La Cassazione ha chiesto il rinvio a giudizio per i pm Ilda Boccassini e Gherardo Colombo
L'accusa contro i due pm è sempre legata al famoso fascicolo 9520/95
La Procura generale presso la Corte di Cassazione, rispondendo a una richiesta del ministro della Giustizia, ha chiesto al Consiglio superiore della magistratura di avviare un'azione disciplinare contro i pubblici ministeri di Milano Ilda Boccassini e Gherardo Colombo. L'atto è stato depositato alla vigilia di Natale e adesso, stando alla procedura, il vicepresidente del Csm Virginio Rognoni dovrà convocare la commissione disciplinare, che fisserà un'udienza per valutare la questione.
L'accusa contro i due pm è sempre legata al famoso fascicolo 9520/95, il fascicolo-contenitore da cui presero origine i processi Imi-Sir/Lodo e Sme. In particolare, a Boccassini e Colombo viene contestato il fatto di aver opposto il segreto istruttorio agli ispettori inviati a suo tempo a Milano dal ministro della Giustizia Roberto Castelli.
Secondo l'accusa, avendo opposto ''illegittimamente'' e ''reiteratamente'' il segreto agli ispettori, Boccassini e Colombo avrebbero violato i loro doveri di magistrati e leso il prestigio dell'ordine giudiziario.
Prima dell'estate i due pm erano stati ascoltati dalla procura generale e si erano difesi, sostenendo che il segreto era opponibile agli ispettori perché il fascicolo era ancora aperto.
A difendere i due pubblici ministeri sarà Edmondo Bruti Liberati, il presidente dell'Anm che negli scorsi giorni spiegava: ''Raramente assumo la difesa di colleghi in procedimenti disciplinari. Stavolta l'ho fatto perché si tratta di una questione di principio molto rilevante: di fronte ad un provvedimento giudiziario adeguatamente motivato non è ammissibile un intervento in sede disciplinare. E invece è quello che è stato fatto in questo caso contro una giurisprudenza consolidata del Csm e delle Sezioni Unite della Cassazione. Il Csm ha detto chiaramente che a decidere se il segreto deve essere opposto è il magistrato che procede, l'unico soggetto in grado di fare questa valutazione''.
Soddisfatto Alessandro Sammarco, legale di Cesare Previti, ''che qualcuno voglia fare chiarezza sulla vicenda''. L'accusa ha soprattutto creato ''vizi processuali'', sostiene l'avvocato di Sammarco, che non vuole entrare nel merito del procedimento disciplinare chiesto dal pg della Cassazione nei confronti dei pm Ilda Boccassini e Gherardo Colombo. Il legale, ora impegnato nel processo d'appello Imi-Sir/Lodo, al termine del quale il parlamentare di Forza Italia fu condannato a 11 anni, ha aggiunto che l'aspetto disciplinare è quello che ha sempre interessato ''relativamente'' la difesa, impegnata a evidenziare ''vizi processuali'' che saranno fatti valere anche durante il processo di secondo grado.
''Dispiaciuto e amareggiato'', invece, il procuratore aggiunto di Milano, Corrado Carnevali, responsabile del dipartimento che si occupa dei reati amministrativi, sulla richiesta da parte del pg della Cassazione di rinviare a giudizio i magistrati milanesi Boccassini e Colombo, ricordando l'atteggiamento di assoluta correttezza e trasparenza tenuto nei confronti degli ispettori.
Il fascicolo 9520/95
L'indagine disposta dal ministero della Giustizia e mirata all'acquisizione degli atti contenuti nel fascicolo 9520/95, ha avuto inizio il 13 giugno 2003 alla procura di Milano.
Il fascicolo 9520/95 è il fascicolo investigativo dal quale sono nati i processi Imi-Sir/Lodo e Sme, al centro di tante polemiche e battaglie sferrate nelle aule e fuori dalle aule di giustizia da Cesare Previti e dai suoi difensori.
Arcibaldo Miller è l'ispettore incaricato dal guardasigilli Roberto Castelli di svolgere l'ispezione ''straordinaria'', che si è affiancata a quella ordinaria, cominciata a marzo, sotto la supervisione di Ciro Monsurrò. L'ispezione affidata a Miller è arrivata dopo che per mesi Previti e i suoi legali hanno chiesto, e mai ottenuto, di accedere agli atti del fascicolo ''segreto''.
Il fascicolo conterrebbe in particolare i verbali delle deposizioni di Stefania Ariosto quando la ''teste Omega'' non era ancora collaboratore ufficiale della Procura; le deposizioni rese da magistrati romani all'ex pm Paolo Ielo nel marzo del '96; gli atti della testimonianza di Guido Fassone, capo dell'Ufficio legale di Efibanca; la documentazione completa raccolta dalla Procura in relazione alla vicenda Sme e alle denunce di ''tale Fimiani''.
Tutti atti che, per Previti e la sua difesa, ''risultano decisivi ai fini difensivi, non soltanto per quanto concerne la prova di innocenza dell'imputato ma anche perché dimostrativi dell'incompetenza territoriale'' di Milano.
Dopo quasi due mesi di indagini, nella loro relazione gli ispettori hanno accusato i due pm di aver violato i loro doveri, opponendo il segreto investigativo ''in modo illegittimo'', su un procedimento che pende irritualmente perché in parte riguarda ''reati prescritti'' e in parte indagini portate avanti oltre i limiti consentiti dalla legge e senza l'autorizzazione del gip. Gli ispettori inoltre hanno contestato ai pm anche di aver fatto ''un improprio uso di risorse'' svolgendo attività di indagine ''di fatto inutilizzabile''. E biasimano il comportamento che hanno tenuto quando loro stessi li hanno convocati per avere delucidazioni: in un primo tempo Boccassini e Colombo si sono ''dichiarati non disponibili ad essere ascoltati nel corso della disposta audizione'' e successivamente si sono presentati ''al solo fine dichiarato di consegnarci una nota esplicativa''.