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La cancellazione delle province siciliane

Il presidente Crocetta su Rai 1: "Saremo la prima regione d'Italia che abolirà le province per fare i liberi consorzi di Comuni"

04 marzo 2013

Si riunirà questa sera la giunta regionale siciliana, guidata dal presidente Rosario Crocetta, per varare l'abolizione delle Province. La mossa a sorpresa è arrivata ieri dal Governatore che, in tv, ha annunciato l'accelerazione della riforma. Si pensa alla creazione di liberi consorzi. Una mossa che ha sorpreso anche l'alleato principale, l'Udc, che non è stato avvertito dell'accelerazione.
Sabato il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, aveva sollecitato un intervento in questa direzione: "Stop alle Province, inutili stipendifici" il messaggio che tra un attacco a Vendola e uno al possibile governissimo con Pd e Pdl, aveva messo al centro del dibattito il tema dell'abolizione delle Province siciliane retwittando un post di Matteo Mangiacavallo, deputato all'Ars di M5S.

"La Giunta approverà una proposta di legge, saremo la prima regione d’Italia che abolirà le province per fare i liberi consorzi di Comuni". Queste le testuali parole del presidente Crocetta, partecipando ieri su Rai1 all’Arena di Massimo Giletti e che hanno scatenato un vespaio di polemiche.

"Sulla riforma della Province il presidente della Regione prosegue nei suoi proclami quotidiani,  cambiando posizione in continuazione". Questo il commento di Giovanni  Avanti, presidente della Provincia regionale di Palermo e dell'Unione regionale delle Province siciliane. "Crocetta - sostiene Avanti - è davvero un campione di coerenza: prima l'annuncio del mantenimento, e anzi, del  potenziamento delle Province. Poi l'anticipo del voto ad aprile e quindi successivamente a maggio. Poi il rinvio del voto per procedere alla riforma e adesso l'abolizione. Molte idee ma confuse, anche perché vorrei ricordare a Crocetta che i liberi consorzi dei comuni ai quali lui fa riferimento già esistono e non sono altro che le attuali Province regionali così come  definite dalla legge 9 del 1986 e alle quali i comuni siciliani  hanno aderito con delibera dei rispettivi consigli comunali". "Non si può fare finta - aggiunge Avanti - di inventarsi una riforma già fatta nel 1986, con l'unico scopo di nascondere il vero obiettivo e cioè quello di nominare dei commissari non legittimati dal popolo e graditi al presidente stesso, rinviando elezioni che darebbero agli elettori la possibilità di poter scegliere democraticamente. Siamo di fronte ad una manovra puramente demagogica che ha tutto il sapore dei vecchi sistemi della peggiore politica del passato, finalizzata solo alla gestione del potere". "Ricordo ancora una volta - ha concluso Avanti - che come Unione delle Province avevamo presentato una proposta legislativa finalizzata  a ridurre i costi attraverso un taglio sensibile del numero di assessori e consiglieri e con l'accorpamento in capo alle Province di una serie di enti e carrozzoni inutili, dagli Ato, agli Iacp fino ai Consorzi di bonifica che costano alla Regione un'enormità: solo come governance 50 milioni di euro; mentre con l'abolizione delle Province il risparmio sarebbe solo poco più di 10 milioni di euro, appena il 2% della spesa corrente delle Province. Di fronte a questa evidenza, emerge chiara la volontà di far credere all'opinione pubblica qualcosa che non esiste. Se è questo il modello Sicilia da prendere come esempio siamo davvero messi malissimo".

Risoluto il deputato Nello Musumeci (La Destra), che nella sua carriera politica è stato anche presidente della Provincia di Catania. "In tre mesi Crocetta ha cambiato idea quattro volte sulle Province. L'ultima versione è quella data a Raiuno: domani le aboliremo. Ormai è chiaro: il governatore della Sicilia è inaffidabile, parla sotto ricatto, con la pistola alla tempia, puntata dai grillini. Fa bene il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, a rivendicare al parlamento il diritto di decidere sulla sorte degli enti intermedi. Il mio Gruppo è stato il primo a presentare un ddl di riordino delle Province: maggiori compiti (decentrandoli dalla Regione), riduzione di consiglieri e assessori e tagli alle loro  indennità. Se ne discuta in aula, senza comode scorciatoie per un governo pavido e in ostaggio".

Le nove Province siciliane costano oltre 700 milioni di euro all'anno. Presidenti, assessori e consiglieri formano un esercito di 350 unità che percepiscono ricche indennità: il presidente della Provincia di Palermo, per esempio, incassa un mensile di 8.459 euro, il vice 6.334 mentre gli assessori prendono 5.948 euro e i consiglieri poco più di 2.500 euro. Inoltre lo Stato spende per le Province siciliane 295 milioni, il trasferimento più imponente in Italia. Il personale rappresenta quasi il 50 per cento della spesa corrente per un totale di 244 milioni annui, secondo i dati Istat del 2009. Tra il 2007 e il 2010 ogni siciliani ha pagato di tasse destinate alle Province 60,93 euro. Ammonta  a oltre 4 milioni la spesa sostenuta per i trecento e passa consulenti contrattualizzati nel 2011.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

- NOVE COLOSSI DA 700 MILIONI DI EURO di D. Prestigiacomo e A. Romano

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04 marzo 2013
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