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L'ostilità della politica nei confronti delle verità sulla "trattativa"

Il pm Antonio Ingroia: "C'è un fastidio da parte di politica e informazione nei confronti delle indagini"

25 giugno 2012

"Alcune reazioni rispetto al solo fatto dell'esistenza di un procedimento penale sulla vicenda della trattativa Stato-mafia sembrano rivelare un fastidio per le indagini in sé. C'è un clima ostile nel Paese da parte di alcuni settori della politica e dell'informazione e credo che invece occorrerebbe unanimità di intenti".
Così il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia a Lamezia Terme, dove ha partecipato al festival dei libri sulle mafie intitolato "Trame".
"Noi - ha aggiunto - non pretendiamo di fare processi politici o storici a nessuno. Rivendichiamo rispetto per il nostro lavoro e per il diritto-dovere di accertare la verità per stabilire eventuali responsabilità, penali e personali degli indagati nel procedimento".

Il magistrato si è richiamato "alle parole del capo dello Stato e a quelle di alcune settimane fa anche dello stesso premier Monti, nelle quali mi ritrovo: la verità di quella stagione è la verità di cui abbiamo bisogno tutti e a cui tutti devono dare un contributo".
Ingroia ha sottolineato l'importanza "delle autorevoli parole di Napolitano nel riconoscere il ruolo delle indagini della magistratura. Penso inoltre che si debba evitare qualsiasi forma di strumentalizzazione", ha detto riferendosi alle recenti polemiche che hanno tentato di coinvolgere il presidente della Repubblica nella vicenda della trattativa (LEGGI).
Secondo il procuratore, "se fosse vero che c'è stata una trattativa Stato-mafia e che aveva una finalità strategica per l'arretramento della mafia, ha avuto un effetto controproducente di acceleratore di altre stragi. Questo lo dicono i giudici di Firenze nella sentenza della strage del '93, nella quale definiscono scriteriata la trattativa perché aver dato la sensazione di essere disponibili a trattare, ha convinto i mafiosi che la strategia delle bombe pagava. Se è così, si capisce perché nessuno è disponibile a farsi avanti per dirlo agli italiani".

Il pm ha sottolineato l'importanza di un'informazione corretta sulla vicenda che può anche essere utile "se, come fanno molti organi di stampa, viene riportata per quello che è". Ingroia ha anche lamentato che dell'inchiesta si dà un'immagine prevalentemente sbagliata, come se fosse superficiale o addirittura fatta per esibizionismo o protagonismo politico. "La nostra indagine, la cui validità dovrà essere verificata dai giudici, è invece seria, rigorosa e viene da anni di certosine acquisizioni e di riscontri".
Con un'informazione corretta sull'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, secondo Ingroia, è possibile che "alcuni testimoni che ancora oggi stanno nell'ombra potrebbero decidere di uscire da questa ombra e raccontare la verità. Io penso che ce ne sono tanti e molti anche nelle istituzioni o che hanno fatto parte delle istituzioni in quel periodo ancora buio dello stragismo e della trattativa Stato-mafia". Infine il procuratore ha ribadito che "a noi non è arrivato nessun intervento, né dalla Cassazione né da altri. Quindi nessuna pressione, nessuna interferenza".

Sulle dichiarazioni di Ingroia è intervenuto il deputato del Pdl Luca D'Alessandro che ha sottolineato come "Ingroia più che con la parola verità vada a nozze con la parola faziosità". "Sentire da chi conduce processi politici da anni che non vuole fare 'processi politici' è ridicolo e risibile, se non fosse drammatico e inquietante il metodo con cui, fra fughe di notizie e interviste sul merito delle indagini, si porta avanti una discutibile inchiesta e si tira in ballo la massima istituzione del Paese, trascinandola nella gogna mediatica che tante volte, nel silenzio generale, è stata utilizzata per cercare di colpire gli avversari politici" ha concluso D'Alessandro.

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, LiveSicilia.it]

 

 

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25 giugno 2012
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