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L'ultimo appello di Beppe Grillo: ''Depenalizziamo le droghe leggere''

''Per risolvere il problema dell'affollamento delle prigioni è sufficiente depenalizzare la marijuana...''

14 agosto 2009

"Agosto è il mese degli appelli. Dopo quello per la difesa della Rete dalle querele, oggi il nuovo appello riguarda la depenalizzazione delle droghe leggere". E' quanto scrive Beppe Grillo sul suo blog. "Troppe persone sono arrestate e non tornano più a casa per uno spinello, da Aldo Bianzino a Stefano Frapporti. In molti paesi d'Europa - osserva Grillo - la marijuana è libera. In Italia c'è la libera circolazione delle droghe pesanti e l'arresto di poveri diavoli per un spinello. A Milano i consumatori abituali di cocaina sono stimati in 150.000. Il porto di Gioia Tauro è la porta d'ingresso per ogni tipo di droga in Europa".
"Per risolvere il problema dell'affollamento delle prigioni - secondo Grillo - è sufficiente depenalizzare la marijuana. Per risolvere il problema di strani suicidi e di infarti improvvisi in cella è sufficiente depenalizzare la marijuana".
Da qui l'appello del comico genovese: "Chiedo a tutte le forze politiche e ai movimenti che vogliono sostenere questo appello di farsi vivi al più presto. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure". [Adnkronos]

- Leggi il post "Il proibizionismo che uccide"


IL BUSINESS SEGRETO DEI CAMPI DI MARIJUANA
di  Romina Marceca (Repubblica/Palermo.it, 01 agosto 2009)

E' la nuova frontiera dello spaccio: la piantagione di marijuana fai-da-te sui terreni di campagna. Piante che crescono fino ai due metri e producono quello che gli investigatori chiamano l'oro verde del Sud.
L'ultima piantagione, la sesta dall'inizio di luglio in provincia di Palermo, è stata sequestrata ieri in contrada Malvello, nel territorio di Corleone. Valore: un milione e mezzo di euro. In quattro serre, apparentemente abbandonate, sono state trovate 5 mila piante di canapa indiana. In manette è finito un cittadino extracomunitario, Ahmid Thabet, di 49 anni, residente a Partinico.
Qualche giorno fa, a San Cipirello, i carabinieri del gruppo di Monreale hanno sequestrato una piantagione di 10 mila piantine, del valore stimato di tre milioni. Proprio qui, a San Cipirello, nell'agosto di due anni fa i carabinieri avevano scoperto e sequestrato la più vasta piantagione d'Italia: un milione e 400 mila piante.
Ma è possibile che le piantagioni fai-da-te siano un fenomeno in costante crescita, nonostante l'inasprimento delle leggi contro la droga? Quanto può rendere a un coltivatore diretto entrare nel mercato della produzione di marijuana, alla fine controllato dai boss? E soprattutto, quanto è difficile mettere su una coltivazione di marijuana?

Quello dell'erba è un business capace di garantire a insospettabili coltivatori rendite a cinque o sei zeri. Basta disporre di un piccolissimo capitale iniziale e di un terreno, meglio se di proprietà (piantagioni sono state scoperte anche su terreni demaniali), per mettere in piedi un business molto redditizio. Un business sul quale, inevitabilmente, anche la mafia finisce per mettere le mani: un grammo di marijuana costa pochi euro, al massimo dieci, e il suo consumo non risulta mai in calo nelle statistiche annuali. Un giro di affari in crescita nel quale - secondo gli investigatori - grazie al controllo del territorio, la mafia si insinua proprio al momento dello smercio, lucrando sulle vendite e garantendo la capillarità dello spaccio. Sono stati sei gli arresti in provincia di Palermo dall'inizio del mese, quasi tutti tra Partinico, Misilmeri, Carini, dove si trovano grandi appezzamenti di terreno e il campo di canapa rischia di passare inosservato.

La tipologia dei coltivatori finiti in manette è estremamente varia: dal contadino pensionato allo studente, dall'impiegato al commerciante.
Quattro arresti nel Catanese dall'inizio dell'anno. Altre zone sensibili al fenomeno sono Agrigento, Trapani e Caltanissetta, dove un botanico di 31 anni, l'anno scorso, è finito in manette per avere realizzato in serra la coltivazione di sessanta piante di marijuana. Ci sono poi i coltivatori che curano le piante in casa per uso personale: piantine cresciute sui balconi o in serre improvvisate in angusti stanzini di casa o all'interno delle vasche da bagno. I finanzieri dell'antidroga, in uno degli ultimi controlli, hanno scoperto uno studente universitario che aveva allestito una serra nella sua stanza, in via Maqueda. C'erano lampade uva, riscaldamento e irrigazione automatica ad hoc per far crescere le sue 50 piantine.
Di tutto questo i genitori non avevano capito nulla. In realtà, tutto questo può avvenire perché avviare una coltivazione di marijuana è estremamente facile. I semi di canapa indiana si possono acquistare liberamente: il reato è coltivarli, non comprarli. Si trovano anche a Palermo. E basta navigare su Internet e inserire su un qualsiasi motore di ricerca la parola marijuana, per ottenere una guida completa alla coltivazione: i drug shop sul web propongono diverse offerte. Su un sito c'è persino il 20 per cento di sconto per ogni acquisto. E ci sono alcune chat dove sono caricati video che mostrano le procedure per allestire le piantagioni. L'estate è il periodo propizio per la fioritura: la cannabis ha bisogno di molto calore, ma anche di un'abbondante irrigazione.

Come tenere sotto controllo tutto questo? «Il comparto aeronavale - spiega il comandante provinciale della Guardia di finanza, Carlo Ricozzi - compie accertamenti dall'alto sorvolando il territorio e inviando le segnalazioni dei punti in cui vengono scoperte le piantagioni». Spesso le forze dell'ordine scoprono le piantagioni sul territorio demaniale e nei terreni privati. In questi casi non è stato raro che i titolari, denunciati, abbiano raccontato di non aver sempre saputo che il contadino coltivava pomodori e non certo marijuana.

 

 

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14 agosto 2009
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