Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

La causa degli incendi a Canneto di Caronia...

Mentre la piccola frazione costiera del Messinese rischia di svuotarsi, noi torniamo a parlare di una teoria scientifica rifuggendo da Ufo, demoni e complotti internazionali

31 agosto 2014

Canneto di Caronia, piccola frazione costiera nel Messinese, salita agli onori delle cronache per i tuttora inspiegabili incendi causati da misteriose forze, rischia di diventare una frazione fantasma. Lo strano fenomeno si è ripresentato quest'estate dopo la sua prima comparsa nel 2004.
Nei giorni scorsi Franco Gabrielli, capo del dipartimento nazionale della Protezione civile, è stato a Canneto per un sopralluogo e ha incontrato sul posto l'assessore regionale Giuseppe Bruno, e i sindaci di Caronia, Calogero Beringheli, e del vicino centro di Santo Stefano di Camastra, Francesco Re.

Secondo quanto riferito da quest'ultimo, il capo della Protezione civile nazionale non avrebbe escluso una "ipotesi di sfollamento di parte degli abitanti di Canneto di Caronia". In tal caso, Re ha assicurato la disponibilità del suo Comune "ad offrire alla popolazione interessata e coinvolta ricovero ed assistenza  funzionali ad alleviare la grave condizione di disagio  e paura che già da parecchi mesi  vivono soprattutto, bambini, donne e anziani".

Qualche giorno prima della visita di Grabrielli il sindaco Beringheli si è trovato costretto a firmare un provvedimento di sgombero per altre due persone abitanti in una casa dove si è verificato più di un incendio. Giorni prima altre famiglie erano state sgomberate visto che al momento non si è riuscita a trovare la causa scatenante dei roghi.
La zona è presidiata da volontari della Protezione civile mentre nella popolazione cresce la preoccupazione dopo che un uomo e due donne si sono inspiegabilmente ustionati, e altre persone sono in cura per infiammazioni muscolari e gonfiori. A settembre l'Arpa e l'Istituto di geofisica e vulcanologia comunicheranno dati e rilevazioni dei monitoraggi eseguiti.
Intanto, purtroppo, a confondere la situazione ci si mettono svariati programmi televisivi che trattano il caso, serissimo, parlandone come chissà quale fenomeno alieno o soprannaturale, e alimentando assurde tesi che contemplano alieni, spiriti malvagi o complotti militari internazionali.
Discorsi che, puntando sulla credulità popolare, fanno sicuramente presa ma che a nulla sono utili per gli abitati di Canneto comprensibilmente disperati e stanchi di aspettare, da troppo tempo, che qualcuno dica loro cosa veramente succeda nelle loro case.

Noi, che seguiamo i fatti dall’inizio e che mai abbiamo utilizzato la facile suggestione di massa per attirare lettori, anche oggi vogliamo parlarne attraverso un ipotesi scibile e concreta, affidandoci nuovamente alle parole del fisico Marzio Mangialajo di cui abbiamo fatto conoscenza nel lontano 2004 e che fin dai primissimi episodi ha approcciato ai fatti studiandolo e cercandone una causa scientifica.
Ancora oggi il dottor Mangialajo persegue una sua teoria che si basa su una scoperta del Professor Friedemann T. Freund, scienziato austriaco naturalizzato americano, che ai tempi della pubblicazione lavorava presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di San José (USA) e che ora lavora presso il SETI. Gli studi del Professor Freund sono FF_PhysChemEarth_Understanding Freund_Current and surface e Freund_Current and surface. Il suo studio più importante, che è quello sostenuto da Mangialajo è "Current and surface potential induced by stress-activated positive holes in igneous rocks", firmato da A. Takeuchi, B.W.S. Lau and F.T. Freund.
Marzio Mangialajo, dopo essersi laureato in Fisica presso l’Università di Torino, si trasferisce a Milano dove viene assunto come ricercatore al CISE (allora Centro di ricerca nucleare della aziende elettriche private e quindi diventato di proprietà dell’ENEL). A Milano, per conto del Cise, il dott. Mangialajo si occupava della sperimentazione di Fisica del Reattore nell’ambito del Progetto Cirene oltre a prestare assistenza all’Esercitazione di Fisica sia all’Università che al Politecnico.

I FATTI DI CANNETO - UNA SPIEGAZIONE SCIENTIFICA
Mi sono interessato fin dal 2004 dei problemi di Canneto di Caronia, cercando, come tutti in Italia, di capire cosa stesse succedendo. Il mio approccio è stato energetico, nel senso di voler identificare, con priorità assoluta, una fonte energetica delle scariche elettriche.
La maggiore fonte energetica della zona è sicuramente l'energia cinetica della zolla africana che si muove verso Nord alla velocità di circa un centimetro l'anno. Velocità bassa, ma massa non trascurabile. Va subito detto che la zolla africana comprende, geologicamente parlando, quasi tutta la Sicilia, con l'eccezione di Messina, e i suoi confini nord-orientali salgono verso Nord dall'Etna a Stromboli e da Stromboli piegano verso Ustica.
La zolla africana è soggetta, nel suo confine settentrionale costituito dal fondo marino del basso Tirreno compreso tra Stromboli e la costa siciliana, a fenomeni di subduzione e scorrimento che, provocano fenomeni sismici e vulcanici, che raggiungono spesso livelli di notevole pericolosità.

Comincia pertanto una ricerca bibliografica per vedere se il movimento della zolla avrebbe potuto provocare anche fenomeni elettrici. In un primo tempo pensai ad un effetto piezo-elettrico, ma dovetti scartarlo perché l'espansione degli elettroni prodotti era omnidirezionali e perché i materiali circostanti avrebbero immediatamente riassorbito gli elettroni, impedendo loro di diffondersi a lunga distanza.
Seguitando a cercare mi sono imbattuto in numerosi articoli scientifici dello scienziato americano F.T. Freund che, sulla base di precise sperimentazioni in laboratorio, dimostrava che, senza ombra di dubbio, una lastra di roccia, sottoposta a compressione lungo un asse centrale perpendicolare alle due superfici principali, era soggetta ad alterazioni molecolari che comportavano la liberazione di elettroni che abbandonavano la roccia lungo l'asse di compressione e alla creazione di lacune elettroniche (p-holes) nelle molecole che stavano cedendo gli elettroni in fuga verso l'asse di compressione. Le molecole caratterizzate dalle formazioni di p-holes si rifanno però sulle molecole circostanti catturando un elettrone che sostituisce quello in fuga sull'asse.
Continuando la compressione gli elettroni seguitano a risalire lungo l'asse e le parti esterne della roccia seguitano a fornire elettroni alla parte centrale della roccia stessa. Ci sono quindi, dentro la roccia, una corrente elettrica di elettroni negative dall'esterno verso l'asse e lungo questo verso esterno e una corrente di p-holes (positivi) verso l'esterno. Il p-holes però non è libero di muoversi come un elettrone, perché fa parte di una molecola e quindi l'espansione dei p-holes si ferma sulla superficie della roccia, ma, se la compressione continua, aumenterà il numero di p-holes presenti sulla superficie ed è questo il problema grave di Canneto.
I p-holes prodotti negli strati di roccia sottomarini si espandono in tutte le direzioni disperdendosi lentamente, ma quelli che raggiungono il fondo del mare non entrano in acqua e si muovono su di esso in tutte le direzioni. Se la costa è vicina la investono e vanno a disperdersi sulla terraferma.
C'è però un problema. I p-holes che incontrano una casa si insediano nei muri e lì rimangono, accumulando cariche elettriche positive fin quando continua la compressione; un altro problema, non ancora completamente chiarito, è costituito dal ruolo che la linea ferroviaria svolge per impedire che i p-holes provenienti dal mare la superino per andare ad espandersi verso monte come di fatto succede a Canneto.

Conclusione. I fenomeni di Canneto sono prodotti dall'accumulo di p-holes (cariche positivamente) nei muri nei pavimenti delle case e gli incendi che si verificano sono prodotti dalla loro presenza. Infatti basta che un corpo metallico sia vicino ad un muro carico di p-holes perché nel suo interno si verifichi una separazione di cariche elettriche. Gli elettroni si spostano verso i p-holes del muro e dall'altra parte del corpo metallico si avrà invece una carenza di elettroni.
Man mano che la superficie del muro si carica con i p-holes la parte metallica prospiciente il muro stesso si carica sempre di più di elettroni che aspettano con ansia di potersi scaricare sui p-holes. Gli incendi di Canneto sono provocati dalla scarica elettrica degli elettroni del metalli sui p-holes del muro e, di solito, se la scarica elettrica è oltre un certo limite d'intensità, provoca l'incendio di materiali infiammabili circostanti.
L'incendio è sostanzialmente un fenomeno elettrostatico, come 10 anni orsono aveva subito intuito Tullio Martella della Protezione civile siciliana. Lui pensava però che i muri fossero carichi di elettroni e questo non poteva avere alcun riscontro, perché gli elettroni arrivano dall'esterno al momento della scarica.

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

31 agosto 2014
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia