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La ''caccia no limits'' la volevano solo i leghisti

Alla Camera il Pd e il Pdl hanno fermato il blitz pro-caccia architettato dalla Lega

21 maggio 2009

A noi, poveri cittadini ai quali è chiesto il diritto-dovere di votare quelli che saranno i nostri rappresentati e amministratori (ovviamente non scelti direttamente da noi), sfugge veramente molto di quanto avviene all'interno delle stanze dei “Palazzi del Potere”. Spesso, molto spesso, dentro le aule dei luoghi delle Istituzioni avvengono cose, si fanno leggi, si appongono postille, delle quali casualmente viniamo a conoscienza, e quando ne veniamo a conoscienza capiamo che comunque, ci piaccia o no quello che scopriamo, ormai è troppo tardi.
Ebbene, vi vogliamo parlare di seguito di una di queste... come chiamarle?... vicende.

Verso la fine dell'aprile scorso, dentro le stanze della commissione Agricoltura della Camera si parlava di caccia, o meglio, per essere più "istituzionalmente" corretti, si discuteva di nuova regolamentazione della stagione venatoria. Poco tempo prima un primo tentativo del governo di "rivoluzionare" le regole già esistenti c'era già stato, ma l'idea di dare la possibilità ai sedicenni di prendere un fucile in mano e potersene andare a caccia accompagnati da persone esperte, o permettere di sparare a pagamento anche con il buio e sulla neve, non ha avuto, fortunatamente, un largo consenso.
Dunque, a fine aprile, gli onorevoli della maggioranza, a quanto pare strenui appassionati di caccia, hanno nuovamente fatto la prova a cambiare quelle regole, rendendole magari meno rigide. Regole che permettano, magari, di ampliare la stagione venatoria che attualmente va dal primo settembre al 31 gennaio (dunque sparare a ferragosto, quando la città si trasferisce in campagna, o a febbraio, quando i migratori volano verso i luoghi della riproduzione), ma camuffate sotto formule ambigue, così che non si crei subito la contrarietà degli opposti e anche questa volta tutto finisca nel nulla.
"E' un capolavoro di retorica, nel senso peggiore del termine", spiegò Danilo Selvaggi, responsabile Lipu dei rapporti con le istituzioni. "Si pretende di dare una risposta alle richieste dell'Unione europea che accusa il nostro paese di cacciare troppo e male, ma in realtà si propongono modifiche che peggiorano la situazione in modo drastico. Se questa legge venisse approvata la pressione dei cacciatori dilagherebbe: una volta saltati i paletti che fissano l'inizio e la fine della stagione venatoria le Regioni potrebbero decidere deroghe in ogni momento dell'anno. Uno schiaffo alla protezione della natura e all'Unione europea".

Contro la proposta di fine aprile si sono immediatamente mobilitate oltre una ventina di associazione ambientaliste (Lipu, Lav, Wwf, Legambiente, Enpa, Animalisti italiani, Fare Verde), ma si sono mobilitati anche quei cacciatori che difendono la legge quadro e il legame con il territorio (Arcicaccia). A questi si sono aggiunti i personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo (da Susanna Tamaro a Licia Colò, da Maurizio Costanzo a Danilo Mainardi, da Renato Zero a Marisa Laurito), e anche tra i i parlamentari del Pdl c'è chi non ha gradito la deregulation selvaggia delle doppiette: Gianni Mancuso e Fiorella Ceccacci Rubino hanno presentato emendamenti per correggere la pressione degli oltranzisti della doppietta.
Niente da fare! Secondo tentativo fallito dopo la rivolta, come abbiamo detto, anche all'interno della stessa maggioranza.

La proposta della "caccia no limits" è però tornata in Aula proprio l'altro ieri, e questa volta per un voto decisivo, grazie agli emendamenti della Lega, ai componenti della quale sembra che,  poter sparare agli animali protetti dalle direttive comunitarie, sia una tentazione irresistibile.
Forse sarebbe bene lasciar perdere visto che, stando a quanto dicono i sondaggi, gli italiani sono in una buona parte contrari alla caccia e a maggioranza bulgara contro la caccia no limits; poi c'è l'Unione europea che sulla questione venatoria tiene il nostro Paese... sotto tiro, e sfoglia i fascicoli sui procedimenti già pendenti per le infrazioni alle direttive comunitarie sulla protezione degli uccelli migratori; infine, all'interno della maggioranza l'ala contraria al massacro della fauna è consistente e la prospettiva di un calo di consensi preoccupa i vertici del Pdl.
Ma il partito della doppietta selvaggia proprio non ne vuole sapere e tutte le proposte, capitolate nei mesi scorsi, sono state presentate ancora una volta.

E ancora una volta il blitz pro-caccia no limits è stato bloccato. Proprio ieri, in Aula alla Camera. E' stato infatti approvato, con il solo voto contrario dei deputati leghisti, lo stralcio dalla legge comunitaria dell'articolo 16 contenente norme sull'attività venatoria. L'esito del voto è stato salutato da un applauso sia dai banchi del Pd che da quelli del Pdl.
"Avremmo voluto l'inserimento della norma sull'adeguamento del calendario venatorio invece c'è stato questo stralcio con voto favorevole di tutti tranne il nostro: almeno le rispettive posizioni sono chiare a tutti", ha dichiarato il presidente dei deputati della Lega Roberto Cota. Gli ha fatto eco il senatore leghista, Federico Bricolo: "Solo noi manteniamo gli impegni".

[Informazioni tratte da Asca, Ansa, Repubblica.it (articoli di Antonio Cianciullo)]

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21 maggio 2009
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