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L'unica cosa certa è che la piccola Nicole non c'è più

La morte della neonata catanese è stato un chiaro caso di malasanità. I governi centrale e regionale trovino i responsabili

19 febbraio 2015

A Catania non sono state rispettate le norme previste per il trasporto dei neonati, e se non si interviene una vicenda come quella della piccola Nicole può ripetersi. A Catania non c'è la rete di emergenza.
Lo ha sostenuto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, rispondendo ieri alla Camera, durante il question time, alle numerose domande sul caso di presunta malasanità in Sicilia. Per il caso della neonata morta nei giorni scorsi, così come emerso delle indagini degli ispettori del ministero, "c'è stata stata una cattiva comunicazione" fra le parti.
"Catania non ha attuato la norma - ha affermato il ministro - e quindi non c'è il trasporto neonatale come dovrebbe esserci. Se ci fosse stato io non so quali sono le cause della morte della bambina ma almeno avremmo fatto tutto quello che si doveva per dare una assistenza. Non c'è nessuna volontà di fare politica, dobbiamo mettere in fila le cose e risolverle velocemente, perchè un fatto come questo si può ripetere".

Lorenzin ha esposto alcuni dei risultati della task force inviata dal ministero. "La task force diventerà un modello permanente del ministero della Salute - ha spiegato - Dai primi esami è emersa una scarsa capacità della clinica di procedere alla stabilizzazione della neonata. A Catania non è attuato il protocollo relativo al trasporto neonatale, con ritardi dovuti anche a una delibera assessoriale che ha spostato il limite al settembre 2015, e disfunzioni nella comunicazione rilevate dal semplice ascolto delle conversazioni. È emerso poi un utilizzo almeno in parte inappropriato dei posti in terapia intensiva neonatale".
Le indagini sulla morte della piccola Nicole hanno riscontrato "l'assenza di un efficace sistema di governance per sicurezza dei punti nascita e mancata attuazione del protocollo relativo al trasporto in sicurezza. Abbiamo riscontrato anche scarsa capacità nella casa di cura per procedere nell'immediatezza alla stabilizzazione del neonato - ha aggiunto - e gravi disfunzioni nelle comunicazioni tra il 118 e le strutture contattate". "Il gruppo ispettivo ha proceduto alle verifiche del caso in piena collaborazione con l'assessorato della Regione Sicilia, e questo dovrebbe sgombrare il campo da tutte le strumentalizzazioni politiche di questi giorni" ha aggiunto Lorenzin.
"Se non interverrà la Regione lo farà il ministero. I posti letto nelle unità Utin in sicilia sono 114, numero superiore a quello fissato a livello nazionale che è pari a 80 - ha spiegato - ma perchè Nicole non lo ha trovato? La risposta sta nella parola appropriatezza. Sarà mia cura verificare anche tramite l'analisi delle cartelle cliniche dei bimbi ricoverati l'appropriatezza dell'uso dei posti letto a Catania".

Ad affrontare ieri i motivi della tragica fine della piccola Nicole anche l’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino.
"La piccola Nicole si sarebbe potuta salvare se fosse stata portata subito al pronto soccorso di un ospedale", che per legge "ha l'obbligo di accogliere un codice rosso" al di là della disponibilità di posti letto. Così l'assessore Borsellino, in uno dei passaggi della sua relazione all'Ars.
L'ambulanza con a bordo la piccola Nicole è partita dalla clinica Gibiino di Catania per Ragusa un'ora e 30 minuti dopo la nascita della bimba.

"Si è paventato il commissariamento" della sanità da parte del ministro Beatrice Lorenzin "mentre gli uffici della Regione stavano ancora raccogliendo informazioni" sulla morte della piccola Nicole. "Ho appreso della morte della neonata dalla stampa mentre ero al ministero della Salute e ho informato io i direttori generali degli ospedali di Catania e dell'Asp e poi in serata ho anche informato il ministro, chiedendo subito di poter effettuare una ispezione congiunta" ha continuato l’assessore. "Nel giro di poche ore o appreso sempre dalla stampa che il ministro avrebbe mandato ispettori per fare luce sui livelli essenziali di assistenza".
"La Regione si considera parte danneggiata e offesa nel procedimento in essere aperto dalle Procure di Ragusa e Catania, l'ho già comunicato ai magistrati. Mi riservo di nominare un tecnico di parte", ha aggiunto.
Sull'ambulanza privata della 'Croce Verde" che ha preso in carico la piccola Nicole su richiesta della clinica Gibiino, c'era la stessa equipe medica che aveva fatto nascere la bimba. La Regione, ha spiegato ancora l'assessore, "non conosce l'orario della morte della piccola Nicole, perché il medico che l'ha fatta nascere non ha voluto parlare con i funzionari della Regione che fanno parte della commissione congiunta col ministero".

Da parte sua, la clinica Gibiino continua a difendersi dicendo che nella casa di cura è stato fatto tutto il possibile per la piccola. "Siamo vicini alla famiglia e profondamente addolorati per quanto accaduto, ma teniamo a precisare che la clinica e lo staff medico hanno fatto tutto il possibile per aiutare la piccola Nicole e adottato tutte le procedure previste dalle normative vigenti". Queste la parole di una nota della clinica.
"Da rilevare che proprio oggi un po' tutti i quotidiani - è scritto ancora nella nota della casa di cura - riportano la notizia secondo la quale gli ispettori inviati dal ministero della salute hanno evidenziato delle criticità nella macchina organizzativa regionale riguardanti la mancata attivazione, nella Provincia di Catania, dei servizi Stam e Sten, ovvero i servizi di trasporto assistito materno e per le emergenze neonatali, nonché ulteriori falle nel servizio del 118. Ci auguriamo che la magistratura faccia al più presto chiarezza su quanto accaduto".
"Le notizie diffuse nei giorni scorsi, spesso infondate - hanno detto infine dalla Gibiino - hanno già inciso pesantemente sull'operato e sull'immagine della nostra struttura sanitaria che, è bene ricordarlo, è presente da oltre 50 anni. Abbiamo sempre svolto con grande attenzione, professionalità e rispetto delle normative vigenti il nostro lavoro e continueremo a farlo".
"Il nostro pensiero - conclude la nota della casa di cura - va ai genitori di Nicole, che sono le vere vittime di questa triste vicenda".

Intanto, è rientrata l'ipotesi delle dimissioni dell'assessore Lucia Borsellino. A darne notizia è stato il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, anche se in aula alla Camera il Movimento 5 Stelle lo aveva chiesto a gran voce durante il lungo question time dedicato a quanto accaduto.

- Il caso della piccola Nicole approda all'Ars (Guidasicilia.it, 18/02/15)

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- I buchi nella versione dei medici sulla morte di Nicole di Alessandra Ziniti (Repubblica/Palermo)

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19 febbraio 2015
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