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La Cassazione annulla la carcerazione per il presunto assassino del piccolo Francesco Ferreri

01 febbraio 2007

Sull'omicidio di Francesco Ferreri, il tredicenne di Barrafranca (EN), scomparso il 16 dicembre del 2005 e il cui cadavere fu trovato due giorni dopo in un burrone vicino al paese, è arrivata come un terremoto la sentenza della Corte di Cassazione. La prima sezione penale della Corte di Cassazione, infatti, rimette tutto in gioco nella vicenda dell'omicidio del ragazzino ucciso a colpi di chiave da idraulico. I giudici della prima sezione penale, presidente Edoardo Fazzioli, hanno ritenuto motivato il ricorso presentato dai difensori, avvocati Lo Monaco e Vizzini per Giuseppe Faraci, ritenuto l'autore dell'assassinio, e dell'avvocato Gaetano Giunta, difensore del sedicenne T.R. il cui processo è in corso di svolgimento presso il tribunale dei Minori di Caltanissetta, in quanto le prove indiziarie che sono a carico del Faraci sono ritenute irrilevanti e non evidenziano la colpevolezza del soggetto come protagonista di questo efferato delitto; gli stessi accertamenti effettuati dal Ris di Messina sulla macchina e sugli indumenti del Faraci, escludono la presenza di tracce ematiche o biologiche riconducibili al piccolo Francesco.

L'asserita presenza di Giuseppe Faraci in prossimità del luogo dove è stato rinvenuto il cadavere non è confermata da nessuno, stante la inutilizzabilità delle informazioni confidenziali che si sono avute. Inoltre le attività pedopornografiche, descritte dal compagno di Francesco Ferreri, interrogato per ben cinque volte, non trovano riscontro nelle dichiarazioni della madre del ragazzo, la quale sostiene con fermezza che il figlio la sera del delitto è rimasto in casa. E ancora, gli accertamenti effettuati dal dirigente della polizia postale di Catania, Marcello La Bella, non hanno evidenziato la presenza di immagini, fotografie o altro materiale pedopornorafico nella disponibilità sia del Faraci che degli altri tre indagati (Calogero Mancuso, Antonio Lo Bue, Salvatore Randazzo).
Da qui l'ordinanza di custodia cautelare è stata annullata con rinvio al Tribunale della Libertà di Caltanissetta, che dovrà procedere ad un rinnovato profilo di gravità del complessivo quadro indiziario a carico del Faraci. Di conseguenza la possibilità che Giuseppe Faraci possa essere rimesso in libertà ma dopo che il Tribunale della Libertà di Caltanissetta ha rivisto tutto il quadro indiziario prevedendo, in questo senso, ulteriori attività investigative o tecnico-scientifiche. Si tornerà, quindi, a valutare soprattutto l'alibi di Giuseppe Faraci.

Il 13 febbraio la sezione penale della Corte di Cassazione prenderà in esame il ricorso presentato dagli avvocati difensori degli altri tre arrestati, accusati di violenza sessuale nei confronti di minori ed anche di concorso nell'omicidio di Francesco Ferreri.  [ViviEnna.it]

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01 febbraio 2007
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