L'uomo della provvidenza?
Mario Monti, possibile candidato alla presidenza del Consiglio, intanto è stato nominato senatore a vita
"Non esiste alcuna incertezza sulla scelta del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di rassegnare le dimissioni del governo da lui presieduto". Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo ha ribadito in una dichiarazione che ha voluto rilasciare "al fine di fugare ogni equivoco o incomprensione", di fronte "alla pressione dei mercati finanziari sui titoli del debito pubblico italiano, che oggi (ieri per chi legge, ndr) ha toccato livelli allarmanti".
O "entro breve tempo si formerà un nuovo governo", oppure si andrà ad elezioni anticipate, ha chiarito il Capo dello Stato sottolineando come dopo l'approvazione del Ddl stabilità "si svolgeranno immediatamente e con la massima rapidità le consultazioni per dare soluzione" alla crisi di governo conseguente alle dimissioni di Berlusconi. O si formerà, quindi, un nuovo esecutivo "che possa con la fiducia del Parlamento prendere ogni ulteriore necessaria decisione", o "si scioglierà il Parlamento per dare subito inizio ad una campagna elettorale da svolgere entro i tempi più ristretti".
Sono dunque "del tutto infondati - ha insistito Napolitano - i timori che possa determinarsi in Italia un prolungato periodo di inattività governativa e parlamentare, essendo comunque possibile in ogni momento adottare, se necessario, provvedimenti di urgenza".
Intanto ieri, uno dei personaggi il quale nome si è fatto sempre più insistente come nuovo premier, è stato nominato senatore a vita. Parliamo del Professor Mario Monti.
Il suo nome circola oramai da settimane, come premier di un governo che gestisca l'emergenza economica. Un nome, il suo, che ha incassato il via libera di Silvio Berlusconi.
Ieri pomeriggio il Cavaliere ha sentito il presidente Napolitano per analizzare la situazione politica ed economica ed i possibili sbocchi. Non può esserci una soluzione che escluda chi ha vinto le elezioni, ma deve essere una soluzione a tempo e con un programma preciso, sarebbe stato il ragionamento del presidente del Consiglio. Una scelta maturata però con il netto no della Lega, del tutto contraria a un esecutivo di larghe intese.
Certo, può sembrare strano il beneplacito di Berlusconi sulla possibile nomina dell'economista 67enne. Solo pochi giorni fa, in una lettera aperta a Berlusconi pubblicata dal Corriere della Sera, l'ex commissario europeo aveva difeso l'euro attaccato più volte dal Cavaliere. "La moneta non è in crisi, è stabile in termini di beni e servizi e in termini di cambio con il dollaro. Se l'Italia non fosse nella zona euro, emettere titoli italiani in lire sarebbe un'impresa ancora più ardua. Gli attacchi - continuava l'economista - si dirigono contro i titoli di Stato di quei Paesi appartenenti alla zona euro che sono gravati da alto debito pubblico e che hanno seri problemi per quanto riguarda il controllo del disavanzo pubblico o l'incapacità di crescere".
Comunque sia, ieri il Colle lo ha nominato senatore per aver "illustrato la patria per altissimi meriti nel campo scientifico e sociale". Il decreto è stato controfirmato dal presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Silvio Berlusconi.
Dunque, l'ipotesi di un governo guidato da Mario Monti si fa strada sempre di più. Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è la personalità più adatta per guidare il Paese in questa fase di emergenza economica. "L'Italia - ha affermato ospite di Uno Mattina su Rai Uno - ha bisogno di un governo diretto da una personalità conosciuta a livello internazionale, credibile e capace di affrontare e prendere di peso i problemi dell'economia. Non c'è dubbio che il nome più gettonato è quello di Mario Monti". "Poi - ha continuato il leader di Fli - occorre una maggioranza che vada al di là di quella risicatissima che fino a qualche giorno fa ha tenuto in piedi il governo Berlusconi. Chiunque venga chiamato a governare con due-tre voti di maggioranza non ce la farebbe a andare avanti". "Ci vuole inoltre un programma molto ben definito, non un 'libro dei sogni', per stabilire cosa fare per il mercato del lavoro, la ripresa dell'economia e per le grandi riforme che vengono richieste da tutti. Io nell'agenda del Parlamento, più che in quella del governo, ci aggiungerei anche la legge elettorale. Andare a votare con questa legge - ha ammonito Fini - sarebbe un salto nel buio, perché non avremmo alcuna certezza sull'esito delle elezioni".
Resta invece contrario all'ipotesi di un nuovo esecutivo il presidente dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, che, nel corso del suo intervento alla 'Telefonata' su Canale 5, ha chiarito: che sia Mario Monti o qualcun altro a guidarlo "l'Idv non sosterrà un governo tecnico". Secondo l'ex pm, con la nomina di Monti "si paventa un governo che risponde al sistema bancario, al sistema finanziario e addirittura a quello della speculazione. Non è il sistema degli interessi dei cittadini italiani che non sono fatti dalle banche. Bisogna distinguere la realtà dalla disinformazione che è ormai in mano al sistema bancario e finanziario". "Abbiamo creato Idv - ha continuato Di Pietro - per difendere i deboli e bilanciare la legalità della politica. I ceti deboli non debbono essere usati come carne da macello per far quadrare i conti. È troppo facile dire che per raggiungere questo obiettivo si può colpire chiunque. Questa idea per me è inaccettabile".
Sulle trattative in corso per sostituire Berlusconi a Palazzo Chigi "non ho informazioni di prima mano. Certo non vengono a raccontare a me cosa avviene, visto che l'Idv - ha ricordato - è l'unico partito a non essere nemmeno chiamato al Quirinale". "Io posso dire solo una cosa: in democrazia ci si presenta davanti agli elettori con un programma di governo. Chi vince guida il Paese, chi perde va all'opposizione. Non sosterrò un governo tecnico, perché sarebbe un governo sostenuto anche dalla maggioranza berlusconiana. Poi, nel caso questo nuovo governo dovesse fare un provvedimento che può servire agli interessi del Paese, potrò anche votarlo. Ma alla fiducia voterò no e staremo fuori dal governo".
La soluzione politica dell'impasse sono le elezioni. "Non è che se andiamo a votare succede il patatrac. Le elezioni - ha continuato Di Pietro - sono un elemento di chiarezza, anche verso la Ue e i mercati. Le misure per far quadrare i conti e non far fallire il Paese, le deve decidere la politica e i cittadini. Per questo ci vuole un governo politico che non faccia macelleria sociale e non vada a prendere i soldi sempre ai poveri disgraziati".
CHI E' MARIO MONTI - Nato il 19 marzo del 1943 a Varese, Mario Monti dal 1995 al 1999 è stato membro della Commissione Europea, responsabile di mercato interno, servizi finanziari e integrazione finanziaria, dogane e questioni fiscali.
Nel 1965 si laurea in economia presso l'università Bocconi di milano, dove per quattro anni fa l'assistente, fino ad ottenere la cattedra di professore ordinario presso l'università di Trento. Nel 1970 si trasferisce all'università di Torino, che lascia per diventare, nel 1985, professore di economia politica e direttore dell'istituto di economia politica presso la Bocconi. Sempre della Bocconi assume la presidenza, nel 1994, dopo la morte di Giovanni Spadolini.
Nel 1995 diventa membro della Commissione Europea di Santer, assumendo l'incarico di responsabile di mercato interno, servizi finanziari e integrazione finanziaria, dogane e questioni fiscali. Dal '99 è commissario europeo per la concorrenza.
Editorialista del Corriere della sera, Monti è autore di numerose pubblicazioni, specie su temi di economia monetaria e finanziaria. Anche sul piano internazionale ha partecipato e partecipa ad attività di consulenza ad autorità di politica economica, tra cui il "Macroeconomic policy group", istituito dalla commissione della Cee presso il Ceps (Centre for european policy studies), l'Aspen institute e la Suerf (Societe universitaire europeenne de rechercheursfinanciers).
[Informzioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]
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