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L'Uomo in guerra...

Farsi disarmati mentre si era i più armati. Il mezzo per la pace vera, che sempre deve fondarsi sulla pace del sentimento

04 novembre 2005

L'Uomo è in guerra, perennemente. Il Mondo è crivellato dalla guerra, in continuazione. Dalla nascita dell'Uomo, il Mondo viene offeso da quella che possiamo definire un unica, sola, grande, inestinguibile, inesauribile GUERRA.
In Iraq, bambini di dieci anni vengono trasformati in bombe da lanciare contro i propri fratelli. In Etiopia governatori disonesti aizzano l'odio della gente che impugna le armi per eliminare vite umane. In Cecenia gruppi di persone accecate dall'ingiustizia e dal fanatismo si preparano al prossimo attacco terroristico. In Iran l'odio viene pronunciato da roboanti e insensati slogan, dal pulpito più alto della nazione, e la risposta a tali scellerate idee sono altrettanti slogan che gridano rimproveri che possono diventare scellerate risposte.
L'America continua ad avere paura e l'unica soluzione che riesce a trovare per sconfiggerla e seminarne ancora di più, e nasconde l'odio dietro parole nobili che appassiscono avvelenate dalla menzogna.

L'Uomo ha paura e odia...
Il cuore dell'Uomo non sa più sentire la pietà...

Il mezzo per una pace reale.
Oggi non c'è governo che ammetta di mantenere l'esercito per soddisfare eventuali velleità di conquista; l'esercito deve invece servire per la difesa. E come patrocinatrice viene chaimata in causa quella morale che consente la leggittima difesa. Ciò significa però riservare la moralità per sé e l'immoralità per il vicino, che deve'essere pensato avido di aggressione e di conquista, se il nostro Stato è costretto a pensare ai mezzi di difesa; inoltre, motivando in tal modo la nostra necessità di un esercito, dichiariamo che questo vicino, il quale nega esattamente come il nostro Stato il proprio desiderio di conquista e mantiene anch'esso un esercito per ragioni di difesa , è un impostore e un astuto bandito, che anche troppo volentieri vorrebbe cogliere senza combattere una vittima pacifica e inesperta.
E' questa oggi la posizione reciproca di tutti gli Stati: presuppongono nel vicino cattive intenzioni, e in se stessi buone intenzioni. Tale presupposizione è però una inumanità cattiva quanto la guerra, anzi più cattiva: in fondo essa è già incitamento e causa di guerre poiché, come s'è detto, attribuisce l'immoralità al nemico  e sembra in tal modo provicare sentimenti e azioni ostili.

Alla teoria dell'esercito come mezzo di leggittima difesa bisogna rinunciare così radicalmente come alle velleità di conquista. E verrà forse un gran giorno in cui un popolo insigne per guerre e vittorie, per il più alto perfezionamento nell'ordine e nell'intelligenza militari e avvezzo a dedicare a tali cose i più duri sacrifici, esclamerà liberamente: «spezziamo la spada!» - e distruggerà tutto il suo sistema militare sin nelle fondamenta.
Farsi disarmati mentre si era i più armati, per altezza di sentimento - è questo il mezzo per la pace vera, che sempre deve fondarsi sulla pace del sentimento: mentre la cosiddetta pace armata che oggi va diffondendosi in ogni paese è la discordia del sentimento, che non si fida né di sé né del vicino e, metà per odio e metà per timore, non depone le armi. Meglio andare in rovina che odiare e temere, e due volte meglio andare in rovina che farsi odiare e temere – questa dovrà un giorno essere la più alta massima di ogni società statale! - Ai nostri rappresentanti del popolo liberali manca, com'è noto, il tempo di riflettere sulla natura umana: altrimenti saprebbero di lavorare invano, lavorando a una «progressiva diminuzione dell'onere bellico». Piuttosto: solo quando questa specie di miseria sarà massima, sarà anche vicinissima quella sola specie di Dio che qui può aiutare. L'albero delle glorie militari può essere abbattuto solo di colpo, con un fulmine: ma, come sapete, il lampo viene dalla nuvola - e dall'alto. -

Friedrich Willelm Nietzsche ''Umano, troppo umano'' -1876/79-

- I conflitti nel mondo

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04 novembre 2005
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