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L'Ue ha detto sì all'olio tunisino (con qualche riserva)

Il no degli eurodeputati siciliani non è bastato a fermare l'entrata di 70mila tonnellate di olio dalla Tunisia

26 febbraio 2016

Per contribuire a rafforzare l'economia tunisina, duramente colpita nel 2015 da attacchi terroristici, i deputati europei hanno approvato la proposta di un piano di emergenza dell'UE per importare 70 mila tonnellate extra di olive tunisine "duty-free" per il 2016 e il 2017.
Dunque, alla fine l’ok del Parlamento europeo è arrivato con 475 voti favorevoli. Sembra, però, che le proteste delle associazioni agricole italiane e spagnole sono state tenute in conto, almeno in parte. Il testo approvato, infatti, contiene alcune modifiche importanti rispetto a quello originario a tutela anche dei produttori nostrani.

Affinché la Tunisia possa importare in Europa, a dazio zero, un extra di 35mila tonnellate di olio d'oliva per il 2016 e altrettante per il 2017, l'Europarlamento ha sostanzialmente posto due condizioni: la prima è che la misura sia limitata solo a questi due anni escludendo possibilità di proroghe. La seconda è che in Europa potrà arrivare solo olio originario della Tunisia, interamente ottenuto in loco e poi trasportato nell'Unione. Questo per scongiurare, o almeno limitare, il rischio che qualche produttore europeo poco trasparente possa modificare nazionalità al prodotto tunisino con origine non certificata e riesportarlo come olio italiano, spagnolo, greco, e così via.

Inoltre, l’Europarlamento ha inserito la richiesta alla Commissione di presentare una valutazione intermedia sull'impatto sul mercato UE. Fra i paesi dell’Unione, l'Italia è uno dei maggiori importatori di olio d'oliva, come confermano sia i dati per il periodo 2014/2015, sia le stime per il 2015/2016. In particolare, le stime sulla produzione nazionale di olio d'oliva per il 2015/2016 parlano di 445.000 tonnellate, a fronte di un consumo stimato, per lo stesso periodo, di 592.794.
Il provvedimento, approvato ad ampia maggioranza, in seguito agli emendamenti apportati dagli eurodeputati dovrà ora essere riesaminato dal Consiglio Ue.

"La Tunisia ha fatto molta strada dalla Primavera araba, come uno dei pochi Paesi che ha davvero raggiunto una transizione democratica. La Tunisia è stata il bersaglio di attacchi terroristici proprio perchè è sulla strada per il consolidamento della propria democrazia. Questi attacchi hanno avuto un terribile impatto sul settore turistico e sull'economia in generale, in un periodo di grave crisi economica. Vogliamo che la Tunisia ce la faccia e dobbiamo aiutarla con misure concrete che promuovano subito la sua economia", ha affermato la relatrice Marielle de Sarnez (Alde, Fr), nel dibattito prima del voto.

Nonostante l’accordo raggiunto sia frutto di una modifica importante per la difesa dell’olio nostrano, gli europarlamentari siciliani, Salvo Pogliese (Forza Italia-Ppe), Michela Giuffridaa (Pd) e Giovanni La Via (Ppe), hanno comunque votato contro e parlato alla fine di una sostanziale sconfitta, almeno per la Sicilia.  
"Ci siamo opposti alla ipotesi di aumento dell'import a dazio zero dell'olio tunisino: 70 mila tonnellate di olio di oliva in regime di esenzione fiscale, invasione che il mondo agricolo europeo, e italiano in particolare, non possono sostenere" ha detto Pogliese. "Riteniamo ovviamente corretto e doveroso manifestare solidarietà al popolo tunisino dopo i vili attentati terroristici dell'anno scorso e l'Europa sta già svolgendo la sua parte attraverso, per esempio, lo stanziamento a favore della Tunisia di 500 milioni di euro sanciti il 12 febbraio dalla commissione europea. Ma, come ho sottolineato ieri anche nel corso del mio intervento al Parlamento di Bruxelles - ha concluso Pogliese - non si può continuare a massacrare l'agricoltura degli stati dell'Europa meridionale con provvedimenti che alla fine incideranno non poco sulla produzione italiana".

Michela Giuffrida, eurodeputato Pd e componente della Commissione Agricoltura ha aggiunto: "Coerentemente a quanto ho da sempre annunciato, ho votato no al provvedimento per un ulteriore quantitativo di import di olio dalla Tunisia. Le discussioni di queste settimane e la necessità di un'ulteriore riflessione su un sistema più efficace per aiutare la Tunisia, Paese determinante per la stabilità del Nord Africa che necessita del nostro sostegno, di tutta la nostra solidarietà, hanno prodotto che la partita si riapra con un rinvio di discussione al Consiglio che dovrà adesso rivalutare il provvedimento".
"A questo punto - ha osservato infine l'eurodeputata del Pd - siamo certi che, con maggiore consapevolezza e grazie ad un nuovo serrato confronto, e senza prescindere dalle fortissime preoccupazioni nettamente espresse dalle più importanti associazioni delle categorie produttive a tutti i livelli, si possa presto individuare un modello efficace di sostegno alla Tunisia che non penalizzi e gravi esclusivamente su una parte produttiva ed economicamente importantissima del nostro Paese come il Mezzogiorno".

"Il risultato era quello atteso, ma ci siamo subito attivati per depotenziarne gli effetti" ha detto Giovanni La Via (Ppe). Ha vinto "il partito" del sì. "Purtroppo - ha commentato l'eurodeputato catanese - l'emendamento che abbiamo presentato per il rigetto della proposta non è stato approvato". Poi, un riferimento ai colleghi italiani che, dice La Via "non hanno voluto sostenere la nostra proposta".
"Non possiamo continuare - ha concluso l'eurodeputato del Ppe - a barattare, cosa che è stata fatta sino ad adesso, l'agricoltura del mezzogiorno d'Europa con alcuni, talvolta piccoli, vantaggi per le popolazioni del Nordafrica".

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26 febbraio 2016
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