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La celebrazione degli scontri

In Iran, nel 31mo anniversario della rivoluzione islamica, scontri in tutto il Paese e dal web la notizia di tre manifestanti uccisi

12 febbraio 2010

Le celebrazione del 31mo anniversario della rivoluzione islamica, ieri a Teheran, sono state all'insegna degli scontri tra manifestanti riformisti e forze di sicurezza. Secondo quanto hanno riferito diversi blogger iraniani su 'Twitter', il bilancio sarebbe di almeno tre morti: due a Teheran e uno a Shiraz, nell'Iran centrale. La notizia della morte di Leila Zarei, 27 anni, che sarebbe stata colpita da una pallottola nei pressi di piazza Vali Asr, a Teheran, ieri sera ha preso purtroppo sempre più consistenza, mentre sono arrivate notizie di un'altra persona, non ancora identificata, che sarebbe stata uccisa sempre nella capitale, a piazza Shahrak Gharb. Nessun organo ufficiale ha però confermato le due notizie.

Per evitare agli oppositori di organizzarsi, il regime ha bloccato il servizio di posta elettronica Gmail. E i tre principali siti governativi iraniani, 'Farsnews', 'Irna' e 'Presstv', ieri mattina non erano accessibili al pubblico. Uno dei pochi siti internet dell'opposizione che è riuscito a  raccontare quanto avvenuto è 'Rahesabz', ma è tramite Twitter che si è appreso l'evolversi della situazione. Testimonianze hanno parlato di spari e lanci di lacrimogeni sui sostenitori del movimento dell''Onda verde' scesi in strada per la prima volta dopo la repressione del 27 dicembre, malgrado i moniti e le minacce delle forze dell'ordine pronte a reprimere ogni manifestazione non approvata ufficialmente. Decine i feriti.
Assaliti anche il leader riformista Mehdi Karroubi e l'ex presidente Mohammed Khatami. Karrubi è rimasto ferito alla testa: "E' stato attaccato dalle forze di sicurezza nel centro di Teheran... hanno rotto i vetri della sua macchina... Karoubi non è ferito in modo grave e sarebbe già tornato a casa", si è potuto leggere sul sito Jaras. Mentre la tv satellitare 'al-Arabiya' ha riferito che le milizie 'Basij', fedeli al regine del presidente Ahmadinejad, hanno attaccato l'auto di Khatami, costringendolo ad allontanarsi.
Alle manifestazioni degli oppositori ha partecipato anche il leader riformista Mir-Hossein Mousavi e sua moglie, Zahra Rahnavard, che secondo quanto riferito da un sito web dell'opposizione, è stata aggredita con alcuni calci da un "gruppo di basij". Solo l'intervento di sostenitori della donna, che hanno formato una catena umana intorno alla moglie del leader riformista, ha reso possibile la fuga della Rahnavard.

Numerose anche le persone arrestate.
Un centinaio di persone sarebbero state fermate a Mashad, nell'Iran nordorientale, e alcune decine a Shiraz. Secondo il sito web 'Persian2English', un numero imprecisato di oppositori è stato arrestato anche a Isfahan, nell'Iran centrale, dove testimoni hanno riferito che le forze di sicurezza hanno fronteggiato i manifestanti in modo particolarmente violento.
Sempre secondo quanto riferito da 'al-Arabiya', che da mesi segue da vicino le attività dei riformisti iraniani, nel corso delle manifestazioni sarebbe stato arrestato anche il figlio di Karroubi, Ali. Mentre sono stati liberati dopo pochi minuti di fermo, Mohammad Reza Khatami (fratello dell’ex presidente Mohammad Khatami) e Zahra Eshraqi (nipote dell’ayatollah Ruhollah Khomeini, nonché consorte di Mohammad Reza Khatami). I coniugi sono stati arrestati mentre manifestavano a fianco del movimento verde e rilasciati con l’assicurazione che avrebbero abbandonato la piazza.

Il nipote dell'Ayatollah Khomeini schierato con l'opposizione - E' schierato con l'opposizione di cui sta silenziosamente diventando uno dei leader più autorevoli il nipote dell'Ayatollah Rudollah Khomeini, Hassan. Con la sua battaglia per non consentire l'uso dell'immagine del nonno da parte dell'attuale regime, scrive il Financial Times, sta contribuendo a rendere più visibile la spaccatura fra "khomeinisti" e "khameinisti", fra chi cioè ritiene che la legittimità politica sia data dal responso delle urne, e chi da Dio. Hassan Khomeini ha apertamente sostenuto Mir Hossein Mousavi, che era stato primo ministro del nonno a cui era molto vicino, e alle elezioni presidenziali dello scorso anno e si è rifiutato di presenziare alla cerimonia per il giuramento di Mahmoud Ahmadinejad. La scorsa settimana, Hassan ha accompagnato il Presidente al mausoleo del nonno, ma è andato via non appena Ahmadinejad ha iniziato il suo discorso per recarsi in visita alla famiglia di Alireza Beheshti, un alleato di Moussavi detenuto, lasciandosi fotografare con le due figlie del dissidente sulle ginocchia. Quando la televisione di stato aveva diffuso estratti di discorsi dell'Ayatollah da cui si poteva evincere che avrebbe condannato il movimento Verde, Khomeini ha immediatamente protestato. "Rincresce che abbiate diffuso esagerazioni false e distorte di eventi passati senza riferire le condizioni del tempo", ha scritto in una lettera, uno dei suoi rari interventi pubblici, al capo della televisione di stato, Ezzatollah Zarghami.

Il discorso di Mahmoud Ahmadinejad - Nel corso del discorso pronunciato nella piazza Azadi il presidente Mahmoud Ahmadinejad ha rivelato che nell'impianto nucleare di Natanz è già stata prodotta "la prima partita di carburante nucleare arricchito al 20%". Le operazioni erano cominciate nei giorni scorsi, nonostante le pressioni della comunità internazionale. Il presidente ha poi precisato che l'Iran ha le capacità di arricchire l'uranio anche oltre il 20%, ma non lo farà, e ha chiarito che Teheran ha però intenzione di "triplicare presto la sua produzione" di uranio arricchito al 3,5%.
Quindi è tornato ad attaccare il presidente americano Barack Obama e Israele. "Sta perdendo l’occasione di agire in modo corretto" e sta servendo ''gli interessi di Israele'', ha affermato Ahmadinejad che ha aggiunto: "Purtroppo la speranza di cambiamento che derivava dalle sue promesse sta rapidamente sbiadendo e volgendo verso l'errore. Dovrebbe agire in modo giusto e sulla base del rispetto delle Nazioni. Sottomettere non è la chiave giusta. La sua condotta - ha precisato - ha deluso tutti".
Il presidente iraniano, citato dall'agenzia d'informazione 'Irna', ha comunque lasciato aperta la porta a una possibilità di dialogo con gli Stati Uniti. "Vorremmo che Obama avesse successo nelle sue riforme, nel fare il bene del popolo americano e nel rimediare alle politiche disumane di Bush. Non vogliamo che soccomba alla pressione di un banda di sionisti, ma sta perdendo le sue possibilità, percorrendo la strada sbagliata". "La Nazione iraniana - ha concluso - non soccomberà. Io ti consiglio (a Obama, ndr) di ricorrere alla sincerità, in modo che l'Iran si fidi di te".
Quanto ad Israele ha detto che "il regime sionista si avvicina alla sua distruzione". Già l'altro ieri sera, nel corso di una conversazione telefonica avuta con il presidente siriano Bashar al-Assad, Ahmadinejad aveva dichiarato di avere "informazioni attendibili... secondo cui il regime sionista sta cercando il modo di compensare le sue ridicole sconfitte subite per mano del popolo di Gaza e di Hezbollah in Libano". "Se Israele ripetesse i suoi errori e avviasse un'operazione militare - aveva minacciato - allora bisognerebbe contrastarlo con tutta la forza per fare in modo che sia distrutto una volta per tutte".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing]

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12 febbraio 2010
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