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La 'Amato-Ferrero' sull'immigrazione che deve sostituire la 'Bossi-Fini' è stata rinviata perché costa molto

17 aprile 2007

Doveva essere discusso a palazzo Chigi la scorsa settimana, ma c'è stato un nuovo rinvio. Parliamo del disegno di legge delega (la Amato-Ferrero) che dovrà sostituire le norme sull'immigrazione previste dalla Bossi-Fini.
La legge ''Sarà all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri del 24 aprile'', si sono affrettati a precisare dal Ministero della Solidarietà Sociale, protagonista della riforma insieme con il Ministero dell'Interno. Ma alle difficoltà politiche sembra si stiano sommando anche quelle economiche e il destino della legge sembra così complicarsi non poco. ''E' una legge che effettivamente ha dei costi economici non indifferenti e ognuno dei ministeri coinvolti - non solo Interno e Solidarietà sociale ma anche Salute, Pubblica Istruzione, Lavoro, Economia e Finanze - vuol dire la sua prima di dare il via libera'', hanno spiegato dagli uffici del ministero retto da Paolo Ferrero.

E infatti, il motivo ufficioso di questo nuovo rinvio sono proprio i soldi. Ne servono tanti per ''promuovere l'immigrazione regolare favorendo l'incontro tra domanda e offerta di lavoro di cittadini stranieri'' e garantire i diritti alle salute, all'istruzione e alla casa dell'immigrato. Così tanti che, sussurrano alcune indiscrezioni, l'altolà sarebbe arrivato proprio dallo staff del Ministero dell'Economia che avrebbe dato una prescrizione secca: la legge si può fare purché il capitolo di spesa ricada sul bilancio del 2008. Non se ne parla di stralciare qualche capitolo (vedi quello della cittadinanza che sarebbe riconosciuta in base allo ius soli, cioè a dove si nasce, e non più allo ius sanguinis) ''perché la legge quadro deve marciare unita e compatta''.

Sono 2 milioni e 600 mila gli stranieri ufficialmente residenti in Italia con un'incidenza del 4,5 per cento sulla popolazione. La legge Amato-Ferrero, è una legge quadro che dà mandato al Parlamento di fissare le linee direttrici della riforma.
Per limitare il flusso dei clandestini (circa 700 mila in Italia), la ricetta prevede tre punti fondamentali:
1) aumentare i flussi di lavoratori legali con una programmazione triennale delle quote;
2) creare liste di collocamento all'estero presso consolati e organizzazioni internazionali convenzionate con l'Italia dove gli stranieri potranno iscriversi in base a quello che sanno fare;
3) lo sponsor che potrà essere privato oppure pubblico, un ente, un sindacato.

Sul fronte dell'integrazione il ministro Ferrero ha previsto un piano tanto nobile quanto ambizioso: diritto di voto nelle amministrative per chi ha la carta di soggiorno; edilizia pubblica, scuola, assistenza sanitaria. Un concetto che il ministro per la Solidarietà sociale ha spiegato più volte: ''Negli ultimi dieci anni sono arrivati in Italia oltre due milioni di lavoratori, tutte persone di età compresa tra i 20 e i 40 anni che stanno lavorando nel nostro paese. E' giusto investire qualcosa per la loro crescita, formazione e tutela''. Ad esempio l'assistenza sanitaria: poiché la Amato-Ferrero abbassa da cinque a tre anni di regolare soggiorno il limite per avere diritto all'assistenza sociale, è chiaro chi aumentano tutte le voci di spesa in quei capitoli del bilancio dello Stato.
Ed è proprio questa la parte della legge più ''difficile'', quella che costa di più e su cui ogni volta scattano i rinvii. [la Repubblica]

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17 aprile 2007
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