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L'Ue approva le linee della riforma del vino ma i vinicoltori europei si dicono contro i ''Vini Frankenstein''

06 luglio 2007

Dopo un anno di lavoro Bruxelles ha approvato le linee della riforma del vino europeo che, secondo la commissaria all'agricoltura Ue, Mariann Fischer Boel ''ridarà vigore al settore e ci permetterà di riprendere il nostro giusto posto come i migliori produttori al mondo''.
Quindi nuove regole definite con l'obiettivo di aumentare la competitività, riconquistare mercati e aprirne dei nuovi, bilanciare l'equilibrio tra domanda e offerta semplificando, dove possibile, alcuni passaggi chiave. Tutto ciò dando modo di utilizzare al meglio il budget di 1,3 miliardi di euro disponibili per sostenere vino e vigneti.
Insomma, una rivoluzione che, come ogni rivoluzione, potrebbe avere delle vittime, ma che in molti non vogliono immolare.

La colpa dei cadaveri enologici sui campi europei potrebbe essere principalmente delle nuove proposte comunitarie che, tra le altre cose, accoglierebbero la produzione dei ''Vini Frankenstein'' per combattere il fiume di vino a basso prezzo in arrivo dal ''nuovo mondo''.
Paesi come l'Australia, la California e il Cile hanno infatti letteralmente invaso il mercato europeo con vini spesso di bassa qualità, che però vendono ad una frazione del prezzo dei vini locali. Una proposta della commissione europea, che potrebbe presto diventare legge, permetterebbe per la prima volta di mischiare vini provenienti dai diversi paesi dell'area Ue, il che aumenterebbe la competitività dell'industria vinicola europea e produrrebbe una forte incremento di vini ''cheap'', così da soppiantare quelli provenienti attualmente da paesi extra-comunitari.
Un portavoce del commissario Fischer-Boel ha dichiarato al quotidiano britanncio Guardian: ''Al momento la miscelazione di vini di paesi diversi non è possibile, ma lo diventerebbe sotto il nuovo disegno di legge, che incrementerebbe la produzione di vino a basso livello. Potremmo chiamarlo vino europeo''.

Ma i produttori vinicoli italiani, francesi e spagnoli proprio non ci stanno e si sono dichiarati compattamente contrari alla ''mostruosa'' proposta. Riccardo Ricci Curbastro, produttore di vari tipi di vino, fra cui il Sangiovese, ha dichiarato al Corriere della Sera: ''L'idea del vino europeo di bassa qualità non mi sembra molto intelligente. Noi crediamo che non sia una misura necessaria. Non c'è alcun futuro nella miscelazione di vini a basso prezzo e lo abbiamo fatto presente alla commissione''. Ricci Curbastro ha aggiunto: ''La semplificazione dell'etichettatura dei vini, proposta dalla commissione, avrebbe l'effetto di far crollare la fiducia nel prodotto. Si potrebbero prendere delle uve cresciute nel Chianti, trasferirle in Svezia per il procedimento di vinificazione, e il vino verrebbe lo stesso denominato Chianti. E' inaccettabile''.
Christian Paly, presidente della confederazione di produttori di vino francesi, CNAOC, ha dichiarato: ''Queste proposte porterebbero alla banalizzazione di vini come il Bordeaux, il Rioja e il Porto. Noi vogliamo che i vini europei riconquistino il mercato globale. Stanno crescendo di qualità ed è questa qualità che noi vogliamo portare all'estero. Questa proposta di legge destabilizzerebbe il mercato''.

Vogliamo ricordare che l'Europa è attualmente leader mondiale di produzione, consumo, esportazione e importazione di vini. L'export di vini nel 2006 ha totalizzato i 3 miliardi di euro. Il consumo di vini globale è di circa 24 miliardi di litri l'anno, di cui l'Europa produce il 57%. A questa grande percentuali un contributo fondamentale viene dato dalla produzione francese e italiana.

 

 

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06 luglio 2007
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