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La ''Battaglia del Ponte sullo Stretto''. Continua la conflittualità fra chi vuole e chi non vuole il ciclopico ponte

28 agosto 2006

Chi sta sul fronte del ''Sì al Ponte sullo Stretto di Messina'' non perde occasione per mostrare lo spirito battagliero e deciso che li guida, e guiderà, verso il ''tutto per tutto'' contro il parere negativo del governo, affinché la realizzazione della colossale opera venga cominciata.
''A settembre avvieremo un'azione legale nei confronti del Governo, affinché non venga bloccata la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina''. E' stato questo l'annuncio che Francesco Tanasi, leader nazionale del Codacons, l'associazione Consumatori italiani e presidente del Comitato nazionale Pro Ponte, ha lanciato all'inizio di agosto. ''Con questa azione legale - ha sostenuto Tanasi - chiameremo il Governo nazionale a rispondere, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione degli interessi collettivi dei siciliani. La mancata realizzazione del ponte - ha poi concluso Tanasi - arrecherebbe allo sviluppo della Sicilia un grave danno, tagliandola fuori dal circuito delle grandi vie di comunicazione, internazionali ed europee''.

E le voci che si levano a favore del Ponte non sono certo poche, se poi pensiamo che fra queste le più imponenti sono quelle delle cariche più importanti del governo regionale siciliano (due nomi su tutti: il governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro e il presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè), si può benissimo dedurre che il ''conflitto del Ponte sullo Stretto'' sarà lungo e di non facile risoluzione.
''Adesso comincerà la campagna di certa stampa che vorrà fare credere agli italiani che anche il Ponte sullo stretto non ha risorse per essere realizzato. Lo dicevo pochi giorni con un collaboratore e puntualmente stamani leggendo i giornali ne ho avuto conferma''. Salvatore Cuffaro, ha commentato così l'articolo di Michele Serra pubblicato su la Repubblica del 7 agosto scorso, secondo cui quello sullo stretto è ''un ponte a campata in aria'' dal momento che non ci sarebbero i soldi per costruirlo.
Cuffaro in quella occasione ha ribadito che ''le risorse per la realizzazione ci sono'' e ha inoltre aggiunto di registrare ''il tentativo di scippare queste risorse per portarle altrove''.

Qualche settimana dopo, ed esattamente alla fine della scorsa settimana, il presidente della Regione siciliana è tornato a far sentire il suo tuonante ''volli, sempre volli, fortissimamente volli'', rispondendo anche alle ultime dichiarazioni rilasciate dal ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi al quotidiano 'Il Sole 24 Ore' dove considerava normale il cambio di mission della società Stretto di Messina propedeutico al rientro nelle casse dello Stato di 1,4 miliardi di euro di Fintecna attualmente vincolati alla realizzazione del Ponte nel capitale della società.
''Il ministro Bianchi non ha ancora compreso che siamo assolutamente determinati ad utilizzare tutti gli strumenti che la democrazia ci offre per impedirgli di portare a termine lo 'scippo' di risorse che persegue pervicacemente ai danni della Sicilia e dei siciliani''. ''Appare evidente che le posizioni sul Ponte sono assolutamente diversificate all'interno della coalizione di cui fa parte anche Bianchi. Non si può parlare, se non strumentalmente - ha continuato Cuffaro - di decisioni già prese. Se la linea del ministro dovesse passare all'interno del Governo Prodi siamo pronti a scendere in piazza per difendere i diritti che i siciliani si sono guadagnati''.
''Quanto alla rescissione del contratto con il General Contractor,
- ha concluso Cuffaro - se la dissennata politica che il ministro continua a sbandierare dovesse causare la perdita di finanziamenti europei o, ancora peggio, comportare il pagamento di pesanti penali sono pronto personalmente e come presidente della Regione, impegnando il Governo che presiedo, a denunciare il ministro per danno erariale''.

Sulla questione del Ponte sono tornati anche gli autonomisti del Mpa, altri fanti dell'esercito del ''SI'', che per bocca del senatore Giovanni Pistorio hanno detto: ''Questo Governo di centro sinistra ci preoccupa seriamente per la sua indifferenza nei confronti della Sicilia e del Mezzogiorno. Già l'ostilità preconcetta si era vista nell'intenzione pervicacemente perseguita dal Ministro Padoa Schioppa di determinare un ingiusto balzello a carico dei contribuenti siciliani con l'ingiustificato aumento dell'aliquota Irap. Ora si pensa di reperire risorse da destinare ad altre generiche attività finanziarie sottraendole al Ponte sullo Stretto''. ''Oggi prendiamo atto che il Ministro Bianchi da man forte a Padoa Schioppa nella scelta di acquisire al bilancio dello Stato i soldi di Fintecna vincolati invece alla realizzazione del Ponte''. ''Se proprio questo Ponte non lo vogliono fare per evidenti pregiudizi - ha detto infine Pistorio -, considerandolo quasi un'opera di regime e vogliono proprio mantenersi fedeli al loro 'mitico' programma, dicano, con estrema chiarezza e precisione come eventualmente utilizzare queste risorse per lo sviluppo infrastrutturale della Sicilia e dell'area allargata della Stretto''.

Dall'altra parte della barricata, comunque, non sembra ci siano segni di cedimenti o concessioni. Il ministro Bianchi, infatti,  ha nuovamente ribadito che ''il ponte sullo Stretto non si farà per decisione politica''. Riguardo al cambio di mission della società Stretto di Messina, Bianchi ha inoltre precisato che le risorse umane e finanziarie destinate alla realizzazione Ponte, ''vanno convertite per la realizzazione di infrastrutture utili nell'area'', come il rinnovo delle strutture portuali e di tutta la ristrutturazione viaria e ferroviaria di Calabria e Sicilia.

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28 agosto 2006
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