L'Universo non è frutto del caso...
... nella Creazione esiste la 'firma' di Dio. L'arrivo della stella cometa secondo Benedetto XVI
"Come credevano i Re Magi nella Creazione esiste la firma di Dio". E' quanto ha detto ieri mattina il Papa nel corso della messa celebrata nella basilica di San Pietro nella solennità dell'Epifania del Signore.
Spiegando chi erano i Magi e quale fosse il loro ruolo, Benedetto XVI ha osservato: "Erano persone certe che nella creazione esiste quella che potremmo definire la 'firma' di Dio, una firma che l'uomo può e deve tentare di scoprire e decifrare".
"E' proprio sui Magi e sul loro cammino alla ricerca del Messia - ha detto il Pontefice - che la Chiesa ci invita oggi a meditare e a pregare. Nel Vangelo abbiamo ascoltato che essi, giunti a Gerusalemme dall'Oriente, domandano: 'Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo'". "Che genere di persone erano, e che specie di stella era quella? - ha proseguito il Papa - Essi erano probabilmente dei sapienti che scrutavano il cielo, ma non per cercare di 'leggere' negli astri il futuro, eventualmente per ricavarne un guadagno; erano piuttosto uomini 'in ricerca' di qualcosa di più, in ricerca della vera luce, che sia in grado di indicare la strada da percorrere nella vita".
In uno dei passaggi centrali dell'omelia Benedetto XVI ha sottolineato che "l'universo non è il risultato del caso, come alcuni vogliono farci credere. Contemplandolo, siamo invitati a leggervi qualcosa di profondo: la sapienza del Creatore, l'inesauribile fantasia di Dio, il suo infinito amore per noi". Parlando poi dei Magi e della stella "che hanno visto e seguito", "lungo i secoli questa domanda - ha spiegato Papa Ratzinger - è stata oggetto di discussione tra gli astronomi [...] Keplero riteneva che si trattasse di una 'nova' o una 'supernova', cioè di una di quelle stelle che normalmente emanano una luce debole, ma che possono avere improvvisamente una violenta esplosione interna che produce una luce eccezionale [...] ma non è con un telescopio qualsiasi, ma con gli occhi profondi della ragione alla ricerca del senso ultimo della realtà e con il desiderio di Dio mosso dalla fede, che è possibile incontrarlo, anzi si rende possibile che Dio si avvicini a noi". Quindi ha aggiunto: "Non dovremmo lasciarci limitare la mente da teorie che arrivano sempre solo fino a un certo punto e che - se guardiamo bene - non sono affatto in concorrenza con la fede, ma non riescono a spiegare il senso ultimo della realtà".
Commentando le affermazioni del papa l'astrofisica Margherita Hack ricorda che le interpretazioni circa l'origine dell'Universo portano "inevitabilmente a posizioni inconciliabili" tra credenti e non credenti. "Certamente il Papa vede l'Universo come opera Dio, mentre gli scienziati - ha affermato Hack - cercano di capire come esso possa essersi originato a partire da particelle elementari". E "naturalmente si tratta di punti di vista diversi: quello del Papa è basato sulla fede, quello degli scienziati è invece fondato sull'osservazione".
Secondo l'astrofisica, la differenza non è solo nel metodo, ma nello scopo della ricerca, diverso per la scienza rispetto alla religione. "Gli scienziati - ha sottolineato - non pretendono di rispondere alla domanda su che senso abbia l'Universo, ma lo accettano così com'è e cercano di capirlo e studiarlo". "Ci sono scienziati credenti", ha detto ancora Hack, "che partono dal presupposto che l'Universo sia comunque frutto di Dio ma cercano di capire come funziona, e ci sono scienziati non credenti che invece non accettano tale impostazione".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it]