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L'UE boccia i Centri di permanenza temporanei per gli immigrati d'Italia e del resto d'Europa

05 aprile 2008

"Gabbie, degrado, servizi pessimi"
LA COMMISSIONE UE BOCCIA I CPT
di Stefania Parmeggiani e Vladimiro Polchi (Repubblica.it, 2 aprile 2008)

L'Europa boccia i Cpt italiani: "cibo scadente", "gabbie e sbarre opprimenti", "mancanza d'igiene", "carenza d'assistenza medica e legale".
La fotografia, scattata a fine dicembre 2007 dalla "Commissione per le libertà civili e la giustizia" dell'Europarlamento, è una ferma condanna di tutti i centri di permanenza temporanea per immigrati: in Italia e nel resto d'Europa.
I Cpt, introdotti dalla legge Turco-Napolitano e potenziati dalla Bossi-Fini (che ha allungato i tempi di detenzione da trenta a sessanta giorni), servono a trattenere gli immigrati irregolari in attesa d'espulsione. Nel 2005 vi sono transitate 16.163 persone. Gli espulsi? Solo il 60%.
La macchina, infatti, non funziona: nel 2006, su 124.383 clandestini individuati dalle forze dell'ordine, solo il 36,5% (45.449) è stato effettivamente rimpatriato (nel 1999 lo fu il 64,1%). Non solo. I Cpt italiani sono stati ripetutamente criticati da vari organismi indipendenti: Medici senza frontiere, Amnesty International, Comitato europeo per la prevenzione della tortura e Commissione De Mistura. Mancava la bocciatura dell'Europarlamento. Che è arrivata puntuale.

Vari i punti critici segnalati dalla Commissione Ue per le libertà civili. Nel centro di permanenza di Torino, "il cibo è scadente e la struttura delle gabbie opprimente". Il Cpt di via Mattei a Bologna "attira particolarmente l'attenzione a causa dell'avanzato stato di degrado della struttura, in molte parti bruciata e sporca. Le stanze, anch'esse lasciate in un avanzato stato d'abbandono, sono composte da letti in cemento, una televisione ingabbiata dietro una grata e una sbarra sul soffitto, che, a detta del responsabile del centro, impedisce alla popolazione trattenuta di sfondare il tetto e di nascondersi all'interno. La struttura esterna è caratterizzata da una presenza continua e constante di sbarre, non solo attorno alle persone, ma anche sulla testa (sono completamente chiusi da tutti i lati)".
Il Cpt di Trapani, si legge ancora nel rapporto, "si trova nel centro della città, in una vecchia struttura d'inizio '900, utilizzata in passato come casa di cura per anziani. La capienza totale del centro è di 57 posti, attualmente ne sono utilizzabili solo 26 perché una delle due ali è inagibile a causa di un incendio. La parte restante mostra segni di forte degrado e abbandono, oltre a un sentimento di oppressione e chiusura dovuto a grate e sbarre presenti ovunque. I servizi igienici risultano carenti: 4 wc per le 26 persone presenti".
Al centro di Borgo Mezzanone a Foggia, "durante la visita alla zona dei container ci siamo potuti intrattenere con i migranti presenti, tra cui un gruppo di afgani e iracheni. Le principali problematiche che ci hanno esposte sono: le condizioni di caldo estremo nei container, perennemente esposti al sole, la mancanza di telefoni (7 per 500 persone) e l'assenza d'informazioni rispetto alla durata della permanenza nel centro".
Infine Lampedusa: "Il centro, situato a lato dell'aeroporto, ha una capienza totale di 197 posti, che, secondo il direttore, si possono trasformare in 300. Spesso arriva ad accogliere fino a 800 persone (...) Tutti gli intervistati si lamentano della scarsità di acqua distribuita per bere e del forte calore nei container, esposti totalmente al sole, chiusi, in una zona in cui si superano abitualmente i 40 gradi centigradi".

In conclusione, il rapporto Ue denuncia: "Il carattere patogeno della detenzione, causato principalmente dalle strutture e dall'assenza di comunicazione (fino ad atteggiamenti di disprezzo) dei responsabili con le persone trattenute; misure securitarie sproporzionate per persone trattenute in un quadro amministrativo; nessuna assistenza alle persone vulnerabili; servizio medico presente ma carente, soprattutto nei centri altamente popolati; carenza del servizio d'interpreti e traduttori; mancanza di un servizio d'assistenza legale". Per questo si chiede con urgenza, "la ristrutturazione dei centri e l'eliminazione delle gabbie; l'accesso permanente di Ong e giornalisti; il miglioramento dei servizi igienici, medici e legali".

La risposta dell'Italia? Il governo Prodi, con la legge Amato-Ferrero, proponeva di ridurre il numero dei Cpt, trasformandoli in strutture restrittive residuali e limitate ai clandestini "irriducibili", che si sottraggono all'identificazione. Il centrodestra pare invece essere di tutt'altra idea: "Aumenteremo il numero dei Centri di permanenza temporanea per l'identificazione e l'espulsione degli extracomunitari clandestini". Promette ora Silvio Berlusconi.

I Cpt e le loro capienze

CITTA'  LUOGO  CAPIENZA 
Bologna  via Mattei  95 
Caltanissetta  C.da Pian del Lago  96 
Catanzaro  Lamezia Terme 75 
Milano  via Corelli  140 
Modena  v.le La Marmora 60 
Roma  Ponte Galeria  300 
Torino  C.so Brunelleschi  96 
Trapani  Serraino Vulpitta  57 
Gorizia  Gradisca d'Isonzo 252 
Bari  Palese  200 
Foggia  ---  220 
Lampedusa  Centro di primo soccorso  186 
Fonte: Rapporto Commissione de Mistura 2007

  Clandestini identificati  Rimpatriati  Sbarchi 
Anno 1999  112.881  72.392 
Anno 2000  130.791 66.057 
Anno 2001 133.655  75.448 
Anno 2002 149.783 88.501 
Anno 2003 105.739  65.153  14.331 
Anno 2004 105.662  59.965  13.635 
Anno 2005 119.923  54.306  22.939 
Anno 2006  124.383  45.449  22.016
Anno 2007  20.455 
Fonte: Rapport Caritas-Migrantes 2007 / Ministero del'Interno

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05 aprile 2008
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