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La chimera del Regno Unito

Gli scienziati britannici potranno creare embrioni ibridi ''umano-animale'' a scopo di ricerca

07 settembre 2007

Nell'autunno dello scorso anno un gruppo di scienziati britannici dell'Università di Newcastle e del Kings College di Londra ha espressamente chiesto all'authority britannica per la fecondazione e embriologia umana (Human fertilisation and embryology authority - Hfea) il permesso di effettuare esperimenti per creare ''embrioni-chimera'' (embrioni  ibridi in parte umani, in parte animali e nella fattispecie di ovuli di mucca e Dna umano) per un periodo di tre anni.
La richiesta, bollata immediatamente come ''anti-etica e potenzialmente pericolosa'', aveva come obiettivo quello di poter cominciare una serie di studi che portassero all'ottenimento di un ibrido con il quale sviluppare cellule staminali da utilizzare per nuove cure di malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson e l'Alzheimer.
Dopo quasi un anno la risposta alla richiesta dei ricercatori è arrivata e l'autorità britannica per la fertilizzazione e l'embriologia ha deciso che gli scienziati potranno intraprendere le loro sperimentazioni.

La decisione dell'Hfea, che ha reso il Regno Unito il paese con la legislazione più avanzata in materia, è arrivata dopo una lunga discussione sul tema costata circa 220mila euro. Per tre mesi si sono svolti incontri aperti e dibattiti e sono stati condotti dei sondaggi tra la popolazione. Il pubblico, inizialmente scettico, si è dimostrato gradualmente più aperto all'idea e alla fine il 61% dei cittadini si è detto favorevole.
Anche se la maggior parte dell'opinione pubblica è, dunque, d'accordo con il provvedimento, sono molti i gruppi religiosi che si sono opposti, che che vorrebbero mantenere una distinzione netta tra esseri umani e animali e che considerano l'utilizzo di embrioni ibridi innaturale e sbagliato.
Secondo monsignor Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, si tratta di ''un atto mostruoso contro la dignità umana''. ''E' necessario - ha aggiunge il prelato - che la comunità scientifica si mobiliti quanto prima. Il governo britannico ha ceduto di fronte alle richieste di un gruppo di scienziati certamente contro la morale''.
Alla fine del 2006, l'esecutivo britannico aveva presentato una proposta di legge che avrebbe messo al bando quasi ogni ricerca con embrioni-chimera. Nella comunità scientifica era però subito scoppiata una vera e propria rivolta. Contro il divieto si erano schierati diversi premi Nobel, la stessa commissione parlamentare per la scienza e la tecnologia, il consiglio britannico per la ricerca medica, nonché il principale consulente scientifico del governo, Sir David King. Da allora il governo ha deciso di ritirare la proposta e si prepara a discutere entro la fine dell'anno un altro progetto di legge che potrebbe mettere al bando soltanto gli embrioni ottenuti mescolando gameti animali e umani.

La decisione dell'Hfea ha creato un terremoto etico-politico anche in Italia. In ambito politico è stata soprattutto la destra a protestare di fronte alla ''chimera'' inglese. A sinistra un no deciso è arrivato dai Verdi, mentre il ministro della Famiglia Rosy Bindi ha così commentato il fatto: ''Siamo di fronte a qualcosa di inquietante. Confido nel senso del limite dei ricercatori''.
In Vaticano le dichiarazioni contrarie all'esperimento si sono susseguite senza sosta. Il quotidiano della Conferenza Episcopale, Avvenire, ha parlato stamane di ''umanità a punti'': nella ricerca britannica, inaftti, il Dna dell'embrione sarà infatti al 99,9% umano, mentre per lo 0,1% conterrà traccia del genoma della mucca da cui è stato preso l'ovulo. ''Per definirsi uomini basta che sia umana la maggior parte del genoma, come fosse un pacchetto azionario di cui si detiene il 51 per cento'', si legge nell'editoriale del quotidiano vaticano. ''Anche la bomba atomica è stata realizzata in nome della scienza'' prosegue il suo attacco monsignor Sgreccia.
Maria Luisa Di Pietro, presidente dell'Associazione Scienza e Vita e membro del Comitato nazionale di bioetica, ha invece sottolineato quanto l'uso di un sondaggio popolare per convincere l'Hfea a dare il suo via libera sia stato una mossa scorretta e pericolosa: ''Questo ci fa scivolare verso una pericolosa etica della maggioranza''.

''No ai pregiudizi che bloccano sapere e conoscenza. La libertà di ricerca è anche indice del livello di democrazia di un paese'' afferma Maria Antonietta Farina, moglie di Luca Coscioni, presidente dei radicali che morì nel 2006 di sclerosi laterale amiotrofica, una delle malattie per cui le ricerche inglesi sugli embrioni ibridi potrebbero forse rivelarsi utili. Di ''non guardare in maniera pregiudiziale la decisione inglese'' è anche la richiesta di Mina Welby. Suo marito Piergiorgio morì a dicembre del 2006, ridotto all'immobilità dalla distrofia muscolare. ''Piergiorgio diceva sempre a Luca Coscioni: tu sei giovane, devi fare la tracheotomia, sopravvivere e andare avanti. Potresti ancora esserci quando, fra qualche anno, la scienza avrà trovato una cura ai nostri mali''.
E mentre nel dibattito si aumentano i toni e si prefigura lungo e combattuto, un biologo e un magistrato italiani fanno intanto notare che nel nostro Paese - pur essendo la legge 40 una delle più restrittive in Europa in fatto di riproduzione assistita e trattamento degli embrioni - le norme non vietano espressamente un esperimento come quello britannico. Secondo Carlo Alberto Redi, direttore scientifico del Policlinico San Matteo di Pavia e Amedeo Santosuosso, giudice della Corte di appello di Milano, la legge 40 vieta di creare embrioni chimera o ibridi. Ma nel caso britannico l'embrione avrà caratteristiche prettamente umane, perché umano è il Dna inserito nel nucleo della cellula uovo, colui che indirizza lo sviluppo. ''Gli embrioni ottenuti con questa tecnica - aggiunge Redi - non sono in grado di completare lo sviluppo e diventare bambini. Nessun individuo ibrido verrà mai a formarsi''.

Cosa sono e come si ottengono gli ''embrioni-chimera'' - Gli embrioni ibridi umano-animale, o embrioni-chimera, si possono ottenere inserendo materiale genetico umano dentro l'ovulo animale privato del suo Dna. Nelle ricerche degli scienziati inglesi il Dna umano verrà trasferito dentro un ovulo di bovino o di coniglio. Al termine dell'operazione, l'embrione è al 99,9% umano e allo 0,1% animale. E' un modo per risolvere il problema della scarsa disponibilità di ovuli umani da utilizzare a scopo di ricerca, che normalmente provengono dai trattamenti di fertilizzazione in vitro.
In base alle norme in vigore in Gran Bretagna, gli embrioni ibridi dovranno essere distrutti dopo 14 giorni, ovvero quando non sono più grandi di una cruna di un ago, e non potranno essere impiantati nell'utero. Con questa tecnica, i ricercatori potranno disporre di moltissimi embrioni dai quali estrarre cellule staminali. Di conseguenza, avranno più materiale per condurre i propri studi e cercare cure a patologie come il morbo di Parkinson e quello di Alzheimer e persino per le lesioni del midollo osseo.
Le prime richieste all'Hfea sono arrivate nel novembre scorso. Due équipe di ricercatori, una del King's College di Londra e una dell'università di Newcastle, avevano richiesto la licenza per condurre alcuni studi con embrioni-chimera. Anche Ian Wilmut, il creatore della pecora Dolly, vorrebbe richiedere il permesso di condurre alcune ricerche sulle malattie dei neuroni che controllano il movimento. Nei prossimi mesi l'autorità esaminerà le singole domande per concedere.

[Foto di Daniel Lee - www.daniellee.com]

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07 settembre 2007
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