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L'Unione europea ha approvato la direttiva sui rimpatri

L'Europa diventa più ''cattiva'' nei confronti dell'immigrazione clandestina

19 giugno 2008

Il Parlamento europeo, riunito ieri in sessione plenaria a Strasburgo, ha approvato con 369 SI, 197 NO e 106 astenuti la direttiva sui rimpatri, senza apportare modifiche al testo di compromesso.
La direttiva che è stata già varata all'ultimo consiglio dei ministri degli Interni a Lussemburgo prevede tra l'altro l'estensione della durata della detenzione amministrativa per i migranti irregolari sino a 18 mesi. All'inizio di giugno la direttiva aveva avuto il via libera dei ministri dell'Interno dei Ventisette, dopo tre anni di dibattito nell'Ue (LEGGI). Gli eurogruppi dei socialisti, dei verdi e della sinistra e le organizzazioni per i diritti umani avevano criticato la direttiva, giudicandola troppo severa con i clandestini.

Al testo di compromesso, dunque, non è stata apportata nessuna modifica, e tutti gli emendamenti proposti dai deputati che si opponevano alle misure contenute nel provvedimento sono stati respinti con uno scarto di oltre 100 voti.
Il testo prevede il "ritorno volontario" entro 7-30 giorni degli immigrati illegali. La durata della detenzione per un massimo di sei mesi prorogabile fino a un totale di 18 (nel caso di "rischio di fuga" o di rifiuto dell'espulsione). Il divieto di riammissione per cinque anni. Previsto il patrocinio legale gratuito agli immigrati privi di mezzi. Il testo prevede comunque la possibilità di accesso ai centri di detenzione da parte delle organizzazioni non governative, la possibilità di fare ricorso contro l'espulsione e il diritto dei clandestini all'assistenza giuridica.
Per quanto riguarda i minori, accompagnati o meno dalla famiglia, potranno essere rinchiusi nei centri di detenzione. La direttiva vuole garantire la possibilità di "accesso all'educazione" e chiede agli Stati membri di tenere conto "dell'interesse principale del bambino", ma autorizza l'espulsione dei minori non accompagnati anche verso Paesi dove non siano presenti né un tutore, né i familiari, ma solo "strutture d'accoglienza adeguate".

I sostenitori della direttiva affermano che in un'Europa che ospita 8 milioni di clandestini con 200mila arresti nel primo semestre 2007 ma solo 90mila espulsi, consentirà di disporre di un sistema di controllo più efficiente e di un fondo Ue per i rimpatri (assistenza legale e cure sanitari) da 700 milioni.
Dure invece le critiche da parte della sinistra e di numerose organizzazione non governative. Gli eurodeputati del Gue, la sinistra unitaria europea, hanno distribuito delle foto di Centri di permanenza temporanea di Italia, Grecia, Malta e di altri paesi della Ue ai loro colleghi che entravano nell'emiciclo per il voto. Tra loro Giusto Catania, Roberto Musacchio e Vittorio Agnoletto di Rifondazione comunista.
Critiche alla direttiva sono arrivate anche dall'Alto Commissario Onu per i diritti umani. Louise Arbour ha chiesto ai Paesi europei di non applicare le nuove norme e di ratificare invece la convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei lavoratori immigrati. Nel corso di una conferenza stampa, la Arbour ha sottolineato "la difficoltà di far progredire i fondamentali principi della protezione dei diritti individuali" ed ha espresso rammarico per la "resistenza dell'opinione pubblica" a non voler considerare l'idea che gli immigrati illegali hanno gli stessi diritti degli altri all'interno della società. Secondo la Arbour, "è il momento di concedere gli stessi benefici anche a coloro che vivono sotto la minaccia di una estrema povertà, della fame, delle malattie, soprattutto quelle epidemiche, pericoli dai quali hanno il diritto di tentare di fuggire".

[Informazioni tratte da Corriere.it e Repubblica.it]

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19 giugno 2008
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