La chiesa povera e la lobby gay
Papa Francesco sulla "povertà" e "gratuità" della chiesa, minacciata da una "lobby gay"
"San Pietro non aveva un conto in banca, e quando ha dovuto pagare le tasse il Signore lo ha mandato al mare a pescare un pesce e trovare la moneta dentro al pesce, per pagare". "Quando vogliamo fare una Chiesa ricca", la Chiesa "invecchia", "non ha vita".
E’ quanto ha sottolineato Papa Francesco nell'omelia pronunciata durante la messa di ieri mattina a Santa Marta, alla quale, come riferisce la Radio Vaticana, hanno preso parte i sacerdoti e collaboratori della Congregazione per la Dottrina della Fede.
"Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture", così ha iniziato la predicazione, partendo dall'esortazione rivolta da Gesù agli Apostoli inviati ad annunciare il Regno di Dio. Un annuncio che il Signore "vuole che si faccia con semplicità". "Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date", ha poi aggiunto il Papa, ricordando le consegne date da Gesù. "La predicazione evangelica nasce dalla gratuità, dallo stupore della salvezza che viene e quello che io ho ricevuto gratuitamente, devo darlo gratuitamente - ha detto ancora Francesco - E dall'inizio erano così, questi. San Pietro non aveva un conto in banca, e quando ha dovuto pagare le tasse il Signore lo ha mandato al mare a pescare un pesce e trovare la moneta dentro al pesce, per pagare".
"La Chiesa non è una ong: è un'altra cosa, più importante, e nasce da questa gratuità. Ricevuta e annunziata". La povertà, ha quindi ribadito Papa Francesco, "è uno dei segni di questa gratuità". L'altro segno, ha aggiunto, "è la capacità di lode: quando un apostolo non vive questa gratuità, perde la capacità di lodare il Signore". Lodare il Signore, infatti, "è essenzialmente gratuito, è un'orazione gratuita: non chiediamo, soltanto lodiamo".
Ma, l’auspicio di una "chiesa povera" non è stata l’unica esternazione di Papa Bergoglio a fare notizia. Secondo quanto riportato dal sito cileno 'Reflexion y Liberacion', nel corso di un incontro pochi giorni fa con i rappresentanti della Confederacio'n Latinoamericana y Caribeña de Religiosas y Religiosos (Clar), Papa Francesco avrebbe detto: "Nella Curia c'è gente santa, veramente c'è gente santa. Ma esiste anche una corrente di corruzione, anche questa c'è, davvero. Si parla di 'lobby gay', ed è vero, è lì... dobbiamo vedere cosa possiamo fare...".
Il Papa avrebbe ricordato che la riforma della Curia romana era qualcosa chiesta da quasi tutti i cardinali nelle congregazioni precedenti il Conclave. "Anch'io l'ho chiesta. La riforma non la posso fare io, questi temi di gestione... io sono molto disorganizzato, non sono mai stato bravo in questo. Ma i cardinali della commissione la porteranno avanti", avrebbe detto Bergoglio secondo 'Reflexion y Liberacion". Poi avrebbe aggiunto di aver fiducia nella commissione cardinalizia che ha creato con questo incarico. "Lì abbiamo a (Oscar) Rodriguez Maradiaga, che è latinoamericano, c'è anche (Francisco Javier) Errazuriz, e sono molto ordinati. Anche quello di Monaco di Baviera (Reinhard Marx) è molto ordinato: loro sapranno portarlo avanti".
Un no comment arriva dal portavoce della Santa Sede Padre Federico Lombardi. ''L'incontro aveva un carattere privato - ha detto Lombardi interpellato dall'Adnkronos sulla vicenda - e non ho alcuna dichiarazione da fare in merito".
Una conferma indiretta, e piuttosto imbarazzata, viene invece dalla Presidenza della Consiglio Latino Americano dei Religiosi che in una nota "lamenta profondamente la pubblicazione di un testo con riferimento alla conversazione mantenuta con il Santo Padre Francesco". I dirigenti del Clar non smentiscono quanto riportato dai siti, ma ricordano che "la conversazione che si è sviluppata a partire da domande poste al Papa dai presenti". "In questa circostanza - precisa la nota - non è stata fatta nessuna registrazione della conversazione, ma poco dopo è stata elaborata una sintesi della medesima in base ai ricordi dei partecipanti". Secondo i dirigenti del Clar, "questa sintesi, che non include le domande poste al Santo Padre, era destinata alla memoria personale dei partecipanti e per nessun motivo alla pubblicazione, cosa per la quale d'altra parte, non è stata chiesta nessun autorizzazione".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]