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L'Unicef lancia un appello per l'emergenza umanitaria in Libano, dove servono aiuti per 23 milioni di dollari

25 luglio 2006

Ha fatto una certa impressione sentire il segretario di stato della Nazione più potente del mondo, gli Stati Uniti d'America, chiedere un immediato ''cessate il fuoco'' e sentire proferire la sua preoccupazione per la tragica situazione umanitaria che le città del Libano hanno brevemente raggiunto dopo i quattordici giorni di conflitto con Israele.
Purtroppo la visita a sorpresa di Condoleeza Rice nella capitale libanese non ha sortito grandi effetti, tranne quello di assicurare una giornata libera da bombe, e questo solo a Beirut. La diplomazia internazionale cammina con passi ben più lenti rispetto a quelli segnati dall'esercito israeliano o dai razzi Hezbollah, e tutti aspettano quali risposte risolutive scaturiranno domani dal summit che si terrà a Roma.

Da un altro canto organizzazioni come l'Unicef si stanno mobilitando come meglio possono, e giusto ieri l'organizzazione umanitaria ha lanciato un appello di raccolta fondi di 23,8 milioni di dollari (che sostituisce l'iniziale richiesta di 7,3 milioni di dollari) per gli aiuti ai bambini colpiti dalla crisi in Libano e Siria. L'appello è parte della generale richiesta di fondi delle Nazioni Unite per circa 150 milioni di dollari.
''Molte delle persone colpite dalle violenze sono bambini'', ha dichiarato il Direttore Generale dell'Unicef Ann M. Veneman. ''Molti di loro potrebbero aver assistito alla morte o al ferimento dei loro cari e aver subito gravi traumi emotivi. Circa 700.000 persone sono sfollate all'interno del Libano, di cui 110.000 si stima stiano vivendo in scuole, edifici e parchi pubblici, mentre altre 150.000 hanno varcato il confine con la Siria. I bambini corrono l'imminente pericolo di malattie e subiranno le conseguenze più pesanti della perdita di ospedali, centri sanitari e scuole''.

L'Unicef lavorerà in stretta collaborazione con le altre agenzie dell'ONU, la Croce Rossa, la Mezza Luna Rossa e le organizzazioni in grado di fornire immediato aiuto ai bambini sfollati, a quelli profughi e alle famiglie che hanno urgente bisogno di cure mediche, acqua potabile e servizi igienici di base, oltre che d'aiuto per far fronte ai traumatici eventi che stanno vivendo.
Finora, l'Unicef ha inviato medicinali e altri generi di prima necessità per un valore di circa 1,2 milioni di dollari: il primo volo d'aiuti ha lasciato Copenaghen lo scorso 22 luglio, trasportando più di 38 tonnellate di scorte mediche e 168 kit familiari per l'acqua - contenenti sapone, recipienti, compresse per la potabilizzazione e contenitori per la raccolta delle scorte idriche - sufficienti a rispondere delle esigenze di circa 1.700 famiglie. Tra gli aiuti inviati per via aerea anche sali per la terapia di reidratazione orale, usati per la cura della diarrea acuta, medicinali di base e kit con materiali socio-ricreativi. Un secondo volo di aiuti umanitari è partito da Lussemburgo domenica 23 luglio, con ulteriori kit familiari per l'acqua, 800 confezioni di antidolorifici (paracetamol) e altri kit socio-ricreativi.

L'Ufficio Unicef in Libano ha già acquistato medicinali, cisterne, detergenti e attrezzature igienico-sanitarie disponibili localmente, oltre che giocattoli da distribuire ai bambini sfollati.
Nei prossimi 3 mesi, l'Unicef, insieme alle organizzazioni partner in Libano e Siria, provvederà a fornire: acqua potabile e servizi igienici per le scuole; Kit sanitari d'emergenza e medicinali di base ai centri sanitari e alle popolazioni sfollate; assistenza ai bambini che hanno subito eventi traumatici; servizi di prevenzione della separazione familiare e per il ricongiungimento dei bambini rimasti soli alle loro famiglie; kit socio-ricreativi da distribuire in 50 scuole.
L'appello dell'organizzazione copre anche le esigenze relative alla logistica, il necessario per la sicurezza e la risposta da fornire a livello regionale, data la difficile situazione di crisi che investe l'intera area.

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25 luglio 2006
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