Corriere della Sera]

Barack e il film su Bin Laden - Osama bin Laden, prossima star di Hollywood. Anche se da morto. Il mondo dorato del cinema californiano pare infatti che stia lavorando a un film sull’uccisione dello sceicco del terrore: una pellicola che ricostruisca i suoi ultimi anni di vita e il momento della cattura a cui stanno lavorando Kathryne Bigelow e Mark Boal, vincitori del premio Oscar per la miglior direzione e la miglior sceneggiatura col film The Hurt Locker, la storia di un gruppo di sminatori dell'esercito statunitense in Iraq.
Pare che la Casa Bianca abbia rivelato alcuni dei dettagli 'top secret' sull'operazione condotta dai Navy Seals contro il capo di al Qaeda, nella speranza che il film possa aiutare il presidente Barack Obama sulla tortuosa strada verso la riconferma, ora che il voto per le Presidenziali 2012 si avvicina.
I dubbi ora sono contenuti in rapporto presentato dal presidente della commissione parlamentare sulla sicurezza interna, il repubblicano Peter King. Una denuncia che lo staff del presidente statunitense ha definisce "ridicola".  A parlare di "accesso ad alto livello" ai segreti del raid da parte degli autori del futuro film - prodotto dalla Sony Pictures - era stato per la prima volta il New York Times il 6 agosto scorso. [Lettera 43]

- BIN LADEN IS DEAD! (Guidasicilia.it, 02/05/11)

- Se Osama bin Laden diventa come Elvis (Guidasicilia.it, 04/05/11)

 

 

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27 agosto 2011
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