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La bizzarra richiesta del colonnello Gheddafi: un test del DNA a tutti gli italiani per vedere quanti hanno origine libica

02 maggio 2007

Un leader eccentrico e bizzarro, sempre un tantino fuori le righe e che da sempre ha avanzato nei confronti dell'Italia, richieste che dal legittimo hanno sempre fatto presto a diventare esagerate. Parliamo del colonnello Muammar Gheddafi, presidente della Libia, che nei giorni scorsi ha rivolto all'Italia l'ennesima richiesta per chiudere, una volta per tutte, la pagina del colonialismo. Poche settimane fa il governo italiano fa ha sottoscritto un'intesa per la costruzione di un'autostrada tra l'Algeria e l'Egitto come risarcimento per la dominazione terminata con la Seconda Guerra Mondiale, autostrada di cui si parlava già da parecchi anni e che sembrava poter essere il giusto prezzo che l'Italia doveva pagare.
Per Gheddafi va bene l'autostrada, ma un lungo nastro d'asfalto tra sabbia e cammelli sembra non sia sufficente. Secondo il colonnello per chiudere definitivamente quel capitolo della storia servirebbe... un test del Dna a tutti gli italiani al fine di risolvere il problema delle migliaia di libici esiliati e fatti prigionieri durante il periodo coloniale italiano''.

Si, ecco l'idea di Gheddafi, il Dna di tutti gli italiani per scoprire quanti discendono dai libici deportati in Italia durante il colonialismo.
Il leader libico (ha riportato nei giorni scorsi l'agenzia ufficiale libica Jana) ha lanciato la proposta in occasione delle cerimonie per il 92mo anniversario della battaglia di al-Qurdabaya contro le truppe coloniali nel 1915. Come sempre Gheddafi ha ricordato ''i vili e i traditori'' che hanno reso possibile ''l'invasione italiana'' e i ''crimini'' commessi dalle truppe del Regno d'Italia ''col benestare del Papa'', ma si è anche entusiasmato per lo stato odierno delle relazioni tra Roma e Tripoli e dell'imminente costruzione dell'autostrada.
Dopo di che ha rivolto la richiesta più complessa: scoprire chi sono gli italiani di discendenza libica e dar loro la possibilità, se lo vogliono, di tornare ''nel loro Paese, la Libia''.

Secondo Gheddafi questo sarebbe l'ultimo passo che manca alla formalizzazione dei buoni rapporti tra i due Paesi. L'Italia ha chiesto scusa per il suo passato coloniale, ma perché il capitolo possa finalmente dirsi concluso bisogna, secondo Gheddafi, accertare che ne è stato dei discendenti dei deportati. ''Chiederemo in primo luogo all'Italia, poi alle agenzie europee e alle Nazioni Unite di esaminare il Dna di tutti gli italiani per scoprire quanti sono figli dei libici deportati'' ha detto Gheddafi, ''e dar loro la possibilità di restare in Italia da libici o di tornare in Libia, il loro Paese''. Tripoli, ha concluso il leader della Jamahiriya, non vede che motivo possa avere l'Italia di opporsi a questa richiesta.

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02 maggio 2007
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